Mi sto meravigliando che in diverse discussioni, anche con veneziani, il problema del ponte venga a volte segnato con un “beh, ci sono già tanti ponti inaccessibili, perchè accanirsi verso questo?”.
In questo modo si vuole dare una parvenza di Venezia inaccessibile ai disabili, ma in origine (ed anche oggi) Venezia è una città in cui in gran parte (grazie al lavoro dell’Ufficio per l’abbattimento delle barriere architettoniche del Comune, col progetto “Venezia accessibile“) è possibile girare pur essendo soggetti a disabilità.
Se facciamo un balzo indietro nel tempo, vediamo che – per l’ennesima volta – bisogna imparare dagli errori. Lo sapevate che a Venezia, nel 1200, giravano i cavalli e quindi i ponti erano per forza accessibili?
Siamo abituati a vedere delle splendide tele raffiguranti la piazza S.Marco, i signori e le dame eleganti a passeggio per la piazza … a piedi. Tuttavia fino al 1267 la piazza era completamente sterrata, i ponti erano pochi, in legno, alquanto bassi e privi di gradini. Esiste una piccola zona di Venezia detta “Toletta” che deve il suo nome ad una una precaria tavola di legno che fungeva da ponte. Grazie ai ponti costruiti senza gradini, i cavalli potevano circolare liberamente in città: i nobili infatti si recavano alle sedute del Maggior Consiglio con le loro cavalcature, chiamati a raccolta dal suono di una delle campane del Campanile di San Marco, detta Trotéra. Una legge del 1287 proibiva a tutti di cavalcare per le mercerie (tra piazza S.Marco e d il ponte di Rialto) a causa delle ristrette dimensioni della via, con una cortese eccezione: i forestieri appena giunti in città.
Nel 1291 veniva imposto di “parcheggiare” la cavalcatura in un’area predisposta per proseguire il percorso a piedi verso S.Marco; veniva altresì vietato l’utilizzo di cavalli privi di finiture o sonagli. Una antica ed eccentrica usanza era quella di tingere i cavalli in arancio con un estratto vegetale ottenuto da una pianta importata da Cipro… Nel XV secolo si ritenne infine indispensabile alzare l’arco dei ponti che furono quindi dotati di gradini e questo comportò la sparizione di tali animali dalle strette vie di Venezia. Tra il 1687 ed il 1735 un fabbricato detto “La cavallerizza” (dietro la basilica di SS. Giovanni e Paolo) fungeva da maneggio e vi si disputavano giostre e tornei tra patrizi. Nonostante queste performances, quando si voleva ironizzare sulle cattive qualità di un cavaliere si diceva che “cavalcava alla veneziana”…