Capita che oggi, 11 novembre, a Venezia è una domenica di festa, dedicata a San Martino: i bambini veneziani, da ben prima dell’americano Halloween, vanno in giro per la città con pentole e mestoli a cantare una canzone e a chiedere in cambio dolciumi. Oggi, pure loro, hanno dovuto desistere.
Acqua alta, qualcosa secondo cui i media televisivi i veneziani convivono senza problemi e pure sorridono, mentre è un reale problema di vivibilità cittadina. Acqua alta, un problema di centimetri che possono cambiare la vita di una persona.
Per chi non lo sapesse, i veneziani in questo periodo leggono costantemente il cosiddetto bollettino delle maree che indica i livelli previsti dall’ufficio maree del Comune di Venezia che è presente anche su twitter. Per non farci mancare nulla, esiste un ulteriore ufficio con stesse funzionalità ma in carico all’ISPRA, che produce chiaramente dati differenti. Di norma quindi, quando la sera prima come in questo caso prevedono 120cm sul livello del mare, ci si aspetta un paio di ore prima dell’evento di marea eccezionale il suono delle sirene (nel sito del Comune la spiegazione e pure la simulazione, così capite cosa proviamo spesso di notte, in particolare il sottoscritto che ha una delle sirene vicino a casa…). E’ importante chiarire che il livello previsto è un punto vitale: ci sono zone della città che a 120 cm vanno sotto, altre invece (comprese quindi case, negozi, studi, ecc.) che reggono entro i 130 cm, altre entro i 140 cm e così via.
Oggi invece il caos. Suonano le sirene alle 5.30 di mattina annunciando con diverse tonalità di suoni il raggiungimento della marea 130…. e dopo un’ora risuona nuovamente, annunciando la marea a 140. Oramai sveglio mi alzo e verifico che è successo, visto che da giorni la gente (in particolare i pescatori) annunciavano maree eccezionali mentre il Comune – anche in discussioni su Facebook in cui partecipava anche il DG – parlava di inutili allarmismi.
Tanto tuonò che piovve, e oltre alla pioggia una serie di fatti “storici” hanno causato questo danno che è finito su tutti i TG e domani sarà su tutti i giornali. A questo punto c’è da chiedersi: come hanno gestito i dati e le informazioni?
Va premesso che il Comune ha una serie di sensori in giro per la laguna che automaticamente forniscono informazioni aggiornate ogni 5 minuti, disponibili sia in formato grafico che in formato tabellare. Va anche premesso che esiste una app dedicata chiamata Hi!Tide disponibile per Iphone e Android che recupera anch’essa dei dati ma che si pianta (come da dichiarazione del comune) quando supera i 3 mila utenti contemporanei. Va infine premesso che come nelle occasioni precedenti, il sito del comune è andato fuori uso a causa – dicono – delle troppe risorse che “inglobano” il grafico delle maree e che sono state diffidate (!!!) dal farlo, ossia sono state invitate a copiarsi il grafico anziché mostrare quello in normalissimo formato jpg.
Dopo tutte queste premesse va capito cosa non ha funzionato. Nell’immagine qui sotto riportata è chiaro che l’ufficio competente ha diramato dei dati tramite il sito del Comune alle ore 5.30 con marea prevista per cm. 130 mentre il canale twitter ha diramato alle ore 5.33 informazione su 120 cm.
Il canale twitter era l’unica ricorsa “sempre operativa”, vista la certezza della funzionalità della piattaforma testata qualche giorno fa con le elezioni americane. Purtroppo la scelta di comunicazione dell’amministrazione ha portato a non considerarla, lasciando una serie di invii di messaggi automatici con previsioni oramai non attuali, senza alcun presidio “umano” per tutta la giornata (ancora adesso alle ore 18.36 che scrivo questo pezzo risultano notifiche di dati non aggiornati). Bisogna pure aggiungere che il servizio di informazioni via e-mail è fallace: il messaggio di notifica delle condizioni avverse previste per le ore 8.40 è pervenuto in e-mail alle ore 10.05 mentre alle 9.48 il messaggio su twitter (unico) su livello rosso.
Mi sono pertanto permesso di fare il cittadino attivo ed ho aperto un hashtag su twitter “#mareavenezia” popolando con tweet ogni 5 minuti prelevando le informazioni dalle tabelle pubblicate automaticamente dai sensori di rilevazione, fino alle ore 12.00 in cui la situazione ha iniziato a normalizzarsi.
Devo dire che sono particolarmente incazzato su quanto è successo, non tanto per i comunicati ufficiali dell’ente Comune, quanto per l’inadeguato utilizzo dei canali di comunicazione istituzionali, della poca conoscenza del mezzo “internet” e della sua gestione. Tralasciando ogni commento sul “divieto di linkare il grafico delle maree”, punto il dito sulla totale inadeguatezza della gestione degli altri canali: il sito Web che si “siede” dopo un non ben precisato numero di utenti, il canale twitter non presidiato e la totale assenza del canale facebook nonostante – ripeto – esistano decine di sensori che pubblicano informazioni tabellari e che possono quindi essere inviate a twitter con lo sviluppo a costi irrisori di servizi ad hoc fruibili da chiunque e senza problema di limitazione delle risorse contemporanee ad un misero valore di 3 mila utenti (che per una città che fa decine di migliaia di visitatori al giorno è un po’ una presa per i fondelli…). Per finire al caos totale si aggiunge la confusione mentale pure di chi si occupa delle news del comune che ha erroneamente parlato di “domenica 12 novembre” nel comunicato stampa ufficiale.
Come dice giustamente l’amico Gigi Cogo, il problema è che nella PA si vuole fare “informatica” senza spesso averne le competenze nonostante la presenza di società in-house che dovrebbero garantire le competenze mancanti. Fare comunicazione specie in momenti di crisi è essenziale, ed è necessaria la padronanza di tali strumenti come la padronanza richiesta a chi governa una barca. La comunicazione sociale non si improvvisa, si programma, si coinvolgono i cittadini e si cerca di risolvere i problemi. Ed evitiamo la continua cantilena che non ci sono soldi per garantire il servizio, mentre vi è disponibilità di oltre 2500 euro per garantire al Sindaco la fruibilità delle notizie ANSA regionali nel suo IPhone (Determinazione Dirigenziale n. 2090/2012 del 7 novembre 2012).
Il Comune ha una serie di sensori: perché non pubblicare questi dati in formato riutilizzabile (vista anche la delibera opendata promossa dal gruppo facebook opendatavenezia) e integrare la pubblicazione dei medesimi su social media come twitter, con specifici hashtag, con garanzia di una costante disponibilità in rete di informazioni aggiornate? Se molti comuni cominciassero ad utilizzare twitter per dare informazioni di servizio (e da un canale come ICPSMVenezia mi aspetto informazioni di servizio) anziché utilizzarlo per mera diffusione di comunicati stampa, sarebbe cosa buona e giusta, dando magari una letta ai vademecum dedicati all’uso dei social media nella PA ed alla qualità dei siti Web delle PA. Tra l’altro, per concludere, va fatto notare la confusione nelle licenze d’uso: il sito del comune prevede il copyright su tutto, la sezione del sito delle maree prevede Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5, il che significa che un quotidiano, ad esempio, non potrebbe riportare alcuna informazione sulle maree. E l’Opendata dov’è finito?