Ladro? No, utente Imob

Ore 10.40 di oggi, supermercato Prix Quality al Lido di Venezia. Sono in coda alla cassa ed ho solo un cliente davanti. Il signore posiziona la spesa, effettua il pagamento e si appresta ad uscire…. ma iniziano i problemi. Eh si perché inizia a suonare l’allarme furto, il classico suono e lampeggio di luci che informa le cassiere su possibili furti in negozio.
Chiaro è l’imbarazzo di questo signore, tra l’altro vestito in maglione e jeans e pertanto senza spazio “fisico” per nascondere, che ne so, cotechini o prodotti similari.
Passa e ripassa, continua a suonare. A questo punto la cassiera fa una domanda: “per caso ha l’imob”? Ed il cliente prontamente lo estrae, lo passa alla cassiera e – miracolosamente – il sistema non segnala più il potenziale furto. Il cliente – chiaramente più tranquillo – fa notare che una cosa similare è successa anche in altri supermercati di altre catene (Billa, per la precisione) e che quindi il problema è legato al sistema RFID presente nel sistema Imob.
Già a suo tempo erano stati segnalati problemi di “privacy” legati a Imob.

Attenzione quindi… che non solo Imob consente di tracciare l’utenza, ma consente anche di fare delle magre figure nei negozi dotati di sistema antitaccheggio basato su RFID!

Il giro vizioso della professionalità (ovvero, te lo do io il pezzo di carta!)

Oggi stavo discutendo con alcuni amici su come stiano cambiando le cose nelle P.A. e in particolar modo del problema delle consulenze esterne.
Nella finanziaria 2008 – approvata dal governo Prodi – vi era un articolo (art. 3 comma 94) che si occupava di definire le consulenze esterne e i requisiti per poterle fare.
Va chiarito che è giusto che una P.A. prima valuti al suo interno se vi sono delle figure professionali idonee, e poi richieda al mercato specialisti.
Negli ultimi anni, il legislatore ha disposto diversi interventi in materia, tutti finalizzati ad un unico obiettivo: escludere che siano stipulati rapporti di lavoro autonomo per rispondere a fabbisogni permanenti e per lo svolgimento di attività non altamente qualificate.
Ma come si trovano gli specialisti? Quali sono i criteri che si usano nel mercato per trovarli? Solitamente il curriculum professionale e la competenza, ma nelle P.A. no… l’importante è quel pezzettino di carta chiamato laurea: non serve specificarne il tipo, sia in agronomia, sia in economia, sia in filosofia… l’importante è avere questo pezzo di carta e poi delle professionalità (spesso non solo quelle) adeguate per poter essere chiamati come “esperti”.
Cito da un articolo:

L’ulteriore precisazione operata dal legislatore, circa la necessità di una particolare e comprovata specializzazione/preparazione universitaria, operata dall’articolo 3, comma 76, della legge n. 244 del 2007, ponendo l’accento sull’elevata competenza e sul presupposto dell’assenza di competenze analoghe in termini qualitativi all’interno dell’amministrazione, fa ritenere impossibile il ricorso a qualsiasi rapporto di collaborazione esterna per attività non altamente qualificate, con la conseguente inefficacia di qualsiasi tipologia di contratto stipulato in violazione di tali presupposti.

Per quanto concerne il requisito della particolare professionalità, l’utilizzo dell’espressione «esperti di particolare e comprovata specializzazione universitaria» deve far ritenere quale requisito minimo il possesso della laurea magistrale o del titolo equivalente, attinente l’oggetto dell’incarico. Non sono tuttavia da escludere percorsi didattici universitari completi e definiti formalmente dai rispettivi ordinamenti, finalizzati alla specializzazione richiesta, in aggiunta alla laurea triennale. In ogni modo, le amministrazioni non potranno stipulare contratti di lavoro autonomo con persone con una qualifica professionale inferiore.

La mia domanda è la seguente: vi sono attività di alta specializzazione per cui non esistono titoli di laurea (prendiamo anche il mio caso personale, di accessibilità per il Web – o professioni Web oriented) mentre esistono riconoscimenti anche da parte dell’Unione Europea (il CEN tra tutti, che ha definito i principi per la creazione degli skill profiles) della reale professionalità e attività formativa. Vi sono settori quindi di alta specializzazione in cui questo criterio non è applicabile.
Quindi – per assurdo – mantenendo questa normativa della vecchia finanziaria è possibile che una mia discente laureata in storia, filosofia, economia, legge e che ha studiato qualsoca sui miei libri possa accedere a svolgere l’attività di consulente per le P.A. in materia di accessibilità mentre io (e molti altri esperti di accessibilità che hanno partecipato alla stesura dei requisiti tecnici) potremmo dedicarci al giardinaggio.
Ma la cosa comica è che – come sempre – fatta la legge, trovato l’inganno. Basta consultare gli elenchi delle consulenze pubblicate dal Ministro Brunetta per vedere come siano presenti anche delle aziende… perchè il vincolo riguarda i professionisti, non le ditte individuali!
E quindi siamo nella situazione comica che l’esperto X, per poter svolgere la consulenza alla P.A. dovrà affidarsi ad una terza azienda la quale stipula il contratto alla P.A. e subappalta la fornitura al professionista. Morale? La P.A. spende di più per avere la stessa persona che eroga lo stesso servizio…
Morale: gli esperti (quelli veri, non quelli “gallonati”) si troveranno a fare i braccianti per aziende (gestite da non laureati (perché non vi sono tali obblighi) che rivenderanno (quindi guadagneranno) sul loro lavoro.
Oppure la scelta è laurearsi, ovvero – se mai esistesse una laurea nel campo in cui lavoro – dovrei mettermi a studiare argomenti che ho scritto io e fermarmi di scrivere gli argomenti su cui dovranno studiare i futuri laureati… oppure dovrei fare la scelta di passare le Alpi 🙂
Già mi vedo il dirigente X dare incarico all’ing. Y per sturare un lavandino intasato… eh beh… se poi l’ing. non sa sturare il lavandino, chiamerà un idraulico no?

La Battaglia di Lepanto torna al suo posto

Dopo la rimozione voluta dal precedente Presidente della Camera dei Deputati On. Fausto Bertinotti (con la motivazione di non voler offendere i musulmani), in occasione dell’anniversario della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) che fu fondamentale per le sorti della civiltà cristiana e dell’intera Europa.
La Serenissima Repubblica Veneta pagò un prezzo altissimo in vite umane (si calcola che su 7.500 cristiani morti ben 4.700 furono veneti); alla battaglia partecipò anche il grande Miguel de Cervantes che rimase ferito, perse per sempre l’uso della mano sinistra, e definì quella battaglia come “il più grande evento che videro i secoli”.
Il 7 ottobre si celebra la festa della Madonna del Rosario, festa che è stata istituita proprio a seguito della battaglia di Lepanto.

Trenitalia ed il gioco delle tre carte

A volte mi chiedo se viviamo in un paese civile…
Oggi, come ho fatto qualche giorno fa, mi accingo a prenotarmi un viaggio tramite il sito trenitalia (di cui l’accessibilità è peggiorata a vista d’occhio) e fortuna vuole che mi capita la possibilità di usufruire della “tariffa amica”. Procedo come sempre ma al termine della transazione mi compare un messaggio che mi informava sull’impossibilità di poter effettuare la transazione perchè erano state utilizzate più di due carte di credito differenti.
Orbene, sono in possesso solamente di due carte di credito e di un bancomat e fino a qualche giorno fa non ho mai avuto problemi negli acquisti on line tramite il sito Web di trenitalia.
Mi arriva quindi automaticamente una mail dal contenuto alquanto strano:

Oggetto: pagamento non autorizzato.

Gentile cliente,

la transazione non è stata autorizzata perchè hai utilizzato piu’ di due carte di credito con la stessa utenza.

Puoi richiedere l’autorizzazione ad utilizzare più di due carte di credito con la tua utenza inoltrando, tramite fax al numero 06/44104036 o tramite e-mail all’indirizzo di posta areaclienti@trenitalia.it, la seguente documentazione:
– il testo di questa e-mail,
– la tua user id,
– un recapito telefonico,
– la fotocopia/scansione di un documento di riconoscimento dell’intestatario della user-id,
– la fotocopia/scansione del codice fiscale,
– una breve descrizione del motivo per cui richiedi l’autorizzazione ad utilizzare più carte di credito

Entro 48 ore riceverai l’esito della tua richiesta tramite una email al tuo indirizzo di posta elettronica.

Con riferimento ai dati che ci fornirai per l’attivazione del servizio, ti ricordiamo che i tuoi diritti in materia di privacy sono tutelati da Trenitalia nel rispetto della vigente normativa (D. lgs 196/2003).

Area clienti online Trenitalia

Quindi mi armo di buona volontà e mando una mail all’indirizzo indicato specificando il problema, provando più volte a rieffettuare il pagamento con le due diverse carte di credito e trovando sempre disponibilità della tariffa amica. Niente… sempre lo stesso messaggio: mi hanno quindi bloccato la possibilità di pagare con le mie carte di credito all’interno del sito trenitalia.
Ma, non volendo perdere la ghiotta occasione di viaggiare per la tratta Roma – Milano con tariffa amica (un buon risparmio), chiamo il call center (89 20 21) rivolgendomi tramite l’opzione 5 all’assistenza al sito Web. Mi risponde un operatore a cui faccio presente il problema e mi conferma che quindi per 48 ore non potrò usare le mie carte per acquistare sul sito trenitalia ma che con le medesime carte potevo tranquillamente acquistare tramite il servizio di call center!
Mi informa che potevo quindi farlo con lui e iniziamo a fare la prenotazione… finché ad un certo punto tutto tace…. quattro minuti buttati.
Richiamo e scelgo l’opzione 3, spiegando alla signorina il problema e chiedendo di procedere con l’acquisto. La signorina capisce, fornisco tutte le informazioni, i dati, la carta di credito…. la sento tacere un po’ e poi mi dice: “mi spiace mi dice carta non valida”.
A questo punto la mia temperatura di pazienza si è spostata a “defcon 2” ed ho chiesto come fosse possibile, e candidamente mi ha risposto che è normale perché anche loro utilizzano il sistema di prenotazione tramite internet….
Morale: sono vittima della infoesclusione da parte di trenitalia per aver usato più di due carte di credito, mentre sono in possesso proprio di due carte di credito.
Morale: non ho il biglietto, non ho tariffa amica e c’ho pure rimesso qualche euro di telefonate…
Forse non mi vogliono far tornare a SMAU per lo speech del 18 🙂

Vicky Gitto, ovvero quando si pensa di esser creativi sparandole grosse

Leggo basito sul blog dell’amico Marco Camisani Calzolari riguardo ad una sua esperienza ADVCamp alla BlogFest in cui tale Vicky Gitto (giuro di non averlo mai sentito e mi scuso anticipatamente con lui per la mia ignoranza, ma cercando su google non identifico nella prima pagina nemmeno un suo sito personale), attuale compagno di Selvaggia Lucarelli (ex isola dei famosi di qualche edizione fa, già autrice di un libro edito da Mondadori dal titolo “Mantienimi”), se n’è uscito con un “elogio alla pazzia” (e forse pure incitamento al terrorismo…).

  • l’attentato di Bin Laden è “un’idea della madonna” con un “tasso di creatività altissimo”
  • “ho identificato un obiettivo, voglio raggiungerlo, come faccio a raggiungerlo, riuscendo a ottenere la pressione media che questa gente è riuscita a ottenere senza spendere una lira”
  • “hanno avuto una grande idea!”
  • “hanno cambiato la storia dell’umanità semplicemente con un’idea”

Il tutto ovviamente “indipendentemente dal valore etico e morale

L’evento tra l’altro è video-documentato da DOLMedia, a partire dal terzo minuto:

Inspiegabilmente nei commenti presenti nell’articolo di Marco, a difesa di tale comportamento “innovativo” si schiera un blogger rinomato, tale “Macchianera” (che tra l’altro organizza Blog Awards) in cui dice testualmente:

Il mondo si divide in chi ha il coraggio di dire le cose, e in quelli cui il coraggio viene solo dopo, al riparo della propria casetta, in un post sul proprio blog.

Da quanto vedo sul video, sembra invece che il buon Marco sia intervenuto, mentre altri li presenti ridevano all’esempio fatto da tale Vicky Gitto…
Vedi Marco, io è tempo che lo dico: spesso i Camp sono luoghi dove chi ha professionalità e passione viene “mescolato” a chi per doti oratorie vede questi luoghi come punti di “acquisizione risorse” oppure solamente come punti in cui “farsi vedere figo e più bravo di altri”.
Sinceramente ho l’impressione che spesso a questi Camp partecipano persone che non rientrano nel circuito dei professionisti ma che pensano che con un blog sia possibile fare qualsiasi cosa…
Ora a bocce ferme, non è forse meglio utilizzare soluzioni come SMAU 2008 o eventi similari, dove effettivamente è difficile trovare il bombarolo di turno?
Comunque non me la prenderei più di tanto… mi sembra tanto lo stile-tv dove per uscire su giornali e riviste ci si fa fotografare con qualche amica o la si spara gossa… ma vediamo di non portare il peggio della TV nel Web eh!
Forse, per spezzare una lancia a favore di Vicky Gitto, posso presumere che abbia detto questa “tavanata galattica” proprio per avere l’effetto dirompente nel Web e poi nella carta stampata, ovvero per usare i blogger e la stampa per fargli gratuitamente una campagna promozionale…
Magari ne parlerò pure al mio seminario a SMAU 2008…