Con la notizia della candidatura di Venezia alle Olimpiadi del 2020, la notizia dal titolo sopra riportato è uscita in seconda pagina del Gazzettino di Venezia del 3 ottobre 2009.
Il sottotitolo dell’articolo non lascia dubbi: “Depositata la consulenza tecnica: la procura potrebbe chiudere presto l’inchiesta nella quale figurano già due indagati”. Gli accertamenti riguardano possibili illeciti commessi nell’iter amministrativo.
È in dirittura d’arrivo l’inchiesta avviata per accertare la sussistenza di possibili illeciti penali in relazione alle procedure amministrative adottate per la relizzazione del ponte di Calatrava. Il consulente tecnico nominato dalla procura, l’ingegnere fiorentino Paolo Leggeri, ha depositato la consulenza disposta sulla contestata opera pubblica, e ora spetterà al procuratore aggiunto Carlo Nordio il compito di tirare le fila della complessa vicenda.
Il fascicolo d’indagine è stato aperto lo scorso anno dal procuratore aggiunto Carlo Mastelloni con l’ipotesi di abuso d’ufficio e vi sarebbero già alcuni indagati, almeno due persone tra quelle che si sono occupate dei lavori: la loro posizione dovrà essere valutata alla luce delle conclusioni della consulenza.
Gli accertamenti sono stati avviati sulla base dei numerosi articoli di stampa, ma anche della relazione dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e della documentazione trasmessa dalla procura regionale della Corte dei conti, che sta lavorando da mesi per quantificare il possibile danno erariale patito dalla pubblica amministrazione a seguito del consistente aumento di costi dovuto ai numerosi problemi di realizzazione dell’opera e ai ritardi nella sua conclusione.
La procura ha deciso di mantenere il massimo riserbo sul contenuto del corposo elaborato tecnico, dal quale il pm Nordio si aspetta precise risposte in relazione ad eventuali irregolarità nell’iter amministrativo seguito per affidare i lavori. Iter che è già stato duramente censurato dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, la quale ha sostenuto che sarebbe stato sbagliato il tipo d’appalto; che la ditta che lo vinse non doveva servirsi di una fornitura, bensì di un subappalto; che lo stesso Calatrava che avrebbe consegnato un progetto zeppo di errori; e che i tecnici del Comune avrebbero sbagliato a non rescindere il contratto per tempo.
Anche l’inchiesta erariale sarebbe in via di chiusura: prima dell’estate il procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmine Scarano, ha incaricato i suoi consulenti tecnici, l’ingegnere Francesco Steffinlongo e l’architetto Gianfranco Roccatagliata, di integrare la loro prima relazione, prendendo in esame anche le ultime varianti in corso d’opera, fino alla quinta (la sesta è ancora oggetto di contenzioso tra Ca’ Farsetti e la ditta Cignoni) in modo da avere un quadro preciso dei costi sostenuti per completare il ponte.
Gianluca Amadori