«Se ci sono carenze progettuali alla base di tutto, perché il Comune non ha ancora citato a giudizio lo studio Calatrava?».
Oggi così apre un articolo sul Gazzettino di Venezia, con una dichiarazione del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Alberto Mazzonetto, il quale torna alla carica sulla vicenda del quarto ponte sul canal Grande e annuncia che giovedì 19 depositerà una serie di nuovi documenti di cui è venuto in possesso in Procura presso la Corte dei Conti (dove è ancora aperta l’inchiesta per presunto danno erariale relativo alla costruzione dell’opera).
Le risposte dell’assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz e del responsabile unico Salvatore Vento non lo hanno affatto tranquillizzato, anche perché l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici è tornata alla carica nel dicembre 2008 e chiede che l’amministrazione ottemperi alle richieste già avanzate dalla stessa Autorità alla fine del 2007. Il documento, firmato sempre dal presidente Luigi Giampaolino e dal relatore Andrea Camanzi, si esprime senza mezzi termini e accusa l’amministrazione comunale di essere rimasta “inerte” rispetto alle questioni sollevate un anno prima.
Nella delibera 310 del 2007, l’Autorità aveva così sottolineato: “L’attività progettuale si è estrinsecata in un progetto esecutivo solo in parte soddisfacente. A ciò è da aggiungere la carenza organizzativa dell’appaltatore e una certa disattenzione della stazione appaltante nel consentire l’esecuzione a mezzo di un contratto di fornitura… “. Inoltre, l’Autorità aveva affermato che già nel 2004 il Comune avrebbe potuto e dovuto rescindere il contratto e bandire una nuova gara e per questo chiamò a risponderne la direzione del procedimento e dei lavori.
«Sul caso Calatrava, il Comune non si muove. Un anno dopo – spiega Mazzonetto – l’Autorità di vigilanza ha rincarato la dose e le accuse. Sentite che cosa emerge da un documento che l’amministrazione comunale pretenderebbe di secretare, come ha detto l’assessore Rumiz giovedì in commissione: “Le reiterate giustificazioni delle varianti da parte del responsabile del procedimento con la unicità del ponte non sono condivisibili. Alcune tematiche significative alla costruzione dell’opera sono state di fatto trasferite alla stazione appaltante (il Comune) e, per quanto attiene le strutture metalliche, al costruttore fuori opera del manufatto (Lorenzon). Il Responsabile del procedimento ha invece dato scarsa importanza ai significativi errori amministrativi del bando e del subappalto non autorizzato posto in essere dall’appaltatore. Anche su tali ultimi aspetti non ha intrapreso l’avvio di coerenti azioni di responsabilità”».
L’articolo conclude con una dichiarazione di Mazzonetto:
«Con un voto del consiglio comunale – aggiunge Mazzonetto – la maggioranza ha chiuso e messo il bavaglio alla commissione d’inchiesta voluta dalla Lega. Non è stata cosa da poco cercare di ricostruire gli ulteriori problemi che il ponte ha posto dopo che l’attività della commissione era cessata. I cittadini hanno diritto di sapere che cosa sta succedendo. Il ponte è finito, ma i problemi continuano. Come mai questa fitta serie di contestazioni da parte dell’Autorità non ha trovato risposta? Si parla di omissioni e precise responsabilità, non di capri espiatori: se ci sono nomi e cognomi è il momento che vengano fuori».
Il Caso Calatrava quindi continua, in attesa delle iniziative legali della FISH…