Dal Gazzettino di oggi si apprende che il Comune procede con l’idea dell’ovovia, nonostante anche le associazioni di disabili siano contrarie a tale realizzazione.
VENEZIA. Da lunedì prossimo partiranno i lavori per il fissaggio della rotaia dell’ovovia e per questo il ponte della Costituzione sarà “impacchettato” per un paio di mesi. Ieri i particolari per la predisposizione del ponteggio che sarà agganciato sotto il ponte (ma che non comporterà alcuna limitazione al traffico né pedonale né marittimo) sono stati definiti in una conferenza di servizi. Una volta ultimata l’impalcatura con cui gli operai potranno lavorare in sicurezza, si comincerà a montare l’attacco della rotaia. Se tutto andrà per il verso giusto, la predisposizione potrebbe essere completata in un paio di mesi, quindi per la fine dell’anno.
Ma a che punto è l’opera? Eravamo rimasti alla fotografia di assessore Rumiz e manovalanza seduti su uno scheletro di “ovocoso”. E sembra che siamo ancora a quel punto…
Per quanto riguarda l’ovovia, al momento in Comune si dice che la “carcassa” è pronta (e questo già si sapeva) con parte della mascheratura inferiore. Presto il manufatto dovrebbe essere spedito nel Milanese, dove sarà aggiunta la carenatura superiore. I tempi stimati per questa operazione sono due settimane. La parte elettronica al momento è in fase di assemblaggio.Sull’ovovia per disabili, però, c’è un piccolo mistero. Sebbene in Comune da mesi affermino che il contratto di fornitura sia stato firmato, in realtà le cose non stanno esattamente così. Nel senso che il contratto, quello che prevedeva una spesa di circa 750mila euro per la fornitura, è stato superato da una perizia di variante che portava la spesa totale a 890 euro più Iva e spese tecniche. Questo documento, proposto dall’amministrazione comunale, non è ancora stato firmato dalla Cignoni (l’azienda di Lendinara incaricata della costruzione di ponte e ovovia) perché non ci sarebbe l’accordo sulla cifra. Al momento, dunque, i lavori vanno avanti solo con una sorta di rassicurazione verbale che prima o poi quella perizia sarà firmata.
Per quanto riguarda i rimedi da apportare ai gradini più pericolosi, la scelta adottata dal Comune è di lasciar perdere la soluzione suggerita dal progettista Santiago Calatrava, cioè la sostituzione di alcuni elementi in vetro con altrettanti in trachite.
«Segneremo – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz – le alzatine dei gradini considerati più critici con un materiale colorato epossidico».