Calatrava: ora tocca alle associazioni

Ai Presidenti delle Associazioni

ASSOCIAZIONE ITALIANA AFASICI
ASSOCIAZIONE ITALIANA ALZHEIMER
ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMIGLIE FANCIULLI ADULTI SUBNORMALI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GUIDA LEGISLAZIONE ANDICAPPATI TRASPORTI
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ASSISTENZA AGLI SPASTICI
ASSOCIAZIONE ITALIANA PERSONE DOWN
ASSOCIAZIONE ITALIANA SCLEROSI MULTIPLA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GENITORI SOGGETTI AUTISTICI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE INVALIDI CIVILI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI ED INVALIDI CIVILI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI ED INVALIDI DEL LAVORO
ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRA INVALIDI PER ESITI DI POLIOMIELITE ED ALTRI INVALIDI CIVILI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE TUTELA HANDICAPPATI ED INVALIDI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ CAPODARCO
ASSOCIAZIONE RICERCA PSICOSI E AUTISMO
ASSOCIAZIONE VALENTINA
ASSOCIAZIONE ANNI VERDI
ENTE NAZIONALE SORDOMUTI
FAMIGLIE ITALIANE ASSOCIATE DIRITTI AUDIOLESI
FEDERAZIONE ASSOCIAZIONI ITALIANE PARAPLEGICI
FEDERAZIONE ITALIANA PER IL SUPERAMENTO DELL’HANDICAP
FEDERAZIONE ITALIANA SPORT DISABILI
FEDERAZIONE ITALIANA SPORT SILENZIOSI
ASSOCIAZIONE GENITORI LA NOSTRA FAMIGLIA
FONDAZIONE DON CARLO GNOCCHI
LEGA ARCOBALENO CONTRO LE BARRIERE
LEGA DEL FILO D’ORO
LISM LEGA ITALIANA SCLEROSI MULTIPLA
UNIONE FAMIGLIE HANDICAPPATI
UNIONE ITALIANA CIECHI
UNIONE ITALIANA LOTTA ALLA DISTROFIA MUSCOLARE
UNIONE ITALIANA DOWN
UNIONE NAZIONALE MUTILATI PER SERVIZIO
ANED ASSOCIAZIONE NAZIONALE EMODIALIZZATI
ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO L’EPILESSIA
ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA
FONDAZIONE ASPHI AVVIAMENTO E SVILUPPO DI PROGETTI PER RIDURRE L’HANDICAP ATTRAVERSO L’INFORMATICA
ASSOCIAZIONE ITALIANA TUTELA HANDICAP
FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DEI DISABILI

Oggetto: disabilità e diritto, un ponte che divide

Gentilissimo Presidente,
chi le scrive è un cittadino veneziano che si occupa di accessibilità informatica che per vicessitudini personali ha avuto modo di conoscere le problematiche di accessibilità dovute alle barriere architettoniche.
In questi giorni vi è ampio risalto sull’apertura di un nuovo ponte a Venezia, il quarto ponte sul Canal Grande. Tale ponte, su proposta del sindaco Massimo Cacciari dovrebbe chiamarsi “Ponte della Costituzione” in onore del 60mo anniversario della Costituzione Italiana.
La mia iniziativa, alla quale poi hanno aderito molte persone, inizialmente era volta a richiedere al Capo dello Stato di non partecipare all’inaugurazione di un ponte che ad oggi – nonostante le dichiarazioni stampa sul termine dell’opera – non è accessibile a tutti. Si, avete letto bene, nel 2008 una grande opera come un ponte di un grande architetto che sta firmando diverse opere nel nostro paese (Santiago Calatrava), non è accessibile, ovvero non rispetta una serie di vincoli normativi che riporto di seguito:

  • Iter di approvazione: ogni progettista deve presentare – unitamente al progetto – una dichiarazione di conformità in cui autocertifica il rispetto alla normativa vigente in materia di progettazione accessibile (DM 236/89 per gli edifici privati e privati aperti al pubblico, DPR 503/96 per gli edifici, gli spazi e i percorsi pubblici). Dovrebbe dunque esistere la dichiarazione di conformità del progetto del ponte. Al Comune (peraltro anche committente) spetta infine di effettuare i controlli previsti.
  • Percorsi o edifici: la normativa vigente non si riferisce solo ad edifici, ma anche a percorsi pedonali e quindi al superamento dei dislivelli. Tale indicazione è ancora più evidente in materia di percorsi pubblici.
  • Servoscala: il DM 236/89 ammette l’impiego di servoscala solo in caso di edifici e realizzazioni antecedenti all’entrata in vigore della norma.
  • Finanziabilità: secondo la Legge 41/86 (art. 32, comma 20), Stato ed Enti Pubblici non possono erogare contributi o agevolazioni per la realizzazione di progetti che non rispettino le disposizioni in materia di progettazione accessibile. Nel caso del progetto in questione, potrebbero esservi pertanto gli estremi di un ricorso presso la Corte dei Conti.

Oltre a tali problematiche vi sono le barriere di accessibilità per i disabili visivi. Il presidente dell’associazione disabili visivi Giulio Nardone in una lettera pubblicata sul mio sito web fa notare che il progetto di Calatrava (ora “Ponte della Costituzione”) viola in pieno anche l’Art. 1.2.c del D.P.R. 503/1996 (costituisce barriera architettonica e va superata “la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi”) e che tale violazione comporta anch’essa le conseguenze di inagibilità dell’opera e di responsabilità dei tecnici e dei politici ed amministratori che hanno approvato e finanziato il progetto illegittimo.
Lo stesso presidente ha fatto presente che la sua associazione (come altre realtà) avevano già segnalato la problematica nel 2003 me nessuno era stato a sentirli al punto che Calatrava in una conferenza stampa tenutasi ieri ha invitato i disabili a “partecipare e dare suggerimenti” prima dell’avvio delle opere, dicendo chiaramente che oramai è tardi (ovvero, non consente di “deturpare” l’opera per renderla a norma). La soluzione al problema – almeno per i disabili motori – sarebbe la cosiddetta “ovovia”, una sfera in cui il disabile può salire scendendo dalla carrozzella, e può percorrere il ponte in 17 minuti.
Quando suddetto può avere dell’incredibile, se non maggiormente incredibile è la motivazione del Sindaco (rilasciata in una video-intervista al Corriere della Sera) in cui lo stesso (riportando quanto detto a suo tempo anche da Calatrava) faceva presente che il comune aveva pensato che per i disabili fosse sufficiente il passaggio in vaporetto. Lascio a voi i commenti…
Sempre in una lettera pubblicata ed indirizzata al Sindaco Cacciari, il presidente della Lega Arcobaleno, Bruno Tescari, di cui riporto un estratto:
“L’associazionismo da tanto tempo ha criticato la presenza delle barriere nel famoso ponte e ultimamente ha fatto in modo che il Presidente della Reubblica non fosse irrispettosamente coinvolto nella inaugurazione di un manufatto vergognosamente fuori legge.
Con la presente, invito l’associazionismo a denunciare alla Magistratura, subito dopo l’apertura del ponte, ai sensi della L. 104/’92, DPR 503/’96, L. 67/06, ecc., il Sindaco ed il Tecnico coinvolto, con l’aggravante che detti soggetti erano stati tempestivamente avvertiti dell’incompletezza del ponte e della discriminazione creata nei confronti delle persone con disabilità motoria e con disabilità visiva ed ipovisiva.
Infatti, va ricordato a lor signori che le barriere architettoniche presenti nel ponte comprendono anche le barriere visive, dalla colorazione ai gradini non marcati, come bene ha ricordato il Presidente della ADV Giulio Nardone in un suo recente intervento.
Ovviamente, se una o più Associazioni decidessero di ricorrere subito dopo l’apertura alla Magistratura, la Lega Arcobaleno chiede di accumunarsi ad esse, versando anche la quota/spesa.
E’ possibile che qualcuno ritenga il ponte, così come è, in regola con la legge poiché ha il requisito della “adattabilità”. Ma tale requisito non appare nel DPR 503/’96 ma solo nella L. 13/’89 che, pero’, riguarda l’edilizia privata.”

Con questa mia lettera volevo portare a vostra conoscenza tale situazione facendo presente che ieri, nel comunicato ufficiale non si è minimamente rimarcata la mancata accessibilità (non si è nemmeno parlato dell’ovovia, che probabilmente pure lo stesso comune ha capito non essere la soluzione idonea) e chiedere, visto che rappresentate e tutelate diverse disabilità, una vostra azione anche in comune per ribadire il rispetto delle normative.
Bisogna comprendere che lasciar passare questo abuso (perchè di abuso si parla sia della 41/86 che del DPR 503/96) verso una struttura che tra l’altro rimarrà per secoli con un nome che richiama la costituzione italiana (di cui ne viola attualmente l’art. 3) significa consentire una discriminazione – oltre che ad una violazione di normative.

Sono disponibile a pubblicare le vostre risposte nel mio sito che raccoglie il dossier sul problema del ponte ed auspico una vostra azione a tutela sia dei vostri associati, sia dell’immagine delle associazioni che rappresentate.
Ciò che oggi è successo a Venezia è un pericoloso precedente: le barriere architettoniche bisogna abbatterle (per gli edifici esistenti, vedi ad esempio le scuole), ed evitarle (per le nuove costruzioni)…

Venezia, 3 settembre 2008
Roberto Scano

Calatrava: ci siam scordati i disabili (di nuovo)

Ed ecco che in occasione della visita del Calatrava, l’assessore ai Lavori Pubblici Mara Rumiz ha rilasciato una dichiarazione stampa dove si vanta del costo dell’opera ed elude completamente il problema dell’accessibilità dell’opera, dichiarando che finalmente è finita.
Grazie assessore, questa era la dichiarazione che i disabili aspettavano per avviare il contenzioso legale! Finalmente il “politically correct” ha lasciato spazio alla “sboronaggine” ed ha portato finalmente fuori il reale pensiero: ignoriamo il disabile, e bolliamolo come polemico.
Complimenti!

COMUNICATO STAMPA
Quarto ponte, l’intervento dell’assessore Rumiz
all’incontro stampa con il sindaco e Calatrava

«Abbiamo l’orgoglio di essere riusciti laddove in passato si sono arenate opere di straordinari architetti: Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Louis Kahn. Abbiamo finalmente rotto il tabù». Così, l’assessore comunale ai Lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, ha commentato la conclusione dei lavori del Quarto Ponte sul Canal Grande, aprendo l’incontro stampa a Ca’ Farsetti con il progettista del Ponte, Santiago Calatrava e il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. L’assessore ha espresso forte e sincera soddisfazione per la conclusione dell’opera, anche se manca ancora l’ovovia, che è in fase di costruzione e sarà installata tra qualche tempo. Intorno al ponte si sono addensate polemiche, critiche, clamori, ha annotato Mara Rumiz, che non ha nascosto il fatto che il ponte sia costato molto di più di quanto era stato previsto (l’appalto nel 2002 era stato per 4.074.906 euro, che diventavano 6.720.237 con le somme per rilievi, indagini, monitoraggi, attrezzature, martinetti, oneri tecnici, Iva, saliti oggi rispettivamente a 7.273.162 e 11.276.794) e che molto più lunghi sono stati i tempi per la sua realizzazione (nel 2002 erano stati previsti 456 giorni), ma ha rilevato: «Guardando quest’opera, davvero qualcuno può pensare che potesse costare quattro milioni?»
L’assessore ha detto di avere finora lavorato in silenzio, senza mai prestare il fianco a polemiche e strumentalizzazioni, ma anche di non avere alcuna intenzione di assumersi colpe che questa Amministrazione non ha; anzi, ha rivendicato con orgoglio di avere avuto una parte, una piccola parte, in questa straordinaria opera, il cui merito ha equamente distribuito tra i tanti che hanno collaborato, con un pensiero speciale per tutte le maestranze: quelle dell’Impresa Cignoni per prime, ma anche quelle delle altre imprese, Lorenzon, Fagioli, Saint Gobain, Achille Grassi, ricordando la loro capacità nel realizzare e assemblare pezzi uno diverso dall’altro: 156 tasselli in pietra d’Istria sulle basi del ponte, 300 elementi di pedata e pianerottoli in vetro, 90 pannelli dei parapetti in vetro, 420 tonnellate di struttura d’acciaio, fatta di costole anch’esse una diversa dall’altra.
Mara Rumiz ha annotato le difficoltà di realizzare un prototipo complesso, opera d’arte e struttura funzionale insieme, difficoltà derivate soprattutto dalla sottovalutazione iniziale. Ma accanto a tale complessità – ha aggiunto – ciò che è stato difficile da reggere è l’onda ostile, un’onda di piccoli numeri (il contrapposto entusiasmo che ha accompagnato il varo del ponte ne è la dimostrazione) ma ai quali è stata data un’enfasi straordinaria. «Si è parlato molto di più delle proteste che dell’opera» ha commentato. «E questo è totalmente ingiusto».
«Oltre a rispondere a una funzione di collegamento e di miglioramento della mobilità a Venezia, il Ponte – ha detto l’assessore – ha uno straordinario valore per la tutela (nel senso pieno del termine: conservazione sì, ma anche valorizzazione) della città: una città non solo con la testa rivolta allo splendido passato, ma che sa e vuole candidarsi a essere città del presente e del futuro». E ha concluso: «Proprio noi veneziani, che abbiamo la responsabilità di conservare lo straordinario patrimonio artistico, storico, architettonico, ambientale che abbiamo ereditato, abbiamo l’obbligo di consegnare a chi verrà dopo di noi il segno più alto dell’architettura contemporanea».
Alle “enormi difficoltà” di stimare con esattezza i costi di un’opera d’arte architettonica in sede di preventivo ha fatto accenno anche il sindaco Cacciari, il quale ha citato l’esempio della grande differenza tra preventivo e costo finale delle opere di Carlo Scarpa, che era stato ricordato da Calatrava; «siamo tranquillissimi» ha aggiunto, con riferimento alle indagini della Magistratura contabile «perché sappiamo le ragioni degli aumenti dei costi». «Tutte le carte ci confortano: il ponte non poteva costare di meno» ha continuato, e ha aggiunto: «Sfidiamo qualunque osservatore imparziale a guardare il ponte, i materiali usati, le tecniche di lavorazione e, a meno che non sia in totale malafede, dirà che il ponte non poteva costare di meno!».

Venezia, 2 settembre 2008 / lp

Calatrava: l’opinione del Patriarca di Venezia Angelo Scola

Riporto, e devo dire a malincuore, l’opinione del Patriarca di Venezia che nella sua dichiarazione allineata a quella del sindaco di Venezia Massimo Cacciari e del Presidente della Regione Giancarlo Galan, relega la problematica dell’accessibilità ad una mera polemica sugli “aspetti tecnici”.

VENEZIA: PATRIARCA SCOLA, PONTE CALATRAVA MI PIACE MOLTISSIMO

(ASCA) – Venezia, 2 set – ”Il ponte di Calatrava mi piace moltissimo”. Lo ha ammesso il patriarca di Venezia, Angelo Scola. Si tratta del quarto ponte sul Canal Grande, che verra’ aperto a giorni, ma che il Comune ha desiderato non inaugurare a seguito delle polemiche che l’hanno riguardato.

”Non entro nel merito di queste polemiche, del costo e degli aspetti tecnici – ha proseguito il patriarca – ma e’ bello che a Venezia di nuovo si possa inserire nell’antico”.

fdm/sam/alf

Calatrava: lettera a Salvadori e Napolitano

versione in PDF

All’ Assessore alla Toponomastica
Augusto Salvadori
FAX: 0412747708

e p.c. Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
FAX: 06.46993125

Oggetto: Ponte della Costituzione

Egregio Avvocato Salvadori,
chi le scrive si occupa da anni di problematiche legate alla disabilità sia nel settore dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sia nell’infoinclusione per garantire il diritto costituzionale di eguaglianza tra tutti i cittadini, indipendentemente da razza, religione, o disabilità.
Il motivo per cui ci rivolgiamo a Lei è la decisione del Sindaco di Venezia, Prof. Massimo Cacciari, di assegnare il nome “Ponte della Costituzione” al nuovo ponte sul canal grande (comunemente chiamato “Ponte di Calatrava”).
Dall’inizio delle discussioni ci siamo attivati per far comprendere la necessità di avere un ponte a norma di Legge, il che significa un ponte rispettoso delle normative in materia di barriere architettoniche. Il Sindaco di Venezia, anche in una recente video-intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che l’amministrazione comunale pensava fosse sufficiente un vaporetto.
Ma la Legge prevede diversamente. Riportiamo una nota di Carlo Giacobini – responsabile del Centro per la Documentazione Legislativa UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e che non possono essere semplicemente ignorare con l’affermazione “si pensava bastasse un vaporetto”.

  • Iter di approvazione: ogni progettista deve presentare – unitamente al progetto – una dichiarazione di conformità in cui autocertifica il rispetto alla normativa vigente in materia di progettazione accessibile (DM 236/89 per gli edifici privati e privati aperti al pubblico, DPR 503/96 per gli edifici, gli spazi e i percorsi pubblici). Dovrebbe dunque esistere la dichiarazione di conformità del progetto del ponte. Al Comune (peraltro anche committente) spetta infine di effettuare i controlli previsti.
  • Percorsi o edifici: la normativa vigente non si riferisce solo ad edifici, ma anche a percorsi pedonali e quindi al superamento dei dislivelli. Tale indicazione è ancora più evidente in materia di percorsi pubblici.
  • Servoscala: il DM 236/89 ammette l’impiego di servoscala solo in caso di edifici e realizzazioni antecedenti all’entrata in vigore della norma.
  • Finanziabilità: secondo la Legge 41/86 (art. 32, comma 20), Stato ed Enti Pubblici non possono erogare contributi o agevolazioni per la realizzazione di progetti che non rispettino le disposizioni in materia di progettazione accessibile. Nel caso del progetto in questione, potrebbero esservi pertanto gli estremi di un ricorso presso la Corte dei Conti.

Abbiamo più volte letto sulla stampa locale che sia il Sindaco che la sua collega ai Lavori Pubblici Mara Rumiz considerano la soluzione dell’ovovia come la panacea al problema mentre architetti specializzati in disabilità e gli stessi disabili motori considerano questa soluzione una spesa inutile ed inidonea per l’accessibilità reale del ponte.
Il presidente dell’associazione Disabili visivi fa inoltre presente che il ponte attualmente viola l’Art. 1.2.c del D.P.R. 503/1996 (costituisce barriera architettonica e va superata “la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi”) e che tale violazione comporta anch’essa le conseguenze di inagibilità dell’opera e di responsabilità dei tecnici e dei politici ed amministratori che hanno approvato e finanziato il progetto illegittimo.
Capirà, caro assessore, che chiamare “Ponte della Costituzione” un’opera così bella e così importante in ambito internazionale ma non utilizzabile da tutti (un errore di progettazione è sempre possibile, nessuno è infallibile!) significa oscurare l’importanza della Costituzione e del suo 60mo anniversario.
Nulla però è irrimediabile. Come hanno detto diversi esperti di architettura accessibile, l’adeguamento del ponte alle vigenti normative non è un’operazione impossibile ma è un’operazione di buon senso: è inutile acquistare un’ovovia che non sarà mai utilizzata mentre è più utile adeguare la struttura del camminatoio del ponte per renderla accessibile a tutti sia con accorgimenti importanti (possibilità di attraversamento da parte di persone con disabilità), sia accorgimenti minori. In questo ultimo caso, pensiamo agli anziani che passeranno il ponte: come potranno appoggiarsi su un parapetto che col sole diventerà incandescente?
Sicuri di una sua comprensione della problematica legata all’effettivo uso del nome “Costituzione” per indicare qualcosa che attualmente (con o senza ovovia) ne viola l’art. 3, ed al fine di risolvere questo problema nel modo migliore garantendo a tutti eguali diritti di usufruire del ponte, le chiediamo di farsi portavoce presso la Giunta per far approvare il nome “Ponte della Costituzione” ma autorizzandone l’uso (con relativa inaugurazione ufficiale) quando il ponte sarà effettivamente il ponte della Costituzione, che unisce le due sponde ma non divide i cittadini in classi differenti, a seconda della loro condizione fisica.
Quello che chiediamo quindi è un gesto di civiltà e di buon senso, il buon senso che è tanto caro anche al nostro Sindaco: non essendoci alcun negozio o altra attività al di sopra del ponte questa dilazione nell’assegnazione del nome non farà altro che far comprendere a tutti l’importanza della progettazione universale, rispettosa delle vigenti normative ed in primis della Costituzione italiana.
Cordiali saluti.

Roberto Scano e Franco Bomprezzi
Venezia, 1 settembre 2008