Resto stupefatto, partendo da una mia considerazione fatta tramite twitter, di come la normativa che prevede la cosiddetta “pausa di riflessione” (o “silenzio elettorale”) non contenga alcun riferimento a tecnologie di comunicazione differenti dalla televisione. Eh si da quel poco che ho approfondito nel sito del Ministero dell’Interno, non esiste alcun “silenzio elettorale” per il Web.
Qualcuno potrebbe subito obiettare: eh ma pubblicare nel Web è come affiggere un cartellone o distribuire volantini che possono essere letti anche nel periodo di pausa di riflessione. Su questo sono concorde ma su quanto successo oggi non lo sono per nulla in quanto una cosa è mantenere dei contenuti pubblicati nei giorni in cui era consentita la pubblicità elettorale, altra cosa è uscire con pubblicità elettorale nel periodo di “riflessione”.
Cito da La Stampa.
YouTube viola il silenzio elettorale con un’intervista ad Antonio Di Pietro e Maurizio Gasparri realizzata dal massmediologo Klaus Davi e on air questa mattina, a partire dalle ore 10.40, sul canale di «KlausCondicio», il primo programma televisivo di approfondimento via web. Il leader dell’Italia dei Valori e il presidente del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà al Senato hanno raccolto l’invito a partecipare a una puntata speciale pre-elettorale rivolto loro dal conduttore, che ha comunicato ai due politici di voler così infrangere provocatoriamente le norme sul divieto di propaganda politica a ridosso delle consultazioni europee e amministrative.
Innanzitutto va chiarito se quello trasmesso da Klaus Davi è da considerarsi un canale televisivo (e qui si lascia spazio ai legali, non è il mio campo e non voglio addentrarmici) e se chiaramente è considerato tale è stata violata la normativa che prevede il silenzio elettorale. Citando sempre La Stampa risulta chiaro che comunque il silenzio elettorale andrebbe rispettato.
La normativa sul silenzio elettorale, secondo quanto precisato nelle circolari diramate dal Ministero dell’Interno e altresì indicato nei regolamenti attuativi della par condicio adottati per le elezioni europee e amministrative dalla Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi e dall’AgCom, stabilisce «che, in relazione alle consultazioni previste per oggi, sabato 6 giugno, a partire dalla ore 15.00, e domani, domenica 7 giugno, l’inizio del periodo di silenzio elettorale è fissato a decorrere dalle ore 24 di venerdì 5 giugno e si concluderà alle ore 22 di domenica 7 giugno. Il divieto di propaganda politica diretta e indiretta –si legge testualmente nel comunicato dell’AgCom- riguarda naturalmente anche le emittenti radiotelevisive e si estende alla riproposizione delle posizioni politiche espresse nei giorni precedenti il divieto».
Cosa mi lascia perplesso? Non tanto la dichiarazione di Gasparri che già a suo tempo ha purtroppo dimostrato poca competenza in materia di internet, quanto la dichiarazione del paladino della legalità Antonio di Pietro secondo cui «Anche per noi non sussiste alcun problema. Oggi e domani non si può fare pubblicità elettorale sulle tv pubbliche, ma la Rete è libera. Anche noi dell’Idv saremo presenti in streaming sul mio blog e voglio proprio vedere se qualcuno avrà da ridire».
Che dire se non restare allibiti: ma la rete allora è libera quando serve a loro e “se qualcuno ha da ridire” che succede? Ci si barrica dicendo che la rete è libera (quando serve a loro)? Purtroppo queste difese della rete si vedono solo in queste occasioni o in qualche convegno più o meno importante… poi nei fatti – almeno da quanto ho potuto cercare nei progetti di legge presentati sia alla Camera che al Senato – il nulla.