Linea amica: ma di chi?

Riporto un post nella bacheca di Facebook del Ministro Renato Brunetta in cui esprimo alcuni dubbi e proposte per il miglioramento del servizio “Linea Amica“.

Salve Ministro,
uso questo sistema 2.0 per scriverle pubblicamente in relazione al progetto Linea Amica. Si tratta certamente di una bella iniziativa volta a consentire al cittadino di poter dialogare con la P.A., una sorta di “mega-URP”.
Premesso che penso convenga in modo provocatorio con me che – in una PA chiara e trasparente ed accessibile al cittadino – un ufficio come l’URP non dovrebbe esistere. Ciò premesso, se andiamo ad analizzare la realizzazione Web di “Linea Amica” si incorre in alcune problematiche non sottovalutabili:

1. presenza del nome in rete

Cercando il termine “linea amica” nel motore di ricerca più utilizzato al mondo, il nuovo servizio risulta posizionato al quinto posto, mentre ai primi posti risultano linee amiche di tutt’altro tipo (evito di riportare i testo per buoncostume).

2. Accessibilità

Il nostro paese, come ben sa, è uno dei paesi con una delle normative più avanzate in materia di accessibilità dei servizi informatici (Legge 4/2004, per intenderci). Il servizio Web erogato con linea amica purtroppo non ne rispetta nemmeno i principi basilari causando quindi problemi sia a persone non vedenti, sia a persone non udenti (parlo in questo caso di Radio PA Amica e dell’assistente virtuale). Non mi soffermo su altri problemi squisitamente tecnici che però non consentono di pubblicare una dichiarazione di (falsa) accessibilità come indicato nella pagina specifica all’interno di lineaamica.it.
Sapendo che da parte Sua vi è un forte interesse alle persone anziane e disabili (parole di cui son rimasto contento che ho sentito uscire dalla sua bocca nella “nostra” Cannaregio qualche settimana fa), presumo che ci siano dei problemi tecnici di valutazione da parte di chi ha considerato valida la soluzione fornita anche perchè nel “chi siamo” si indica proprio tra gli scopi del progetto “* supporta i disabili nei rapporti con la P.A.”

3. Trasparenza

In un’idea che mi sono fatto della “P.A. accessibile”, anche forte dei principi del codice della P.A. digitale, è che qualsiasi procedimento di segnalazione e/o intervento debba essere trasparente, e quindi pubblico. Con questo sito però mi trovo un modulo (indicato tra l’altro come in costruzione) che – oltre a non rispettare le normative vigenti in materia di trattamento dei dati personali (non viene chiesta conferma del consenso al trattamento dei dati), non consente una tracciatura dell’iter del contatto senza quindi poter attivare la sua innovativa idea di poter rendere trasparente (e, se il cittadino lo desidera, pubblico) l’iter amministrativo della pratica in modo da poter valutare con le faccine la qualità del servizio erogato dalla P.A..
In questo modo se, per ipotesi, 1000 cittadini si lamentano del servizio della PA. X, questo lo sa solo l’urp e la P.A. X quindi senza quello stimolo esterno da parte del cittadino di coinvolgimento e partecipazione (come auspicato dal programma egov 2012 che recentemente avete pubblicato).

4. Conclusioni

Ho pensato utile condividere con Lei questi pochi punti che a mio avviso sono di vitale importanza per l’evoluzione del progetto. E’ chiaro che le domande più frequenti andrebbero inserite in una specifica banca dati da consultare prima di contattare il “megaURP” ma consiglierei di utilizzare questa idea innovativa proprio per monitorare e rendere pubblica la qualità dei servizi erogati. Altrimenti il cittadino potrebbe vedere questo come l’ennesimo “sportello”.

Saluti e buon lavoro
Roberto Scano

WCAG 2.0: ordine delle titolazioni

Nell’analisi dettagliata delle tecniche delle WCAG 2.0 ho riscontrato che negli esempi di applicazione della tecnica H42 (Utilizzare h1-h6 per identificare le titolazioni) vi è un uso delle intestazioni differente dal classico ordine h1-h6:

<head>
<title>Stock Market Up Today</title>
</head>

<body>

<!-- left nav -->
<div class="left-nav">
<h2>Site Navigation</h2>
<!-- content here -->
</div>

<!-- main contents -->
<div class="main">
<h1>Stock Market up today</h1>
<!-- article text here -->
</div>

<!-- right panel -->
<div class="left-nav">
<h2>Related links</h2>
<!-- content here -->
</div>
</body>

In questo caso l’ordine è h2 – h1 – h2, questo perchè il contenuto principale è nella colonna di mezzo tra le tre colonne disponibili nella pagina Web.
Ho chiesto chiarimenti ai coordinatori del gruppo e la risposta è stata la seguente:

There was a lot of discussion about this at the time, and the WG decided that SC 1.3.1 does not require that headings be hierarchical, only that they be marked up in such a way that they can be recognized by AT as headings. The non-hierarchical example is included there to try to make point.

G 141, a sufficient technique for SC 2.4.10 , recommends using headers hierarchically to organize the content.

Pertanto significa che il requisito di corretto ordinamento delle intestazioni rientra al criterio di successo 2.4.10 (Livello AAA) anziché nel criterio di successo 1.3.1 (Livello A)

CAPTCHA: è giunta la sua fine?

Leggendo una serie di articoli sembra che con qualche script sia possibile “craccare” i tanto utilizzati CAPTCHA:

Questo depone a favore di chi considera tale soluzione inadatta per eliminare lo spam, a favore quindi di altre soluzioni (come askmet o similari) più “intelligenti” rispetto al semplice riconoscimento ottico (o acustico) di un contenuto.

CAPTCHA e WCAG 2.0

Il problema dei CAPTCHA è talmente diffuso che nelle nuove linee guida di accessibilità dei contenuti per il Web (WCAG 2.0) si è dedicata parte di un criterio di successo e delle tecniche specifiche.

Criterio di successo 1.1.1

1.1.1. Contenuti non testuali. Tutti i contenuti non testuali hanno una versione alternativa testuale che presenta le medesime informazioni, ad eccezione delle seguenti situazioni (Livello A):

  • Controlli, input. Se un controllo accetta l’interazione con l’utente, deve possedere un nome che ne descriva lo scopo (per ulteriori requisiti, vedasi linea guida 4.1).
  • Media sincronizzati. Se si tratta di contenuti multimediali sincronizzati, i testi alternativi devono quantomeno fornire una descrizione identificativa dell’oggetto non testuale. (per ulteriori requisiti, vedasi linea guida 1.2).
  • Test. Se un contenuto non testuale è un test o un esercitazione che necessita di essere rappresentata in forma non testuale, i testi alternativi devono quantomeno fornire una descrizione identificativa dell’oggetto non testuale.
  • Esperienze sensoriali. Se lo scopo del contenuto non testuale è di fornire esperienze sensoriali, i testi alternativi devono quantomeno fornire una descrizione identificativa dell’oggetto non testuale.
  • CAPTCHA. Se è necessario confermare che un contenuto è stato letto da una persona anziché da un computer, è necessario fornire un testo alternativo che indichi la funzionalità dell’oggetto e delle versioni alternative al CAPTCHA utilizzando modelli di rappresentazione per differenti sensi per soddisfare le diverse disabilità.
  • strong>Decorazioni, formattazioni, contenuti invisibili. Se il contenuto non testuale è puramente decorativo, utilizzato solamente per la formattazione visiva oppure non è visibile all’utente allora deve essere implementato in modo da consentire alle tecnologie assistive di ignorarlo.

    Le WCAG 2.0 prevedono per questo criterio di successo una serie di tecniche sufficienti relative ad un caso specifico:

    Situazione E: Se il contenuto non testuale è un CAPTCHA:

    • G143: Fornire un’alternativa testuale che descriva lo scopo del CAPTCHA E G144: Accertarsi che la pagina Web contenga un ulteriore CAPTCHA che serva al medesimo scopo utilizzando una diversa modalità.

    Microsoft tag: informazioni con una foto!

    Leggo oggi nel blog di un amico statunitense di una nuova soluzione: Microsoft Tag.
    Qualcuno dirà subito: ecco, l’ennesima modalità per taggare qualcosa nel Web: la risposta è “sni”.

    Rivoluzionario!

    L’idea è interessante e sembra un’evoluzione di “Semacode“: oggi molti utenti utilizzano delle periferiche di tipo mobile dotate di fotocamera e di connessione internet. Immaginiamo che passando davanti ad un appartamento di una città come Venezia ci troviamo davanti al classico cartello “vendesi”, con numero di telefono, qualche informazione spiccia e talvolta con un indirizzo Web della società immobiliare. Se siamo fortunati, l’indirizzo da digitare sarà breve, altrimenti ci ritroveremo la classica www.immobiliareabcdicarloegiorgio.qualcosa.
    Ma noi siamo abbastanza bravi e in pochi secondi digitiamo l’indirizzo. Durante il caricamento preghiamo Sant’ Espedito di Melitene (il santo protettore dei navigatori) di non trovarci davanti alla pacchiana introduzione in flash (senza possibilità di salto) e ad un sito con poche informazioni. Pieni di difficoltà riusciamo a raggiungere la pagina informativa della casa, trovando la planimetria, costi, ecc.
    Secondo l’idea di Microsoft invece cosa possiamo fare per migliorarci la vita? La cosa è semplice: basta che l’immobiliare accanto al cartello ponga un logo come quello rappresentato in questa pagina. Si tratta di uno speciale codice a barre multicolore che contiene un equivalente del “tinyurl”, ossia è un sistema alternativo per rappresentare degli indirizzi Web. Tramite un apposito programma installato nel proprio palmare, possiamo essere automaticamente reindirizzati alla pagina informativa. Come? Basta scattare una foto al “Microsoft Tag” presente nell’oggetto e l’applicativo nel vostro palmare sarà in grado di portarvi nella pagina informativa.
    I vantaggi sono molteplici: potremmo taggare prodotti, oggetti nei musei (per consentire di accedere alle descrizioni informative presenti nei siti ufficiali dei musei), con potenzialità infinite.
    Immaginate di dover raggiungere un ristorante, di cui avete il biglietto da visita con MSTag: fate la foto e il vostro palmare vi porterà direttamente alla mappa con la destinazione prescelta. E possiamo continuare con altri esempi: orari dei treni, degli autobus, ecc.
    Ma come sempre, un video vale più di mille parole.
    https://www.youtube.com/watch?v=m7FZp7TjDtY
    Interessante anche il video in cui Aaron Getz, Microsoft Tag product unit manager, descrive il funzionamento della nuova tecnologia.

    Non ci credete? Scaricate il programma, fate una foto all’immagine presente in questa pagina, fatela riconoscere al software installato sul vostro telefonino e verrete “teletrasportati” a questo articolo.
    mstag
    Attualmente il sistema di generazione dei “tag” sembra funzionare solo con account Microsoft Live ID americani: ringrazio lo staff di Microsoft Tag per avermi generato il tag per questo articolo.
    E ora volete fare i geek? Fatevi il bigliettino da visita con tanto di Microsoft Tag, con link ad un vostro profilo pubblicato nel Web.

    Slideshare: estrarre i testi tramite YQL

    Se c’è una persona che mi fa impallidire come innovazione è Christian Heilmann, uno dei maggiori esperti di Yahoo User Interface.
    L’ultima innovazione geniale è una soluzione ottimale per l’accessibilità delle presentazioni pubblicate su slideshare.
    L’idea di Chris è l’uso di YQL – Yahoo Query Language, un framework per creare mashup, al fine di estrarre in formato XML i dati testuali presenti all’interno delle slide importate all’interno del sistema Slideshare. Va chiarito che le slide devono contenere testo, ovvero è necessario che in fase di produzione i contenuti testuali siano predisposti usando l’elemento specifico per rappresentare il testo.
    Passando alcuni parametri si ottiene un risultato come il seguente:
    Codice XML che rappresenta i testi alternativi delle slide
    Nell’esempio è rappresentata una mia presentazione tenuta a SMAU 2008 dove si possono notare i contenuti testuali delle singole slide rappresentati tramite elementi <li>, nel seguente formato:

    <li>
    <strong>Slide 1:</strong>
    <p>Come evolverà il Web? Consigli su come non rimanere disoccupati nel giro di pochi anni Roberto Scano consulente Web - https://robertoscano.info Presidente IWA ITALY – Coordinatore EMEA IWA/HWG W3C AC Representative for IWA/HWG W3C WCAG Working Group Member W3C ATAG Working Group Member Expert of ISO/TC 159/SC 4/WG 5 'Software ergonomics and human-computer dialogues‘ […]</p>
    </li>
    <li>
    <strong>Slide 2:</strong>
    <p>Cos’è IWA/HWG IWA/HWG è un’Associazione professionale no profit riconosciuta leader mondiale nella fornitura dei principi e delle certificazioni di formazione per i professionisti della Rete Internet; è presente in 100 paesi, con 130 sedi ufficiali in rappresentanza di più di 165.000 associati. La sua missione •Fornire programmi formativi di qualità •Fornire agli associati supporto e collaborazione a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché un marchio di affiliazione riconosciuto a livello mondiale •Promuovere i principi universali di etica e di pratica professionale per tutti i professionisti della Rete Internet •Fornire supporto per la definizione e lo studio di normative nei Paesi in cui è presente Roberto Scano – consulente Web – https://robertoscano.info</p>
    </li>
    ...

    Tramite un semplice script potremmo quindi garantire a chiunque di poter fruire dei contenuti testuali presenti nelle slide, garantendo una maggiore accessibilità dei contenuti di SlideShare.