Calatrava: un videodocumentario accessibile

Ricevo e pubblico volentieri un contributo di Roberto Ellero, esperto internazionale di accessibilità del multimedia che ha seguito il dibattito su questo sito Web ed ha fornito un suo contributo multimediale per spiegare le problematiche e le similitudini che legano l’accessibilità del Web all’architettura.

Per approfondire l’argomento, è possibile consultare il sito Webmultimediale.org.

Calatrava: inaccessibilità è colpa del Comune?

Grazie alla rete internet una lettrice di questo blog ha individuato un comunicato stampa di Santiago Calatrava del 10 maggio 2007. In questo comunicato si nota come l’architetto fa presente che le difficoltà nella realizzazione dell’opera (sia i ritardi che i problemi di accessibilità) sono tutti colpa del Comune di Venezia.
In particolare, riguardo l’accessibilità:

Finally, the absence of accommodation for persons with disabilities has been falsely attributed to Santiago Calatrava’s supposed desire for a more pure design. This is simply not true. A number of designs were proposed that would have accommodated the needs of persons with disabilities. The decision to eliminate these accessibility options was made by the Comune di Venezia, which considered its existing system of transport for persons with disabilities to be entirely adequate, requiring that no special provisions for access were needed on this bridge.

La domanda che ci si pone ora sorge spontanea, non risultando risposte ufficiali a questo comunicato da parte del Comune: a questo punto della vicenda, dove sarà necessario adeguare il ponte alle vigenti normative in modo diretto e non tramite la soluzione “ovocoso” (e le associazioni disabili hanno già fatto presente che agiranno nelle sedi competenti) chi si assume la colpa (e gli oneri) di aver consentito lo sviluppo di un’opera non a norma di legge?

Statement From the Office of Santiago Calatrava: Quarto Ponte sul Canal Grande
NEW YORK, May 10 /PRNewswire/ —

When Santiago Calatrava was given the honor of this commission to create a new bridge over the Grand Canal, he was enormously excited about the opportunity to contribute something beautiful to the very beautiful city of Venice.

Since then, the many delays during construction and the unsubstantiated challenges to the design and engineering have been extremely disappointing and professionally embarrassing. It is now time to respond to the misrepresentations in the press, and to address the questions which persist.

The recent claims that the bridge will damage the embankment on which it lands are false, like every other technical issue raised in the past. The weight of the bridge will be borne by foundations that rest on solid ground well below the embankment, a resistant layer of rock and earth that has been further compacted and strengthened by hydraulic rams. In addition to the detailed engineering studies of the bridge’s foundations conducted by this office, the calculations were recalculated and rechecked by independent specialists in ground mechanics in Zurich, as well as by consultants to Comune di Venezia and ICMQ in Milan. All of these consultants and agencies approved the final design of the bridge.

As for the delays in the project, and the resulting costs, this was also entirely the responsibility of the Comune di Venezia, and was not something over which Santiago Calatrava had any control. From the time that the design and cost estimation were approved by the Sopraintendenza degli Edifici Pubblici di Venezia and every other responsible agency, the project has been in the hands of the Comune, under the direction of Salvatore Vento and Roberto Scibilia.

First, it took three years to obtain the necessary permissions to build the bridge. Venice is not an easy place in which to build, and it is, of course, necessary to be extremely careful of both the city’s historic built environment and its unique geological characteristics. The Sopraintendenza and other agencies quite properly require many permits and authorizations throughout the construction process, and this adds to the time required to complete any project.

Secondly, in contrast to our previous experience in building more than 25 bridges around the world, our office was not engaged for site supervision, nor were we consulted about the selection of contractors. Comune di Venezia selected the lowest bidder as general contractor for the fabrication and construction, who then engaged a sub-consultant for the steelwork who had little or no prior experience in bridge building. These decisions have caused many time delays and additional costs.

Finally, the absence of accommodation for persons with disabilities has been falsely attributed to Santiago Calatrava’s supposed desire for a more pure design. This is simply not true. A number of designs were proposed that would have accommodated the needs of persons with disabilities. The decision to eliminate these accessibility options was made by the Comune di Venezia, which considered its existing system of transport for persons with disabilities to be entirely adequate, requiring that no special provisions for access were needed on this bridge.

We share the impatience of the people of Venice with the delays in construction and their eagerness to see the bridge completed. We believe that the challenges to the bridge are the result of opposition from a few individuals, who do not want to see the bridge built, for reasons of their own. We are confident that when the bridge is finished, it will become a welcome and lasting addition to the treasures of Venice.

Distributed by PR Newswire on behalf of Santiago Calatrava

Calatrava: dossier dal 1997 al 2007

Ricevo e pubblico volentieri un bel dossier sul ponte di Calatrava (pubblicato nel numero di novembre 2007 dalla rivista LiberoReporter) che è senz’altro un documento da consultare per avere una cronistoria sull’evoluzione del ponte dall’inizio al 2007.
Particolarmente interessanti anche gli approfondimenti storici sulle modalità di costruzione degli altri ponti di Venezia: si scopre così che il Ponte di Rialto è stato fatto in circa 3 anni e il ponte dell’accademia (quello in legno) in 37 giorni…

Calatrava: lettera aperta della Lega Arcobaleno

LETTERA APERTA PER CACCIARI ED ALL’ASSOCIAZIONISMO

Caro Cacciari
Sei troppo intelligente per sostenere in buona fede che “alcuni settori pensano di manifestare contro la realizzazione del ponte, approfittando della presenza del Capo dello Stato”: L’associazionismo da tanto tempo ha criticato la presenza delle barriere nel famoso ponte e ultimamente ha fatto in modo che il Presidente della Reubblica non fosse irrispettosamente coinvolto nella inaugurazione di un manufatto vergognosamente fuori legge.
Con la presente, invito l’associazionismo a denunciare alla Magistratura, subito dopo l’apertura del ponte, ai sensi della L. 104/’92, DPR 503/’96, L. 67/06, ecc., il Sindaco ed il Tecnico coinvolto, con l’aggravante che detti soggetti erano stati tempestivamente avvertiti dell’incompletezza del ponte e della discriminazione creata nei confronti delle persone con disabilità motoria e con disabilità visiva ed ipovisiva.
Infatti, va ricordato a lor signori che le barriere architettoniche presenti nel ponte comprendono anche le barriere visive, dalla colorazione ai gradini non marcati, come bene ha ricordato il Presidente della ADV Giulio Nardone in un suo recente intervento.
Ovviamente, se una o più Associazioni decidessero di ricorrrere subito dopo l’apertura alla Magistratura, la Lega Arcobaleno chiede di accumunarsi ad esse, versando anche la quota/spesa.
E’ possibile che qualcuno ritenga il ponte, così come è, in regola con la legge poiché ha il requisito della “adattabilità”. Ma tale requisito non appare nel DPR 503/’96 ma solo nella L. 13/’89 che, pero’, riguarda l’edilizia privata.

Bruno Tescari
Presidente Lega Arcobaleno

Calatrava: l’ignoranza ha toccato il fondo

Pensavamo di essere arrivati al fondo del canale? Eh no… oggi s’è messa pure “Gente Veneta“, il settimanale di informazione del Patriarcato di Venezia con un corsivo apparso sul numero 32 a pagina 13 firmato da tal Giorgio Malavasi.
L’articolo risulta essere altamente offensivo sia verso l’iniziativa di protesta per il ponte non accessibile, sia verso le persone con disabilità in generale.
Riporto alcune “perle”:

I disabili o, meglio, le due o tre persone che ne rappresentano una parte e che in questi giorni hanno fatto sentire con veemenza la loro protesta, grazie anche alla notevole cassa di risonanza offerta loro dai quotidiani, hanno avuto la meglio. Cacciari e la sua giunta hanno preferito evitare le manifestazioni di protesta, che avrebbero coinvolt Napolitano, e hanno optato per il tono basso.

e l’autore di questa perla di saggezza rincara nel paragrafo successivo:

D’altronde, di fornte alla certezza delle proteste, che si poteva fare? Anche perchè una manifestazione di handicappati, o una bordata di fischi da persone in carozzella è oggi l’unico tipo di evento di fronte al quale nessun prefetto, nessun questore e nessun capo di vigili si sentirebbe di intervenire.
Qualunque altro manifestante sarebbe allontanato e tenuto a bada, i disabili no.
Qualunque altro manifestante sarebbe allontanato e tenuto a bada, i disabili no.
Il che dice di un problema pesante e tutto da affrontare.

e si conclude con la solita frase:

Ma allora delle due l’una: o si fermano le nostre città – in particolare la poco accessibile Venezia – si mettono in moto le migliori intelligenze e si trovano soluzioni e soldi per agevolare i portatori di handicap. Oppure si trova la forza per dire che Venezia non può essere tenuta in ostaggio, sia pure da chi si fa interprete di problemi reali e importanti. Tutto ciò in un contesto come quello del ponte di Calatrava, per il quale lo strumento per l’accessibilitità dei disabili – l’ovovia – non è stato negato, ma è solo in ritardo e tra breve arriverà.

Non mi sento di giudicare l’ignoranza sia normativa che culturale di questo autore, che usa un tono offensivo prendendo in giro persone che fanno solo presente che si sono violate norme e si pretende di procedere ad un’innaugurazione di un’opera fuori norma!

Forse è bene far presente che l’accessibilità non è un costo ma un diritto di tutti: con un ponte progettato con l’accessibilità in mente, con risparmio di spese pubblicitarie (i 2 milioni e mezzo di euro per il passaggio dei tre conci per il Canal Grande…) poteva essere realmente un ponte per tutti e a quel punto poteva esserci la meritata gloria per chi aveva portato innovazione e diritto di passaggio per tutti, chiamandolo Ponte della Costituzione.
Ed invece oggi che abbiamo? Abbiamo il mondo dei disabili (non sono 2-3 persone, e questi atteggiamenti non fanno altro che incrementare il numero dei protestanti) che protesta facendo presente l’abuso edilizio da parte del Comune, abbiamo un Comune che vuole sanare l’abuso edilizio con uno strumento (“l’ovocoso”) che sarà inutile pure per la disabilità per cui è stato pensato, abbiamo altre categorie di disabili (ipovedenti e non vedenti) che non sono minimamente state considerate ed abbiamo un Sindaco che vuole chiamare il ponte “Ponte della Costituzione”, una costituzione violata – insieme ad altre normative – da questo ponte, da questo Sindaco.