Sono tornato da qualche giorno a Venezia dopo tre intense giornate di docenza a Bolzano, dove oramai sono di casa.
Questa volta i discenti erano un gruppo di ragazze ultra-interessate all’argomento del Web e molto ricettive (ho usato questa definizione più volte con Federico Pitone, l’organizzatore dell’attività formativa come Red Oddity, prendendomi pure scherzosamente dello “Scano misogino”), tutte ragazze provenienti dal mondo della grafica e quindi da “convertire” all’importanza dello sviluppo di contenuti ed interfacce Web secondo gli standard.
Il percorso didattico di “The Woman in Tech” si sviluppa intorno ad una solida preparazione tecnica informatica sul Web, approfondendo i software grafici Adobe per il Web Design quali Photoshop, Dreamweaver e Flash, la programmazione su web con l´utilizzo di HTML, CSS, Javascript e Php e lo sviluppo di database.
La formazione tecnica è trasversalmente integrata con tematiche di genere, per sviluppare competenze sociali ed organizzative che consentiranno alle allieve sia di immaginare nuove forme d´impresa, in cui l´attività lavorativa è conciliata con le esigenze individuali e familiari, sia di lavorare attivamente sulla propria consapevolezza di genere e sulle proprie motivazioni.
Ho notato particolare interesse per l’argomento accessibilità, a cui sono arrivate dopo ben cinque settimane di preparazione e studio su HTML e CSS. Alla fine delle tre giornate ho avuto il piacevole riscontro di tutte sul fatto che l’accessibilità non può essere considerato un modulo “aggiuntivo/opzionale” nella fornitura di servizi (sia per le pubbliche amministrazioni che per il privato), ma deve essere un principio basilare nello sviluppo.
Per conoscere meglio le discenti, consiglio un passaggio all’archivio fotografico.