Apprendo di rientro da Roma da un articolo sulla Nuova Venezia che l”inchiesta sul quarto ponte del Canal Grande curata dal PM Nordio – per la quale erano stati indagati i due ingegneri comunali Salvatore Vento e Roberto Scibilia con l’accusa di abuso d’ufficio – finisce in archivio accompagnata, però, dalle valutazioni durissime del procuratore aggiunto Carlo Nordio.
«i gravissimi errori caratterizzanti sia la fase progettuale sia in quella esecutiva, sia quella relativa allo stesso bando di gara, errori rappresentativi di una radicale incapacità, diffusa in vari settori della pubblica amministrazione e dell’impresa aggiudicataria, di comprendere la complessità tecnica di un’opera così ambiziosa, errori ripetutisi in una sorta di clonazione esponenziale che hanno dilatato i tempi di realizzazione e i costi dell’opera».
Ma l’articolo successivamente più che di errori parla di possibili “accordi”. Si tratta di un virgolettato e quindi – si presume – tratto da qualche documento e/o dichiarazione:
Sotto accusa – non penale ma, si potrebbe dire, morale – anche «la straordinaria lievitazione del prezzo» che, aumento dopo aumento, portò «un progetto che già si stava dimostrando incompatibile con le risorse disponibili» a una maggiorazione del costo del 74,9% rispetto al preliminare. Ci sarebbe stato, dunque, «un tacito accordo tra il committente e Calatrava per far apparire economicamente conveniente un’opera in realtà complessa e costosa».
E per i disabili?
Ma quello che più colpisce «nel dilettantismo, nell’indifferenza ai vincoli regolamentari e più ancora nell’insensibilità alle esigenze sociali, è la volatilità con la quale sono state affrontare le situazioni più critiche, senza la minima verecondia nel tutelare gli interessi dei terzi».
Così scriveva il progettista in merito all’accesso per i disabili. «Sono state elaborate nel progetto definitivo due alternative per lo scavalcamento da parte dei disabili. Una soluzione diretta con dei servo scala integrati nel ponte, l’altra soluzione usando i vaporetti». Grazie. «Quest’ultima soluzione – continua il progettista – lascia libero il ponte senza servo scala con grandi vantaggi estetici, funzionali ed economici». In proposito, Nordio stigmatizza «l’imperturbabile neutralità manifestata da tutti i protagonisti di questa vicenda nei confronti dei soggetti più deboli, la scelta di privilegiare considerazioni di ordine estetico alle esigenze dei disabili, nel cui solo interesse il ponte avrebbe avuto giustificazione, rivela una rozza noncuranza sconfinante nel cinismo»
Quindi in conclusione, si opta per l’archiviazione in campo penale per abuso d’ufficio, ma si rilevano parecchie mancanze che – da cittadino – auspico vengano chiarite con le relative responsabilità personali dei soggetti coinvolti nel “calatrava affair”.