Egregio Presidente Napolitano,
sono a riscriverLe per riportare l’attenzione su un argomento che mi sta personalmente molto a cuore e sta a cuore delle associazioni e delle persone con disabilità, ovvero il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, ora “Ponte della Costituzione”.
Innanzitutto mi preme ringraziarla per aver rinunciato a partecipare all’inaugurazione della suddetta opera, così come ringrazio l’amministrazione comunale per aver rinunciato ad inaugurare il ponte progettato dall’architetto Santiago Calatrava.
La situazione dalla prima lettera inviataLe purtroppo non è cambiata. Ad oggi Venezia ha – dopo oltre 70 anni – un nuovo ponte (ad oggi non ancora aperto) che però discrimina alcuni cittadini. Non sto a ripetere in questa lettera argomentazioni già ampiamente descritte nelle missive precedenti ma sta di fatto che ad oggi il “Ponte della Costituzione” è ancora un ponte che divide cittadini abili da quelli disabili, come se non esistessero le normative sull’abbattimento delle barriere architettoniche per le opere pubbliche. Penso possa immaginare cosa provi un disabile a sentirsi dire: “se vuoi attraversare il canale puoi prendere il vaporetto” e subito dopo sentir dire l’architetto Calatrava che il centro del ponte è stato volutamente sviluppato largo per essere luogo di aggregazione…
Presidente, capirà che così non va, soprattutto non va per un ponte dedicato alla Costituzione Italiana nel suo sessantesimo compleanno: è lampante che un ponte inaccessibile viola quantomeno l’art. 3 della Costituzione (se non anche gli artt. 2, 16 e 32)!
A frittata fatta, si è proposta la soluzione dell’ovovia: una struttura sperimentale per consentire a disabili motori di poter passare il ponte all’interno di una struttura esterna, senza possibilità di fermarsi a centro ponte e – citando Calatrava – viverne l’esperienza di aggregazione. Ancora oggi dalla stampa si apprende che la mancata inaugurazione è colpa di “chi non vuole bene a Venezia”, mentre è ben chiaro che nessuno è contrario all’inaugurazione del ponte, così pure di assegnargli il nome “Ponte della Costituzione”.
Come saprà, avendoLe inviato copia, assieme a Franco Bomprezzi abbiamo pure richiesto all’assessore competente di “attendere” ad assegnare il nome “Ponte della Costituzione” finché il ponte non fosse stato adeguato alle vigenti normative in materia di barriere architettoniche ma, ahimè, la lettera non è stata considerata ed il ponte porta già quel nome così importante pur essendo così lontano dall’art. 3 e dagli altri articoli già citati della Costituzione Italiana.
Non dimentichiamoci che il ponte sorge alla porta principale della città di Venezia, ed accogliere il “foresto” già con barriere non è un buon biglietto da visita.
Con questa mia lettera, vista la sua visita a Venezia nei prossimi giorni per un convegno proprio dedicato alla Costituzione, e proprio per garantire che una sua presenza non venga strumentalizzata come definitiva consacrazione di un’opera inaccessibile e in violazione all’art. 3 della costituzione (ad oggi nega il diritto a TUTTI i cittadini di poter attraversare il ponte e di poter essere luogo di aggregazione), Le chiedo – anche a nome di chi ha ritenuto utile l’iniziativa “un ponte per tutti” – di non passeggiare sul ponte oggi, ad opera inaccessibile ma invitandoLa ad attraversarlo assieme al Sindaco di Venezia e assieme a rappresentanti di associazioni dei disabili quando il ponte sarà “un ponte per tutti”: in quel caso sarebbe idonea un’inaugurazione ad ampio risalto mediatico, per un ponte della Costituzione che unisce tutti i cittadini, senza distinzione.
Aderisce al mio appello il giornalista con disabilità Franco Bomprezzi, che lei ha nominato cavaliere della Repubblica il 3 dicembre 2007 proprio per il suo impegno a difesa dei diritti delle persone con disabilità. Franco Bomprezzi, come molte altre persone con disabilità, singole e aderenti alle associazioni di tutela dei diritti, hanno grande fiducia in Lei e confidano nel suo equilibrato e saggio intervento. Non le deluda, caro Presidente.
Anzi, ci aiuti a far riconsiderare, nel pieno rispetto della Costituzione, le questioni irrisolte nella realizzazione di un’opera di grande valore estetico e simbolico. Ancora una volta, si confermi il Presidente di tutti gli italiani.
Roberto Scano