Ricevo e pubblico volentieri una nota del Comitato d’Onore per l’Accoglienza di SS il Dalai Lama a firma di Michele Bortoluzzi.
Con il Dalai Lama la storia torna a Venezia
Il Dalai Lama sarà a Venezia il 9 e 10 febbraio. Ci sarà perché il destino ha deciso di far incrociare nuovamente la storia di due mondi solo apparentemente lontani, quasi ottocento anni dopo . Non ci sono meriti: c’è il fatto nudo, gravido solo dello straordinario significato che riveste.
C’è la cittadinanza onoraria e c’è la bandiera del Veneto. C’è il riconoscimento dell’indipendenza che Marco Polo certificò con la sua caparbia curiosità.
C’è quella straordinaria sensazione di pace ,quasi magica, che aleggia tra i canali e si intuisce nei discorsi dei veneziani che attendono il XIV Dalai Lama come se questa visita fosse l’inizio di un cambiamento per questa città. C’è quel senso di unità, che è così difficile da cogliere – normalmente . in una società quanto mai divisa.
Noi siamo felici di aver partecipato al cambiamento, e vorremmo poter trasmettere l’auspicio che si possa cogliere questa occasione per fare un passo avanti. Tutti, senza destra ne’ sinistra, per una volta.
Vorrei dire che aspettare il Dalai Lama non significa essere contro qualcun altro. Dobbiamo lottare per un ideale che non può non essere condiviso: il rispetto della libertà e dei diritti umani .Per questo diciamo che il nostro sogno e’ un Tibet indipendente in una Cina più Libera.
Questo e’ il messaggio che vorremmo far arrivare dall’altra parte dell’Oceano , depurato dalle pur comprensibili debolezze di qualcuno per i timori di generiche ritorsioni.
Noi ospitiamo il Dalai Lama perché e’ un uomo di pace, una guida spirituale ma anche perché il suo ragionamento politico e’ sempre ricco di buon senso ed equilibrio. Non abbiamo e non avremo paura di sostenere chi rappresenta la Pace nel mondo e chi ha richieste e posizioni equilibrate. Può essere che questo abbia un costo, magari momentaneo, ma ritengo che tale costo sia, in ogni caso, molto minore per Venezia dell’abdicare al ruolo che la storia le ha ritagliato, come crocevia di culture, diritti, libertà. Benvenuto a Venezia, Sua Santità.