Calatrava: ora nemmeno l’ovovia?

Almeno questa è la richiesta del Presidente della Municipalità Enzo Castelli che sulla Nuova Venezia del 30 settembre 2008 dichiara che

sarebbe saggio e necessario soprassedere alla costruzione dell’inutile ovovia e impegnare i risparmi ottenuti per estendere a tutta la città il diritto all’accesso gratuito ai vaporetti per disabili”. Accesso gratuito che oggi è previsto tra Piazzale Roma e la Ferrovia – scrive il presidente Enzo Castelli nel documento approvato dalla Municipalità – mentre i soldi dell’ovovia potrebbero finanziare quegli interventi distribuiti nella città, oggi privi di fondi, che contribuirebbero davvero a rendere la città più accessibile e comunicativa abbatendo barriere architettoniche e mentali”.

Su Repubblica invece si può torvare uno scambio di battute in cui l’assessore Rumiz considera preferibile la segnaletica (chiaramente visibile a chi vede) rispetto al cambio degli scalini.

Per il Comune la soluzione migliore al problema delle cadute sul nuovo Ponte della Costituzione sarebbe di mettere cartelli che richiamino l’attenzione dei pedoni, anziche sostituire i gradini in vetro. Lo afferma l’assessore ai lavori pubblici Mara Rumiz, ritenendo che la scelta di una segnaletica che aumenti la “percezione” dei gradini, sia “meno complessa e meno costosa della sostituzione di parti del ponte” come suggerito dallo studio di Santiago Calatrava.

Quindi dopo il cartello che discrimina i disabili motori, ora tocca a nuovi cartelli per manlevare il comune da le “incidentali” cadute di veneziani e non?

Calatrava: via gli scalini in vetro?

Questo di fatto l’ordine di scuderia dello Studio Calatrava per ovviare ai problemi causati ai veneziani (e non solo) dal suo ponte.
Riporto il testo integrale dell’agenzia:

VENEZIA:PONTE COSTITUZIONE,SOLUZIONI CALATRAVA CONTRO CADUTE
(ANSA) – VENEZIA, 30 SET – Sostituire le 32 parti in vetro dei gradini ‘sotto accusa’ con parti in pietra: questa una delle soluzioni proposte dalla studio Calatrava per risolvere i problemi di possibili cadute sul Ponte della Costituzione, a Venezia.
Lo studio dell’architetto catalano che ha disegnato l’opera ha reso noto di aver informato i tecnici del Comune di Venezia ”circa i modi piu’ opportuni per risolvere il problema di alcuni particolari gradini del Ponte della Costituzione”, quelli doppi rispetto agli altri, all’origine di alcune lamentele. ”Secondo il direttore dei lavori ingegner Salvatore Vento – e’ detto in una nota dello studio – i piu’ distratti e/o le persone con problemi alla vista possono non percepire immediatamente il cambio di ritmo della pedata e rischiano dunque di cadere”. Da qui, la proposta della soluzione di sostituire per queste il vetro con la pietra; ”e’ un lavoro per niente complicato o costoso”, possibile al massimo in due notti se si vuole tenere il Ponte aperto. Riguardo ai problemi per gli ipovedenti legati alle sporgenze dei parapetti, vengono proposte due possibili soluzioni tra cui scegliere: alzare di 3 centimetri il pavimento davanti ai parapetti per una superficie di 60 cm quadrati, installare sul pavimento dei marcatori di acciaio o di gomma del tipo normalmente utilizzato per i non vedenti, in modo che possano intercettarli con il piede o con il bastoncino. Gli stessi marcatori potrebbero essere usati per segnare l’asse del Ponte. La decisione passa ora alla direzione lavori.(ANSA).

Calatrava: l’uomo del ponte ha detto si!

Ora il ponte di Calatrava sta diventando un caso nazionale.
Non son passati mesi da quando il Sindaco definiva quattro deficienti chi protestava per il ponte (facendo un tutt’uno tra chi protestava per l’elevato costo dell’opera e per chi protestava per la mancata accessibilità), facendo presente che solamente l’uno percento dei veneziani ha capito l’importanza di tale opera.
Ora l’elenco dei caduti sul ponte aumenta di giorno in giorno e finalmente si comincia a capire che non è un problema solo per le persone con disabilità. E “grazie” a questo, anche la stampa nazionale comincia a focalizzare sul caso del “ponte”, (a partire dal Corriere della Sera) anche se non focalizzano il problema di accessibilità dei disabili che non possono accedere al ponte in modo autonomo.
Il Comune quindi per correre ai ripari ha chiamato “l’uomo del ponte” per capire cosa si può fare per evitare questi ruzzoloni.

È per farla finita con le critiche (Pietro Bortoluzzi, capogruppo di An alla municipalità, ha fondato il «Comitato vittime del ponte») che il Comune ha scritto all’architetto. «Abbiamo fatto vari sopralluoghi, e lui ci ha fornito alcune indicazioni — racconta il direttore dei lavori, Salvatore Vento —; le linee “in più” sono necessarie per questioni strutturali, ma interverremo con qualche segnaletica per i distratti; forse degli sticker a terra…». Mind the gap, appunto. Purché si non rovini la visione d’insieme.

E quindi prepariamoci a vedere (chi chiaramente ha il dono della vista…) ulteriori segnaletiche, degli sticker a terra (saranno accessibili?)… e chi più ne ha più ne metta…

Calatrava, galeotto fu lo scalino

Si susseguono articoli stampa sui ruzzoloni fatti da veneziani e non sul ponte di Calatrava. A ieri erano 10 le persone finite al pronto soccorso con distorsioni alle caviglie o traumi per le cadute.
Sempre di ieri è la notizia della caduta di una turista americana che guidava una scolaresca di trenta alunni. Il Corriere del Veneto da spazio a questa notizia, facendo presente le problematiche e riportando un’interessante pensiero dell’assessore Rumiz sulle responsabilità “tecniche” delle cadute.

[…] Una parte della colpa ce l’ha la fretta dei veneziani, per i turisti c’è la disattenzione perché si guardano in giro, ma il ponte della Costituzione ci aggiunge anche i suoi gradini irregolari voluti – come più volte ha spiegato l’assessore comunale ai Lavori pubblici di Venezia Mara Rumiz – dallo stesso Santiago Calatrava per creare degli spazi dove potersi fermare per godersi il panorama.
Tanto che nei giorni scorsi da Ca’ Farsetti è partita una lettera indirizzata all’architetto spagnolo segnalando il problema e chiedendo di valutare delle possibili contromisure. «L’architetto sta lavorando e aspettiamo di vedere la sua risposta – spiega Salvatore Vento, dirigente comunale dell’ufficio tecnico e direttore dei lavori – nei prossimi giorni probabilmente metteremo una segnaletica».
Intanto l’assessore Rumiz ha anche chiesto ai vigili che presidiano la struttura in questi primi giorni di prendere nota delle modalità di caduta, per capire quali siano i punti critici. Ma basta mettersi davanti al ponte qualche decina di minuti per vedere che il punto clou degli inciampi è laddove la parte appiattita in cima al ponte si incrocia con il primo gradino.

Sono proprio curioso di vedere questa segnaletica: ma è usanza, anziché risolvere, avvisare l’utente che ci sono dei problemi? E soprattutto, com’è stato possibile dare l’agibilità ad un ponte così pericoloso anche per i “normovedenti” ?

Calatrava: passano i disabili (ma con l’accompagnatore)

Mentre in questi giorni la stampa ignora le problematiche di accessibilità del ponte, mentre non si sa ancora nulla sugli interventi di “ripiego” che dovranno essere applicati per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, mentre non si sa ancora nulla del destino dell’ovovia, venerdì 26 settembre 2008 sia il Corriere della Sera che Il Venezia hanno dato risalto ad un “passaggio” del ponte di Calatrava da parte di una ragazza in sedia a ruote, accompagnata dalla madre.

Voleva toccare con mano quanto fosse difficile attraversare il nuovo manufatto spingendo la figlia sù per gli scalini. Ce l’ha fatta. «Non è stato per niente difficile, perchè mi sono accorta che a differenza di tanti altri ponti veneziani, qui i gradini sono molto larghi e c’è margine di manovra – racconta la signora Caberlotto, originaria di Mestre ma residente a Venezia, in zona Ca’ D’oro da molti anni – Non ci sono problemi durante la salita, tanto meno per la discesa. È stata una grandissima soddisfazione passare da piazzale Roma alla Stazione Ferroviaria senza intoppi, e poi proseguire dritte fino a San Marcuola. Mi sono sentita libera, ci ha fatto tanto piacere».

La signora, però, giustamente precisa:

Dunque il ponte Costituzione, dopo la prova pioggia supera anche il test carrozzine: «Naturalmente a patto che ci sia un accompagnatore – prosegue la signora – altrimenti sarebbe impossibile.

E difatti le normative vigenti, già citate più volte, parlano di autonomia della persona con disabilità… in questo caso vi è un’ennesima conferma del problema.
Quello che mi colpisce è la visibilità mediatica di una passeggiata “casuale” e, come citato nel corriere del veneto, la dichiarazione della signora secondo cui “invece di polemizzare, si lavori per migliorare la città”.
Ora, se non è comunque un caso di omonimia – grazie a google – dal sito della Provincia di Venezia si scopre che la signora citata è la referente di un’associazione (A.G.R.E.) nonché presidentessa del C.I.F.. Spero di sbagliarmi, ma – a mio umile parere – sembra molto un articolo “ad hoc” per togliere il problema dell’accessibilità (prevista per legge) del ponte…