Calatrava: ci siam scordati i disabili visivi?

Pubblico su autorizzazione del Presidente dell’Associazione Disabili Visivi una sua lettera inviata alla mailing list listavista. In tale lettera fa presente che l’attuale ponte non è stato minimamente pensato per essere accessibile anche ai non vedenti e agli ipovedenti.

Cari amici,

non mi meraviglia molto il fatto che nel sito di Scano nessuno dei commentatori faccia rilevare che il progetto di Calatrava viola in pieno anche l’Art. 1.2.c del D.P.R. 503/1996 (costituisce barriera architettonica e va superata “la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi” e che tale violazione comporta anch’essa le conseguenze di inagibilità dell’opera e di responsabilità dei tecnici e dei politici ed amministratori che hanno approvato e finanziato il progetto illegittimo.
Non è tanto strano perché il dimenticarsi che fra i disabili ci sono anche quelli visivi è una costante fra i politici, i giornalisti e, di conseguenza, anche presso l’opinione pubblica. O meglio, non mi sorprenderebbe nel caso che Roberto Scano non fosse l’esperto che è in tema di accessibilità del web e quindi ben consapevole dei problemi di non vedenti ed ipovedenti.
Quello che è sicuramente strano è invece che nessuno lo abbia rilevato su questa lista.

Fin dal 2003 l’Associazione Disabili Visivi ha denunciato la totale assenza nel progetto di qualunque tipo di segnaletica per non vedenti ed ipovedenti, facendolo presente al Comune e alla stampa, come è stato fatto anche da parte della Presidente dell’UIC di Venezia, Gabriella Zuccarato, ma senza alcun risultato.
E’ da notare che per chi non vede o vede male non sono necessari i milioni di euro dell’ovovia, ma soltanto poche centinaia, o al massimo poche migliaia, per il miglioramento dell’illuminazione, del tutto insufficiente per tutti gli utenti, e a maggior ragione per gli ipovedenti, sia per quantità, che, soprattutto, per collocazione dei corpi illuminanti, così come attualmente predisposti, come è testimomiato dalla prova pratica eseguita dai tecnici del Comune (vedi articolo riportato in calce).. Ed è ancora più sbalorditiva la dichiarazione rilasciata dall’Ing. Salvatore Vento, che segue i lavori del ponte per il Comune, secondo cui, testualmente, “Sarà comunque quasi impossibile eliminare completamente le situazioni di cromatismo pericoloso”.

Per i non vedenti, poi, basterebbero poche decine di metri di segnali tattili incollati prima dell’inizio di ciascuna rampa in discesa, così come imposto dall’Art. 7.1 del DPR 503 che richiama l’Art. 8.10.1 del D.M.
236/1989.Oltretutto, tali segnali tattili, unitamente a dei marcagradini contrastati cromaticamente, servirebbero a tutti e particolarmente agli ipovedenti, dato che la trasparenza di una parte dei gradini,apprezzabile forse per lo spettacolo dell’acqua sottostante, crea sicuramente un pericolo per la loro incolumità, poiché ne rende estremamente difficile l’individuazione. E non si dica che questi accorgimenti imposti dalla legge deturperebbero l’originalità dell’opera: se l’estetica deve prevalere sulla sicurezza, allora che il ponte sia chiuso al transito e venga lasciato alla sola contemplazione ammirata dei turisti!

Poiché, a differenza dell’ovovia, non mi risulta che tale adeguamento, effettuabile in pochissimi giorni, sia neppure previsto, ho ritenuto opportuno informare l’opinione pubblica sul fatto che quest’opera è sfacciatamente e palesemente realizzata in violazione della normativa vigente e in spregio dei diritti delle diverse tipologie di persone con disabilità e addirittura pericolosa per tutti. Quest’ultima circostanza mi è stata confermata da un giornalista che ha provato a percorrere il ponte di sera.

Giulio Nardone

Calatrava: il comune rinuncia ad inaugurazione

Riporto il testo di un’ANSA appena giunta. Sembra che un primo passo sia stato fatto, e per questo ringrazio chi ha avuto il senso civico di comprendere la necessità di garantire “un ponte per tutti”.
Rimane comunque ancora aperta una questione, ventilata da un legale che ho conosciuto grazie a questo argomento: un’opera pubblica può essere dichiarata agibile se non è completamente accessibile a tutti (ovvero se rispetta le vigenti normative in materia di barriere architettoniche) ?

(ANSA) – VENEZIA, 25 AGO – Nessuna cerimonia di inaugurazione per il quarto ponte sul Canal Grande. Per mettere a tacere le polemiche, il Comune di Venezia ha deciso infatti di rinunciare all’inaugurazione del ponte di Calatrava prevista per il 18 settembre alla quale aveva invitato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La decisione e’ stata presa oggi durante una riunione con il sindaco Massimo Cacciari e l’assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz, convocata dopo le polemiche scoppiate in seguito al mancato completamento nei tempi previsti dell’ovovia per consentire l’accesso ai disabili. Ma il nuovo ponte e’ da tempo al centro delle polemiche e An aveva gia’ annunciato una manifestazione di protesta in occasione della cerimonia di inaugurazione ”per far conoscere nel dettaglio a Napolitano” quello che considera ”un monumento alla cattiva amministrazione e allo sperpero dei danari della legge Speciale per Venezia”. ”Per mettere a tacere le strumentalizzazioni e le speculazioni non ci sara’ nessuna inaugurazione – spiega l’assessore Rumiz – Io del resto sono poco interessata alle cerimonie e ai nomi e molto invece alla realizzazione effettiva delle opere. E’ pero’ un’ occasione mancata anche per affrontare la questione dell’accessibilita’ a tutti”. Il quarto ponte sul Canal Grande verra’ dunque aperto ‘in sordina’ e in una data ancora imprecisata: ”Potrebbe essere il 18 settembre, ma anche il 17 o il 19”, si limita a dire l’assessore. Senza cerimonia, dunque, e senza nome: tutti infatti lo continuano a chiamare con quello dell’architetto spagnolo che lo ha progettato, ma il nome ufficiale non e’ ancora stato scelto. (ANSA).

Calatrava: dimmi dove cadi e ti dirò chi sei

Attenzione. Non aspettatevi un post dedicato alla magia, alle apparizioni e/o alle sparizioni, ma si tratta (purtroppo) di fatti di cronaca.
Leggendo “Il Gazzettino” di oggi, sabato 23 agosto 2008, apprendo già dagli strilloni e successivamente dal quotidiano (pagina III), un titolo inquietante:

Calatrava, la luce fa scomparire i gradini

Nel corso della prova di giovedì sera i tecnici del Comune hanno accertato problemi per chi transita sul ponte

Che significa? Significa che a causa di un effetto ottico generato dalla combinazione della luce bianca (i fari di illuminazione aggiuntivi posizionati dal Comune per garantire maggiore “visibilità” dell’area pedonale, come dichiarato due giorni fa dall’assessora Rumiz) e il suo riflettersi sui gradini di pietra e vetro, qualsiasi persona può incorrere in rovinose cadute notturne.
E’ l’ennesimo problema del ponte, ma ancor più sconcertanti sono alcune dichiarazioni dell’ing. Salvatore Vento, che segue i lavori per conto del Comune. Ecco un paio di perle:

Dopo l’apertura del ponte vedremo quali saranno i punti critici.”

“Bisognerà prima fare una casistica sui punti dove la gente è in difficoltà a transitare e quali sono i punti di maggior rischio caduta

Già mi immagino (la metto sul ridere, ma sarebbe da piangere), una puntata di Porta a Porta con Vespa che ricostruisce il ponte in studio e pone una serie di bandierine per indicare a tutti i telespettatori: attenzione, non mettete il piede in quel punto, siete avvisati! Oppure un (ennesimo) classico cartello comunale, stile “Attenzione, campo minato!” (come i classici “Attenzione, radici affioranti!), magari per evitare di pagare qualche danno all’utenza…
Vedremo una nuova lista di consulenti a valutare statisticamente i punti di caduta?

Calatrava: Bomprezzi scrive a Cacciari

Ricevo e pubblico una lettera che Franco Bomprezzi ha inviato al Sindaco di Venezia, Prof. Massimo Cacciari, e pubblicata su Affari Italiani in cui si riprende la problematica del Ponte di Calatrava inaccessibile ai disabili.

Caro Cacciari,
mi stai deludendo. Hai deciso di inaugurare il ponte di Calatrava sul Canal Grande, il 18 settembre prossimo, con tanto di presidente Napolitano, anche se la Grande Opera non sarà ancora accessibile ai disabili, perché l’ovovia (dopo spiego di che si tratta) non è pronta.
Stiamo ai fatti: ogni nuova opera pubblica di questo Paese deve essere accessibile a tutti, dunque anche ad anziani, disabili, mamme con il passeggino, non vedenti, ipovedenti, claudicanti, e così via.

Un ponte a Venezia, per di più affidato al più famoso progettista del mondo, doveva assolutamente essere pensato per tutti, anche per il suo valore simbolico, di porta alla città più spettacolare e turistica del mondo.

Così non è stato fin dall’inizio (il sindaco non eri tu). Abbiamo protestato in molti, ed è stato rimediato con quello che i veneti chiamano un “tacòn”, ossia un aggeggio non pensato da Calatrava, a metà fra il servoscala e la cabinovia. Un uovo di vetro che impiegherà 22 minuti per completare il percorso tra piazzale Roma e l’altra sponda del Canale. Per di più non si fermerà sulla cima del ponte, e dunque i disabili in carrozzina che la useranno, ammesso che sopravvivano a questa prova estrema, saranno totalmente emarginati, espunti, dall’opera d’arte.

Ma almeno era un rattoppo, un rammendo, una prova che almeno si è tentato di dare una risposta civile a un diritto evidente e ormai condiviso. Inaugurare senza l’ovovia è uno scandalo che spero tu non voglia consentire. Sei troppo intelligente, colto, attento ai diritti, per non capire che schiaffo daresti a me e a tutti coloro che in Italia, e sono tanti, si battono ogni giorno per vedere finalmente superate le barriere di ogni genere che separano il mondo dei disabili dagli altri.

Vatti a leggere il bel dibattito aperto da un veneziano che si occupa di accessibilità del web, Roberto Scano, nel suo blog www.robertoscano.info, e forse avrai buoni argomenti.
Ai nostri lettori chiedo di firmare l’appello per il rinvio dell’inaugurazione, basta andare nel sito www.firmiamo.it/unpontepertutti . Un mare di firme, forse, aiuta a ragionare.
Hai detto: “I disabili devono capire…”. No, i disabili non capiscono. Prova a capire tu.
franco.bomprezzi@affaritaliani.it

Calatrava a Venezia: doveroso rinviare l’inaugurazione

Il ponte di CalatravaApprendo dalla stampa locale (Gazzettino di Venezia, 19 agosto 2008, pag. III):

VENEZIA – Il ponte di Calatrava è pronto e il 18 settembre dovrebbe essere inaugurato dal Capo dello Stato. Ci sono però due problemi: l’ovovia, che non sarà installata prima di qualche mese e quindi non ci sarà e il nome, che non è stato ancora deciso.

Non voglio scendere nei dettagli e/o polemiche relative ai ritardi e/o ai costi di realizzazione dell’opera per il posizionamento del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, ma voglio soffermarmi per l’ennesima volta sui problemi di accessibilità e sulla progettazione “senza l’accessibilità in mente”.

Alcuni si chiederanno qual’è il problema. Mi preme citare un estratto da un post nel sito Architettura e Design:

Criticato per la mancata attenzione progettuale verso l’utenza con difficoltà motorie, al progetto del ponte di cristallo è stato affiancato quello di una particolare “ascensore” per risolvere la grossa falla progettuale dell’architetto spagnolo: un’ovovia nascosta ai piedi del ponte all’interno di una botola che, aperta a richiesta, lascia salire la cabina che accoglie al suo interno la persona disabile.

La botola viene quindi sollevata da un braccio e agganciata ad un carrello scorrevole sistemato nella parte esterna del ponte. Concluso l’attraversamento, le operazioni si ripetono partendo dall’altra sponda per consentire il percorso al contrario.

Ma l’accessibilità era stata pensata? Mi rispondo da solo grazie alla rete internet:

Il botto vero scoppiò quando si scoprì che l’architetto, nel nome della purezza delle forme, non si era minimamente posto il problema dei disabili. I quali, giustamente, piantarono la grana: possibile che dopo 434 ponti costruiti a Venezia nei secoli in cui non c’era attenzione per l’handicap, anche il primo e unico dei ponti nuovi nascesse nell’indifferenza per chi è in carrozzina? Possibile che neppure Calatrava si fosse posto l’obiettivo di conciliare l’arte con il rispetto dei diversamente abili e le leggi vigenti? E come aveva potuto la Commissione di Salvaguardia approvare l’opera accettando, tra le motivazioni del «no» ai «servoscala», anche quella che senza quegli infissi metallici l’opera offriva «un impatto visivo certamente migliore»? Messo alle strette, il Comune sterzò. E chiese al progettista di trovare una soluzione. Calatrava disse sì, però, insomma… Un tira e molla. Finché, seccato per i problemi posti a lui e non ai grandi artisti del passato, inviò una lettera incredibile.

Dove si dichiarava a malincuore pronto ad adeguare il progetto ma insisteva nel suggerire ai disabili «l’attraversamento orizzontale mediante vaporetto». Cioè «il superamento del canale a livello dell’acqua coordinato con i servizi dell’Actv». «Risposta infelice», sbottò Paolo Costa. Che diffidò l’artista: decida in fretta e piantiamola qui.

Qual’è quindi il problema? Il problema è che probabilmente il 18 settembre 2008 il Capo dello Stato inaugurerà un’opera inaccessibile, ovvero darà il benestare all’apertura di un’opera che per diversi mesi non potrà essere accessibile alle persone con disabilità motorie.

Sorvolando eventuali problematiche legali relative alla progettazione non accessibile (qualcuno dovrà senz’altro prendersi la responsabilità di aver approvato e finanziato un progetto con barriere architettoniche, il cui adeguamento ricade sulla collettività), vorrei cogliere l’occasione per chiedere pubblicamente al Sindaco di Venezia Prof. Massimo Cacciari e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di rimandare l’inaugurazione dell’opera ad opera realmente compiuta ed accessibile a tutti. Un ponte è di fatto una struttura che consente il passaggio di persone da una sponda all’altra: come possiamo inaugurare un’opera che non consente a tutti la possibilità di utilizzarlo?

Ove non vi fosse tale sensibilità al problema, grazie alla rete auspico una giusta e sonora manifestazione di protesta da parte di chi sfortunatamente potrà solo ammirare il ponte senza attraversarlo: si sono attesi anni per avere il ponte… qualche mese in più non peserebbe a nessuno.
Sia ben chiaro: non chiedo di non aprire il ponte, ci mancherebbe! Ma quantomeno di inaugurarlo quando effettivamente l’opera sarà completa: senza l’ovovia al momento è un “ponte zoppo”.

Questo post è stato segnalato anche al Quirinale tramite l’apposito modulo di contatto presente nel sito del Presidente.

Aggiornamento del 20 agosto 2008. Avviata una petizione on-line.

Firma la petizione: un ponte per tutti