Calatrava: rigettato il ricorso di Molinero

Tratto da Superando.it.

Stiamo cercando di far capire a tutti che l'ovovia non renderà accessibile quel ponte: questo il titolo del nostro più recente contributo sul Ponte della Costituzione di Venezia (lo si legga cliccando qui), la discussa opera progettata dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava. Un testo dove avevamo riferito dei più recenti sviluppi riguardanti in particolare proprio l'ovovia, ovvero quella sorta di cabina che dovrebbe percorrere la struttura sul Canal Grande di Venezia, trasportando carrozzine e persone con ridotta mobilità.
Il Ponte della Costituzione sul Canal Grande a Venezia
Il Ponte della Costituzione sul Canal Grande a Venezia
«Una pezza posticcia», l'aveva definita in quell'occasione Giulio Nardone, presidente dell'Associazione Disabili Visivi (ADV), a nome della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e in ogni caso un intervento che non sanerà minimamente la discriminazione presente in un'opera di architettura contemporanea famosa in tutto il mondo, ma "nata come inaccessibile".
Si tratta di un concetto alla base anche di alcune vertenze legali sostenute dalla stessa FISH, come il ricorso per violazione della Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), presentato al Tribunale Civile di Milano dall'avvocato Domenico Molinero, persona con disabilità.

Ebbene, tali argomentazioni non sono state per nulla recepite dallo stesso Tribunale Civile di Milano, che in una recente Ordinanza (la si legga integralmente cliccando quiha respinto il ricorso dell'avvocato Molinero, il quale aveva chiesto che il nuovo ponte sul Canal Grande a Venezia fosse dichiarato inagibile, almeno fino a quando non fosse stata assicurata la possibilità di accedere liberamente alla sommità pianeggiante della struttura, in quanto i cento gradini di essa impediscono alla sua carrozzina di percorrerlo e lo discriminano rispetto a chi non ha problemi di mobilità.
Significativa in tal senso la conclusione del provvedimento firmato dal giudice Serena Baccolini, che capovolge in sostanza quanto da noi sempre sostenuto su queste colonne.  «Il dispositivo traslante [l'ovovia, N.d.R.] in fase di esecuzione – si legge infatti nel provvedimento – risulta assolvere all'esigenza di consentire ai diversamente abili nelle condizioni del ricorrente la diretta accessibilità al Ponte della Costituzione colmando, con una soluzione rispettosa della loro dignità, gli svantaggi riconducibili a tale condizione così da ristabilire l'uguaglianza con i soggetti che autonomamente possono accedere alla struttura ed evitare in concreto discriminazioni».

Tali argomentazioni vengono decisamente rigettate dalla FISH che, con il conforto del proprio Ufficio Legale, le ritiene «non conformi alla situazione reale e distorsive rispetto alla lettera e allo spirito della normativa vigente».
«Questa Ordinanza – commenta in particolare il presidente della Federazione Pietro Barbieri – è essa stessa un esempio di discriminazione, in quanto conferma la sopravvivenza di quelle barriere mentali che ostacolano una vera e compiuta inclusione sociale alla pari di quelle fisiche. Considerare infatti, come fa il giudice, la famigerata ovovia come un sistema alternativo che sana l'inaccessibilità del ponte, contrasta oltretutto con le caratteristiche tecniche del sistema stesso, che impongono una percorrenza della durata di 15 minuti o addirittura di mezz'ora,a seconda che la cabina si trovi da una parte o dall'altra del canale».
«Né va mai dimenticato – conclude Barbieri – che questa sorta di esposizione a una moderna, anche se tecnologica, "berlina", lungi dal favorire "le relazioni sociali e la fruizione ambientale", come stabilito dall'Ordinanza, isola e ghettizza il disabile e viola apertamente e sfrontatamente il principio fondamentale della Progettazione Universale (Universal Design)». (S.B.)

Calatrava: ipotesi di abuso d’ufficio

Con la notizia della candidatura di Venezia alle Olimpiadi del 2020, la notizia dal titolo sopra riportato è uscita in seconda pagina del Gazzettino di Venezia del 3 ottobre 2009.
Il sottotitolo dell’articolo non lascia dubbi: “Depositata la consulenza tecnica: la procura potrebbe chiudere presto l’inchiesta nella quale figurano già due indagati”. Gli accertamenti riguardano possibili illeciti commessi nell’iter amministrativo.

È in dirittura d’arrivo l’inchiesta avviata per accertare la sussistenza di possibili illeciti penali in relazione alle procedure amministrative adottate per la relizzazione del ponte di Calatrava. Il consulente tecnico nominato dalla procura, l’ingegnere fiorentino Paolo Leggeri, ha depositato la consulenza disposta sulla contestata opera pubblica, e ora spetterà al procuratore aggiunto Carlo Nordio il compito di tirare le fila della complessa vicenda.
Il fascicolo d’indagine è stato aperto lo scorso anno dal procuratore aggiunto Carlo Mastelloni con l’ipotesi di abuso d’ufficio e vi sarebbero già alcuni indagati, almeno due persone tra quelle che si sono occupate dei lavori: la loro posizione dovrà essere valutata alla luce delle conclusioni della consulenza.
Gli accertamenti sono stati avviati sulla base dei numerosi articoli di stampa, ma anche della relazione dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e della documentazione trasmessa dalla procura regionale della Corte dei conti, che sta lavorando da mesi per quantificare il possibile danno erariale patito dalla pubblica amministrazione a seguito del consistente aumento di costi dovuto ai numerosi problemi di realizzazione dell’opera e ai ritardi nella sua conclusione.
La procura ha deciso di mantenere il massimo riserbo sul contenuto del corposo elaborato tecnico, dal quale il pm Nordio si aspetta precise risposte in relazione ad eventuali irregolarità nell’iter amministrativo seguito per affidare i lavori. Iter che è già stato duramente censurato dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, la quale ha sostenuto che sarebbe stato sbagliato il tipo d’appalto; che la ditta che lo vinse non doveva servirsi di una fornitura, bensì di un subappalto; che lo stesso Calatrava che avrebbe consegnato un progetto zeppo di errori; e che i tecnici del Comune avrebbero sbagliato a non rescindere il contratto per tempo.
Anche l’inchiesta erariale sarebbe in via di chiusura: prima dell’estate il procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmine Scarano, ha incaricato i suoi consulenti tecnici, l’ingegnere Francesco Steffinlongo e l’architetto Gianfranco Roccatagliata, di integrare la loro prima relazione, prendendo in esame anche le ultime varianti in corso d’opera, fino alla quinta (la sesta è ancora oggetto di contenzioso tra Ca’ Farsetti e la ditta Cignoni) in modo da avere un quadro preciso dei costi sostenuti per completare il ponte.
Gianluca Amadori

Google Wave (beta)

Ma cos’è Google “Wave”?

What is a wave?

A wave is equal parts conversation and document. People can communicate and work together with richly formatted text, photos, videos, maps, and more.
A wave is shared. Any participant can reply anywhere in the message, edit the content and add participants at any point in the process. Then playback lets anyone rewind the wave to see who said what and when.
A wave is live. With live transmission as you type, participants on a wave can have faster conversations, see edits and interact with extensions in real-time.

Oggi ho attivato l’invito ricevuto da Google, e sto facendo qualche prova.
wave
Nei prossimi giorni vedrò di pubblicare un’analisi completa.

VeneziaCAMP2009: rotta verso l’Arsenale di Venezia

L'entrata dell'Arsenale dipinta da Canaletto, 1732

Agli abitanti della rete:

Cari amici, siamo in troppi !!!
Il lazzaretto vecchio non può rischiare di avere cittadini digitali lasciati fuori della porta, il traguardo che pensavamo impossibile dei 1.000 aderenti è una soglia ormai abbondantemente superata.

D’intesa con il comune trasferiamo il venezia camp 2009 dal fascino del Lazzaretto Vecchio al posto più affascinante della città: l’Arsenale di Venezia.

Gli spazi che diedero luce ai fasti della Serenissima saranno nuovamente officina di innovazione: dalla pece alla rete, dalle galee al web, l’arsenale sarà di nuovo luogo di “navigazione”.

Tornare coi temi dell’innovazione all’arsenale ha oggi anche una grandissima valenza nell’ottica di un possibile diverso rilancio della città, infatti l’Arsenale costituisce una parte molto estesa della città storica e fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo. È legato al periodo più florido della vita della Serenissima: grazie alle imponenti navi qui costruite, Venezia divenne la grande potenza del mediterraneo che tutti conoscono.

L’Arsenale di Venezia si può considerare la prima fabbrica al mondo, dato che rappresenta l’esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell’economia preindustriale. Infatti il termine arsenale deriva dall’arabo daras-sina’ah, cioè “casa d’industria”. Il termine, noto ai Veneziani tramite i loro frequenti contatti commerciali con l’Oriente, sarebbe passato al veneziano darzanà, poi corrotto nel tempo nella forma arzanà, citata anche da Dante nella Divina Commedia, quindi, attraverso arzanàl e arsenàl, alla forma finale di arsenàle. (fonte: Wikipedia).

« Quale nell’arzanà de’ Viniziani
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno – in quella vece
chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -;
tal, non per foco ma per divin’ arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che ‘nviscava la ripa d’ogne parte. »
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-18)

Date ed orari rimangono invariati. vi aspettiamo il 23, 24 e 25 ottobre 2009 senza limiti di capienza !!!

Il comitato organizzatore: Gianluigi Cogo, Roberto Scano, Andrea Casadei

Calatrava: il ponte non è sicuro

Son di ieri i titoli su “Il Gazzettino” di Venezia relativi alla pericolosità del ponte, articoli riportati poi anche sulla stampa nazionale.
In questo sito sono state riportate spesso le testimonianze di chi ha realizzato il ponte (Lorenzon), le varie iniziative di protesta, ecc. ma oggi la doccia fredda arriva proprio dall’Autorità sui lavori pubblici. Cito da “La Stampa”:

l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici in un documento datato 15 luglio 2009 e firmato dal presidente Luigi Giampaolino e dal relatore Andrea Camanzi, il ponte non è un’opera «pienamente funzionate»: è stato collaudato, ma non ha passato l’esame a pieni voti e lo stesso collaudatore per utilizzarlo si è raccomandato che venga continuamente monitorato per garantire «i livelli di sicurezza minimi della norma». A breve, aggiunge il quotidiano, verrà chiuso per una «stretta ai martinetti».

Nel collaudo sarebbero apparse alcune criticità e lo stesso collaudo sarebbe stato subordinato all’adozione di un piano di monitoraggio strutturale, riprova che il progettista non avrebbe rispettato l’obbligo di «fornire un progetto di opera pienamente funzionante». Una situazione che ovviamente causerà anche rilevanti danni erariali. Il collaudo dell`opera «ha evidenziato non pochi lati oscuri, esprimendosi, tra l`altro, sulla necessità della variante sulla fondazioni». L`Autorità ricorda come esistano due livelli di collaudabilità: rispetto agli «stati limite ultimi», ovvero le condizioni capaci di evitare la perdita di equilibrio totale fino a compromettere l`incolumità delle persone, e agli «stati limite di esercizio», ovvero le condizioni capaci di garantire la prestazioni previste nell`esercizio di un`opera senza comprometterne l`uso.

Il ponte ha ottenuto solo la prima collaudabilità, mentre per la seconda è stato riscontrato un «carattere incerto, ossia si può perdere anche repentinamente la funzionalità del ponte». «Il collaudatore – continua la relazione riportata dal Gazzettino – ha ravvisato una serie di riserve affatto secondarie sulle condizioni di sicurezza in esercizio dell`opera, tanto da non potersi escludere anche interventi tempestivi per ripristinare i livelli di sicurezza minimi della norma; livelli di sicurezza, appunto, già prossimi ai valori minimi e quindi facilmente superabili, con la conseguente chiusura del ponte per consentire i dovuti interventi». In attesa della reazioni di Calatrava e di Cà Farsetti, una è già arrivata: quella del consigliere comunale della Lega, Alberto Mazzonetto, che ha chiesto le dimissioni dell`assessore ai Lavori pubblici, Mara Rumiz.

Tra pochi giorni sarà l’undici settembre, un anno esatto da cui è stata fatta l’inaugurazione “in sordina”, di un ponte che è nato con problemi e che continua ad averne (tralascio, per non sparare sulla Croce Rossa, il problema dell’ovovia…).
Che dire… io già mi vedo una scena d’altri tempi…