Il settimanale Vita ha intervistato l’assessore Mara Rumiz. Riporto il testo dell’intervista in cui, nella domanda conclusiva, l’assessore Rumiz spiega il motivo per cui il ponte di Calatrava non è accessibile.
- Vita:
- Perché non è stata ancora trovata una soluzione per rendere accessibili i ponti?
- Mara Rumiz:
- Perché non se ne può trovare una unica e universale. Abbiamo un tavolo aperto con la Sovrintendenza per scegliere modelli e materiali adatti, ma caso per caso.
- Vita:
- La Sovrintendenza sembra il nemico principale dei disabili…
- Rumiz:
- Non è così, anche se in passato ci siamo più volte scontrati. Dobbiamo ammettere che, da parte loro, negli anni l’atteggiamento è cambiato.
- Vita:
- Sono solo motivi artistici a frenare i cambiamenti?
- Rumiz:
- Anche i commercianti criticano, perché non vogliono le rampe davanti ai negozi. Gli stessi cittadini hanno spesso attaccato le nostre decisioni.
- Vita:
- Come per il ponte del Paludo Sant’Antonio?
- Rumiz:
- Esatto. Comunque dobbiamo cambiare mentalità, non possiamo vedere questi lavori come un “aggiustamento”, ma come un segno di rispetto per chi ha problemi motori.
- Vita:
- E allora perché quello di Calatrava non è accessibile?
- Rumiz:
- È stato un errore. Quando è passato l’appalto, nel 2002, non c’era l’attuale giunta, ma creare un ponte pienamente accessibile sarebbe servito a Venezia per dare un’immagine di sé come quella di una città che lavora per accogliere tutti. Come è nella realtà.
Per chi vuole approfondire anche il ponte del Paludo Sant’Antonio, per ora alcune foto fatte qualche giorno fa…