Il Gazzettino di Venezia del 25 settembre 2008 riporta alcune agghiaccianti affermazioni riguardo lo stato (pessimo) del ponte.
È stato aperto meno di due settimane fa e sembra già mostrare segni di invecchiamento tipici di opere ben più datate. Sul ponte della Costituzione parecchie alzatine in pietra d’Istria sono fessurate e così anche alcune lastre in trachite euganea che costituiscono il piano di calpestio. Nessuno può dire con certezza se queste fessurazioni e rotture si siano verificate in fase di montaggio e poi riparate in fretta e furia in vista dell’apertura “obbligatoria” dell’11 settembre oppure se queste siano avvenute per le oscillazioni dell’arcata metallica, più che percettibili ai passanti che si fermano ad ammirare la vista del canal Grande. Comunque siano andate le cose, non è un gran bel segnale: se fosse vera la prima ipotesi significherebbe che il lavoro non è stato fatto a regola d’arte, se fosse vera la seconda vorrebbe dire che il proprietario (cioé il Comune) dovrà prepararsi a mettere mano al portafoglio molto presto.
e il giornalista, Michele Fullin, continua…
I primi esempi di questo degrado sono molto ben visibili semplicemente passeggiandoci sopra con gli occhi bene aperti.
Come si evince dai particolari evidenziati nelle immagini scattate ieri pomeriggio le fessurazioni ci sono e sono anche molte. Ci sono, e li abbiamo fotografati, anche i segni del passaggio di valige troppo pesanti con gli angoli delle alzatine smussati. Sul lato della stazione, una fila di lastre in trachite presenta una fessurazione lunga più di un metro tamponata con del silicone e sempre su quel lato ci sono due fori tondi chiusi con del silicone o comunque una sostanza riempitiva.
A questo si aggiunge lo sporco che si accumula sia nelle fessurazioni che nelle canalette di drenaggio, piene di polvere e di cicche di sigarette.
La sorveglianza armata, da questo punto di vista, non sembra poi molto efficace, date le gomme americane appiccicate e i filtri di sigaretta abbandonati qua e là.
Anche se apparentemente invecchiata con una certa precocità, l’opera è anche incompiuta, perché non è solamente l’ovovia per il trasporto disabili a mancare, ma anche le ultime rifiniture. Ieri alcuni operai stavano lavorando con saldatori e levigatrici per montare una carenatura sul punto di attacco tra la spalla e i correnti (i due archi inferiori su cui poggiano le “costole” dell’arcata). Attualmente, infatti, l’attacco è ancora a nudo, tanto che sono in vista anche le canalette dell’impianto elettrico che con questo intervento saranno coperte.