Digit@Pa: questione di esperti?


In questi giorni sulla stampa si discute dell’iniziativa del ministro Renato Brunetta di voler (a mio avviso giustamente) riorganizzare il CNIPA. Per capire che il CNIPA necessita di una riorganizzazione, basta leggere gli ultimi articoli postati in questo blog e le ultime discussioni nella pagina su Facebook del Ministro. In sintesi, il CNIPA di fatto oggi è una serie di uffici che tecnicamente producono poco (basta pensare al caso dell’accessibilità) e che spesso quanto producono non è emanazione diretta del centro ma è riutilizzo di materiale predisposto da terzi (vedasi il caso delle linee guida per l’acquisto di servizi Web). Da quel poco che ho visto al CNIPA ai tempi in cui fornivo consulenza in materia di accessibilità, effettivamente questo centro – a mio modesto parere – necessita di una boccata d’ossigeno di persone in campo tecnico.
L’idea di Brunetta è quindi sotto un certo punto di vista vulcaniano, logica: se nel CNIPA mancano gli esperti per poter far crescere il centro informatica, e si vuole mantenere chiaramente una struttura similare a supporto della pubblica amministrazione è necessario muoversi in due possibili soluzioni:

  • Chiamare consulenti esperti (come proposto dal Ministro) ed inserirli nell’organizzazione operativa del centro, fornendo ai dirigenti la “visione del futuro ICT” e indirizzando quindi l’innovazione in tal senso (un po’ come abbiamo fatto a suo tempo con la legge 4/2004, suggerendo ai normatori l’art. 12 per la costante evoluzione della normativa)
  • Formare i dipendenti ad alto livello, ovvero affiancare agli stessi dei formatori/consulenti di alto livello (e qui come sempre ricordo che l’alto livello non significa alto titolo di studio ma alta competenza in una specifica materia) in modo da rinfrescare l’organizzazione operativa.

A dire il vero ce ne sarebbe pure una terza: usare la mobilità per trasferire al CNIPA esperti di ICT già presenti all’interno delle P.A. al CNIPA e spostare una parte corposa del personale amministrativo verso altre funzioni. In questo modo ci sarebbe un buon risparmio di risorse economiche e si valorizzerebbero le qualità di dipendenti P.A. maggiormente “skillati” (affiancandoli nei casi estremamente necessari con consulenti di comprovata capacità).
Oggi arriva la doccia fredda da parte di Tremonti e dalla presidenza del Consiglio che in sintesi dice che (tra l’altro) non è possibile contrattualizzare questi “esperti”.
A questo punto la soluzione è chiara: se non risulta possibile garantire la nascita di “qualcosa” per l’innovazione di proprietà della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il coinvolgimento di esperti, conviene chiudere il CNIPA ed eventualmente sottoscrivere protocolli di collaborazione con enti normativi tecnici (penso tra tutti UNINFO) per la predisposizione di specifiche tecnico/organizzative, riutilizzando il personale del CNIPA (in gran parte amministrativo) per altre funzioni all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ministro Brunetta: la competenza non è solo laurea o albi professionali

Grazie all’occasione offerta da “Confronti PA”, in una giornata in cui ero particolarmente “predisposto” ho lanciato un video-messaggio al Ministro Brunetta il quale sicuramente risponderà come ha già fatto per altre domande.
[kaltura-widget wid=”anzox5aqig” width=”410″ height=”364″ type=”whiteblue” addPermission=”0″ editPermission=”0″ /]
Di cosa parliamo? Nella Legge 6 agosto 2008, n. 133) l’art. 46 recita:

Riduzione delle collaborazioni e consulenze nella pubblica amministrazione
1. Il comma 6 dell’articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dal decreto legge 4 luglio 2006, n. 233, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e da ultimo dall’articolo 3, comma 76, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e’ così sostituito: «6. Per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria, in presenza dei seguenti presupposti di legittimità:
[…]
c) la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata;
d) devono essere preventivamente determinati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione. Si prescinde dal requisito della comprovata specializzazione universitaria in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi o con soggetti che operino nel campo dell’arte, dello spettacolo o dei mestieri artigianali, ferma restando la necessità di accertare la maturata esperienza nel settore.

Quindi in buona sostanza con questo decreto si afferma che:

  • Se sei un professionista non laureato (o un laureato di primo livello) iscritto a un albo o a un ordine professionale puoi effettuare collaborazioni con la PA.
  • Se sei un artista o un artigiano non è richiesta la laurea.

Restano sempre esclusi dalla possibilità di collaborare con la PA:

  • Individui in possesso di una laurea di primo livello ma non iscritti a un albo o a un ordine.
  • Professionisti non laureati e non iscritti a un albo o un ordine.

Una dettagliata analisi è disponibile a cura di Marco Bertoni.
Vi chiedo quindi di registarvi al portale contribuire alla discussione nella pagina del video, magari anche votandolo.

CNIPA: Ministro Brunetta, raddrizzi la situazione!

Locandina: Brunetta che raddrizza il CNIPA
A seguito dell’articolo pubblicato ieri, ho pensato di scrivere nel forum su Facebook, il social network in cui è possibile dialogare direttamente con lo staff del Ministro Renato Brunetta.
Di seguito riporto la mia lettera.

Caro Ministro,
ho letto con piacere che tra le sue prossime iniziative vi è la trasformazione del CNIPA che (in molti se lo auspicano) possa riportare maggior operatività e sopratutto maggior chiarezza su quale sia lo scopo di questa realtà.

Questo è necessario perchè dalle ultime iniziative sembra che il CNIPA sia passato da un ruolo di autorità super-partes (che aveva quando era AIPA) a qualcosa che super-partes sembra non esserlo più. E le posso portare due esempi pratici:

1. Professionalità ICT

Come presidente dell’associazione dei “Webmaster” (termine che ora raggruppa genericamente tutti coloro che lavorano nel Web) che tra l’altro sta cercando di definire con larga partecipazione (http://www.skillprofiles.eu/partecipanti) sia delle aziende che dei diretti interessati ho fatto presente che l’attuale azione di “standardizzazione” del CNIPA relativa alle professionalità ICT è fallace (a riguardo: http://punto-informatico.it/2521004/PI/News/web-caccia-ad-una-professionalita-riconoscibile.aspx) facendo notare che si sta ricadendo nell’errore (già fatto in passato con l’ECDL) di dare valore di “standard” a qualcosa che standard non è (nel caso specifico l’EUCIP) in quanto tutte queste iniziative si ispirano a delle norme tecniche del CEN ma il CEN non ha mai riconosciuto come standard queste attività di formazione e di certificazione. Ma in Italia funziona così: basta usare la la parola standard su qualche slide e quindi si diventa “standard de facto”. Morale: quando è stato fatto notare questo leggero problema sui profili “standardizzati” del CNIPA è stato fatto gentilmente notare che quelli per il CNIPA erano standard e che nel caso dovevamo recarci (sic!) dall’associazione che li aveva creati (associazione che NON si occupa di Web e che non ha rappresentanza in tale settore) e proporre di modificare i loro profili considerando che (cito) tali profili comunque andavano bene a Confindustria che raggruppa i principali fornitori dello Stato in materia ICT. Per fare un paragone: lei è stato il primo ministro a proporre l’uso di XBML per i bilanci delle aziende (e li grande onore al merito!). Si immagini se anzichè usare uno standard aperto come XBML si fosse sentito dire: eh no ministro usiamo il protocollo “cippalippa” in quanto il maggior numero di aziende italiane usa quello anche se non è uno standard internazionale.

2. Linee guida per gli scenari innovativi ICT

Qui arriviamo al punto dolente che mi ha portato a fare questo post, ben sapendo l’interesse da parte sua per la materia (visto che tra l’altro ci seguiamo a vicenda su twitter). In sintesi, mentre nei tempi passati (e non tanto remoti) le linee guida venivano create da gruppi di lavoro a cui partecipavano i rappresentanti delle associazioni (quindi a garanzia di tutela degli interessi di tutti), in questo caso (e posso dirle che ho sobbalzato sulla sedia) ci si trova davanti il primo esempio di documento dedicato ai fornitori delle P.A. fatto da tre fornitori delle PA, con tanto di approvazione del CNIPA.
Senza scendere nel dettaglio dei grossolani errori nella sola materia di accessibilità del Web (https://robertoscano.info/random-bits/scenari-innovativi-ict-caro-cnipa-proprio-non-ci-siamo/) consiglierei anche la lettura di quanto scrive il collega Livio Mondini (http://www.biroblu.info/2009/04/accessibilita-in-perpetual-beta/) e dei commenti che ne stanno scaturendo.

3. Accessibilità

L’accessibilità come sa chi opera nel settore è “defunta” al CNIPA (il quale per legge avrebbe una serie di obblighi). Qui per fortuna sembra che il Dipartimento Innovazione e Tecnologie si stia muovendo per garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso ai servizi informatici con l’aggiornamento della normativa (della cosiddetta Legge Stanca), oramai necessaria in tempi brevi proprio per non fermare l’innovazione del paese.

In conclusione caro Ministro, quello che le chiedo sia come lavoratore della rete, sia come presidente dell’associazione che rappresenta i lavoratori ed innovatori della rete Web, è di monitorare queste amene situazioni anche per evitare che poi leggerezze fatte da altri possano togliere lustro alle ottime azioni che sta portando avanti in materia di innovazione nella P.A.