Sembra che ora il problema principale, superato (secondo l’amministrazione comunale) il problema dell’accessibilità (il Sindaco ha dichiarato che l’ovovia è una richiesta “già soddisfatta nei fatti”), si discute sul nome. La proposta del Sindaco Cacciari di chiamarlo “Ponte della Costituzione” sta facendo “arrabbiare” ancora di più le persone con disabilità, proprio perché il ponte è un chiaro e lampante esempio di violazione dell’art. 3 della Costituzione.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma se questo non bastasse, ciò che sta facendo imbufalire le persone con disabilità sono le continue dichiarazioni del Sindaco Cacciari, offensive e arroganti. Una per tutte, direttamente dal Gazzettino di Venezia:
«Siamo di fronte ad una colossale scemenza e ad uno sgarbo pesante nei confronti del Capo dello Stato. Approfittando della presenza di Giorgio Napolitano a Venezia il 18 settembre per il 50. anniversario dell’aeroporto Marco Polo e per il convegno dedicato al sessantesimo della Costituzione italiana, avevamo pensato che avrebbe potuto inaugurare il quarto ponte sul Canal Grande. Ho sentito il Presidente e si è dichiarato dispiaciuto di quanto sta accadendo in città. In realtà, quanto successo in questi giorni, ha causato solo un grave danno alla città. E per il resto mi limito a dire che ho accettato con gioia le dimissioni del consigliere Pino Toso (delegato del sindaco per il superamento delle barriere architettoniche ndr) mentre le associazioni che hanno protestato non le ho nemmeno sentite. Dico solo che un’occasione positiva per Venezia è stata trasformata in una manifestazione negativa per una richiesta, come quella dell’ovovia, soddisfatta già nei fatti».
Forse non è ancora chiaro che è un ponte non agibile ai cittadini disabili (sia non vedenti, che ipovedenti, che disabili motori), sia ai veneziani che lavorano (carrelli da trasporto), che vivono Venezia (carrelli della spesa), sia i turisti che portano reddito a Venezia (trolley e valigioni). Quindi il ponte di fatto a chi serve?
Nelle liste di discussione si propongono nomi allegorici per il ponte. Il più gettonato è il “Ponte Potëmkin”, in “onore” al famoso film “La corazzata Potëmkin”, nella sua “scena madre”.
https://www.youtube.com/watch?v=euG1y0KtP_Q
Il film è citato nel “Secondo, tragico Fantozzi” in cui il povero Fantozzi Rag. Ugo, per aver offeso il regista, viene obbligato a scendere dal ponte dentro una carrozzina al posto di un bambino. Fantozzi alla fine prende il coraggio davanti a tutti, ed esprime al regista la sua idea sul film “La corazzata Potëmkin” definendolo, letteralmente, una “cagata pazzesca”, con rivolta collettiva verso il regista.
https://www.youtube.com/watch?v=GZIAs5NWzFk
A voi decidere. Un saluto.
Roberto rag. Scano.