BioWashBall: i test de “Il Salvagente”

Copertina de Il SalvagenteGrazie ad un commento postato dall’utente Ciro ad un mio precedente articolo sulla BioWashBall, oggi ho acquistato la rivista “Il Salvagente” che dedica la copertina alla “pallina magica”.
Come ho già detto, ho avuto modo di provarla e – a mio personale parere – il prodotto sembra funzionare, avendo fatto delle prove sia con la palla che senza ed ottenendo differenti risultati sul classico collo di camicia.
Devo dire che, leggendo la rivista, sono rimasto un po’ deluso dal taglio dell’articolo che – chiaramente – mira a sfatare il mito della “pallina magica”. Ciò che mi ha deluso dell’articolo è innanzitutto il test che pone a confronto BioWashBall, Dash e solo acqua ma che (correggetemi se sbaglio) non menziona minimamente la temperatura dell’acqua utilizzata per il lavaggio.
Il risultato del test (che chiaramente non è pubblicabile senza autorizzazione della rivista) lascia anche alcuni dubbi. Se – come si sostiene – la “palla magica” non fa nulla di più di quanto fa l’acqua, com’è possibile che in molti test addirittura il risultato con sola acqua è migliore rispetto a quello dell’acqua con la pallina mentre in un caso (e proprio con macchie del vino rosso) la palla da risultato migliore dell’acqua? Secondo i tecnici il risultato peggiore rispetto all’acqua è dovuto al fatto che la pallina che “resta intrappolata (???) tra le pezzuole”.
Da non tecnico resto inoltre sopreso che in una pagina vengono addirittura interpellati degli esperti i quali però non hanno avuto modo di testare il prodotto ma hanno rilasciato dichiarazioni sulle presunte modalità di funzionamento dello stesso e si sommano le dichiarazioni del tipo “non ho mai sentito nulla del genere” sino a “non ha nessun fondamento scientifico”. Per fare un paragone, è come se mi chiedessero un parere su un possibile software che riesce magicamente a generare codice accessibile usando soluzioni mai viste prima: è chiaro che io stesso direi: non ho mai sentito nulla del genere, ma non è certo un test ma una dichiarazione “a caldo”.
Chiudo quindi con una domanda: perché non è stata indicata la temperatura / programma di lavaggio con cui si è effettuato il test? Com’è possibile che l’acqua da sola (se questa “pallina magica” non fa nulla) nei test risulta lavare meglio della medesima acqua con una semplice pallina di plastica all’interno della lavatrice?

Sei disabile? Il giornale puoi comprarlo altrove!

Questo è il succo che si apprende sulla Nuova Venezia del 18 novembre (articolo di Simone Bianchi) dalla dichiarazione del presidente della Municipalità del Lido, Gianni Gusso in relazione ad un problema di accessibilità. Al Lido di Venezia stanno ricostruendo la porta di accesso acquea, ovvero i cosiddetti “imbarcaderi” dove arrivano i vaporetti. Questa attività che si prevede terminerà nel 2011 ha richiesto lo spostamento del giornalaio in una struttura provvisoria che è stata installata in una posizione inaccessibile ai disabili in quanto, anziché consentire lo sfruttamento degli scivoli per disabili, la stessa è stata aperta in direzione opposta, con tre insormontabili scalini.

«Il fatto è che i disabili e quanti hanno problemi di deambulazione si sono trovati davanti tre gradini per potersi comprare il giornale – scrive Bastianello – Le due rampe che danno accesso alla piazzetta rialzata, dov’è ora l’edicola provvisoria, sono inaccessibili per la posizione errata in cui è stato messo il container. Considerando che i lavori saranno ultimati non prima di 20 mesi, chi deve prendere il giornale è costretto a chiedere aiuto ai passanti».
Il consigliere Toso si è già attivato affinché vengano apportate delle modifiche, mentre per il presidente Gusso è stato già fatto tutto il possibile. «Vorrei ricordare che a cento metri c’è un’altra edicola dove si può prendere il giornale senza avere barriere architettoniche. Alternative alla posizione di quella provvisoria non ce n’erano. Studieremo nuovamente la cosa per vedere se ci sono margini per eventuali accorgimenti».
Forse basterebbe arretrare un po’ il container per poter usufruire almeno di una delle due rampe, sempre che catene e biciclette non continuino a ostruirle, togliendo qualsiasi possibilità di accesso ai disabili.

Sui 100 metri, è da considerare che l’esecuzione dei lavori ha praticamente distrutto l’accessibilità del Piazzale e un utente con disabilità motoria per poter acquisire il giornale dovrebbe compiere ben oltre i 100 metri “lineari” indicati dal presidente Gusso.
Ma per fortuna non ci sono solo note negative: sono stati stanziati 250 mila euro per garantire l’accessibilità degli ingressi di tutte le spiagge del lungomare. L’importante, però, è che le spiagge siano realmente accessibili: la prima spiaggia che ci si trova davanti arrivando al Lido contiene un mostro architettonico inaccessibile – dotato di ascensore ma non utilizzabile in quanto non vi è la presenza di un addetto per la sua attivazione.

Detersivo per piatti fatto in casa

Ed ecco il secondo articolo della serie “ecologia”. Dopo la Biowashball utile per lavare con la lavatrice senza detersivo, ora passiamo alle stoviglie.

Gli ingredienti sono semplici ed economici: 3 Limoni. 200 gr. di sale fino, 400 ml di acqua, 200 ml di aceto bianco.
Bisogna innanzitutto lavare i limoni, spremerli, togliere la parte bianca, tagliare a pezzi la buccia. Successivamente frullateli con il sale grosso, e ne ricaverete un tritato. In una pentola versate acqua e aceto, il composto di sale e limoni e fate cuocere per circa 20 minuti. Il risultato va filtrato e conservatelo in un barattolo di vetro, (non di plastica) ed è quindi possibile utilizzarlo come un normale detersivo per piatti: per una lavastoviglie, ad esempio, bastano due cucchiai del preparato per avere stoviglie pulite.

BioWashBall: eppur funziona…

Devo dire che ero restio ad effettuare l’acquisto ma alla fine devo dare ragione a Beppe Grillo che per primo l’ha promossa all’interno dei suoi spettacoli.

BioWashBallMa di che si tratta? Biowashball contiene tante palline di ceramica naturale le cui proprietà consentono il lavaggio degli indumenti SENZA utilizzare alcun detersivo. E’ un prodotto realizzato da ricercatori svizzeri che sta avendo una diffusione enorme in tutto il mondo. Dura fino a 3 anni facendo lavatrici ogni giorno, la ricarichi ponendola al sole per un paio d’ore e volendo la metti pure in frigorifero per conservare meglio le verdure. Ma vediamo meglio le sue caratteristiche:

  • E’ un sistema di lavaggio innovativo, rivoluzionario e 100% naturale.
  • E’ economica e fa risparmiare un bel po’ di denaro.
  • Dura 3 anni e permette circa 1000 lavaggi. Non più detersivi! Immaginate l’enorme risparmio economico ed il grande contributo che darete nel preservare la natura.
  • La Biowashball si utilizza a temperature inferiori rispetto ai comuni cicli di lavaggio (mai più di 50 gradi), e quindi consente un ulteriore risparmio economico dell’energia elettrica.
  • E’ antibatterica: elimina i microrganismi patogeni.
  • E’ ipoallergenica: riduce al minimo i rischi di allergie. Mentre, i detersivi, spesso creano allergie in seguito al contatto con la pelle, o tramite i residui di detersivo stesso presenti sui tessuti lavati.
  • Non fa scolorire, od ossidare, la biancheria conservando inalterato il colore e l’elasticità dei tessuti. Mentre, i detersivi, dopo vari lavaggi tendono a scolorire i capi.
  • E’ benefica – Grazie alle sue caratteristiche apporta benessere e comfort.
  • La Biowashball può anche essere posta nel frigorifero, aiuterà a mantenere freschi frutta, verdura, carne e pesce.

Ma come funziona?

L’utilizzo di Biowashball permette di non usare più i detersivi. Si eliminano anche i rischi di allergia correlati con i residui di detersivo sui vestiti e la biancheria. Preserva la biancheria dalla decolorazione e dall’’ossidazione, causate dal cloro diluito nell’acqua. Permette di conservare l’elasticità dei tessuti. Sono i potenti raggi infrarossi emessi dalle ceramiche della Biowashball che disgregano le molecole d’idrogeno dell’acqua per aumentare il movimento molecolare. Questa azione dona all’acqua una grande capacità di penetrazione e aumenta il suo potere lavante.

La Biowashball emette ioni negativi che indeboliscono l’aderenza dello sporco ai tessuti, rendendone facile la rimozione senza ricorrere ai detersivi. La Biowashball ha un pH di circa 10 che è equivalente a quello di un normale detersivo chimico. Questo permette un efficace trattamento di macchie grasse, organiche o chimiche. La Biowashball elimina i composti cloridrici nell’acqua e diminuisce la sua pressione superficiale, aumentando così il suo potere pulente. In ultimo, la Biowashball elimina i germi patogeni nell’acqua della vostra lavatrice, dandovi tessuti puliti e salubri. Biowashball ha un effetto antibatterico ed elimina i cattivi odori.

Bisogna chiaramente separare i capi bianchi da quelli colorati. E’ necessario quindi mettere la Biowashball nel tamburo della lavatrice in mezzo alla biancheria da lavare e mettere in funzione la lavatrice: alla fine del ciclo di lavaggio, estrarre la biancheria, pulita e igienizzata.

Che dire: provare per credere. Tra l’altro ho notato che ora è acquistabile anche in Italia e… diffidate dalle imitazioni!
https://www.youtube.com/watch?v=ilF1tg85vkw

Aggiornamento: visto che si tratta di un post promozionale di un prodotto interessante, ho fotoritoccato il “marketing-man 4.0” (come da suo ultimo libro). Ed ecco quindi la versione aggiornata di Marco Camisani Calzolari, dalla sua immagine ufficiale, ora in versione “comprereste una BioWashBall usata da quest’uomo?”

Marco Camisani Calzolari con la BioWashBall in mano
Grazie a Marco per avermi concesso questa divagazione.

Face of Millions sbarca in Italia

Segnalo questa iniziativa dell’amica Tanya Lazic che è allo stesso tempo innovativa e collaborativa, proprio nell’ottica di quello che i marchettari chiamano “Web 2.0” (o – sentito di recente – “il nuovo Web”).
Ma cos’è “Face of Millions”? Si tratta di un’iniziativa che mira a creare il più grande foto-mosaico mai creato sino ad ora, che dovrebbe essere grande circa 10 x 10 m).
immagine del cartellone 10 x 10 metri
Il foto-mosaico sarà creato utilizzando 300 poster che conterranno immagini di chi contribuirà al progetto.
Chi vuole contribuire con la propria foto può farlo tramite l’apposito modulo e partecipando al gruppo su Facebook.