Negli ultimi giorni si nota un gran fermento di iniziative a Venezia per promuovere l’accessibilità e le iniziative volte alla reale fruibilità della città da parte dei cittadini disabili (qui mi preme richiamare sull’uso del termine “disabili” contro l’abusato termine – che non piace ai diretti interessati – di “diversamente abili”. Forse le proteste per il ponte di Calatrava (ad oggi inaccessibile ai disabili, e sul quale sono state ventilate azioni giudiziarie da parte della FISH) hanno effettivamente incentivato a far qualcosa per rendere questa città maggiormente accessibile.
Dopo la promozione dell’abbattimento delle barriere con sponsor Oscar Pistorius, nel Gazzettino di Venezia di oggi si leggono iniziative del reintegrato delegato all’accessibilità, il consigliere Toso e dichiarazioni dell’assessore Rumiz.
«In questo periodo ho lavorato come prima – racconta Toso – sono continuate ad arrivarmi mail dai cittadini di solidarietà e di richiesta di intervento, perciò è come se il rapporto non si fosse mai interrotto. Certo è che ora il mio parere tecnico dovrà essere tenuto in maggior considerazione se si vuole che resti».
In effetti il rispetto delle esigenze delle persone a mobilità ridotta in una città storica come Venezia, con ponti di altezza e pendenza diverse sono difficili da conciliare: per questo si è pensato a un modello reale su cui effettuare degli esperimenti. «Se dovessimo solo tener conto delle leggi si dovrebbero costruire delle rampe di accesso a tutti i ponti, e in certi punti non ci sarebbe lo spazio materiale per collocarle. Ragionando in termini possibilistici bisogna tener conto che le carrozzelle elettriche fornite dall’Ulss sono in grado di superare una pendenza del 13 per cento – spiega Toso – mentre quelle manuali, con accompagnatore, possono arrivare all’8-10 per cento. È su queste pendenze che bisogna lavorare e sul rapporto medio tra potenza dell’accompagnatore e peso di chi sta in carrozzina». La presentazione della VeniceMarathon è stata l’occasione del pieno “reintegro” di Toso: «Grazie alla presenza di Pistorius il tema delle barriere è stato valorizzato enormemente – racconta Toso – È un ragazzo più maturo dei suoi 23 anni, che deve aver sofferto molto per la sua condizione e che l’ha trasformata nella sua forza».
Gli obiettivi di lavoro per i prossimi anni sono chiari: realizzazione del piano per l’abbattimento delle barriere a Mestre, incremento dei posti riservati ai disabili, miglioramento degli attraversamenti pedonali per non vedenti, piano degli arenili per giungere alla razionalizzazione del servizio pubblico non di linea.
Intanto l’assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz ha convocato in municipio i responsabili di tutte le aziende comunali per dare loro «direttive» sul rispetto dei diritti dei disabili nei nuovi progetti.
Il momento è favorevole, dopo la Venice marathon e le rampe sui ponti, con il testimonial Oscar Pistorius, in questi giorni a Venezia a mostrare al mondo come che un «diversamente abile» possa arrivare al record. «Vogliamo dare concretezza a tutto questo», dice l’assessore Rumiz, «e nei progetti grandi e piccoli bisogna tener conto delle esigenze dei portatori di handicap». E Calatrava? «Di questo non abbiamo parlato», glissa l’assessore, «comunque lì il problema sarà risolto con l’ovovia, come da progetto».
E l’assessore fa una considerazione finale che condivido.
Ma spesso quando si costruisce non vengono rispettate le esigenze di chi non può muoversi con facilità. Molti sono gli affittacamerte che sono stati multati per la mancanza degli accessi. Fino all’ultima polemica del ponte di Calatrava. Inaugurato senza ascensore o ovovia. «C’è tanto da fare», dice la Rumiz, «compresa l’attenzione alla comunicazione. Spesso passa un messaggio che poi non corrisponde a quello che si sta facendo».
E quindi sembra che stia cambiando qualcosa… mentre si attendono le promesse azioni giudiziarie da parte della FISH per ristabilire il diritto di accessibilità per il ponte di Calatrava.