BioWashBall: test ed analisi tecnica

Sono settimane che si parla di test della BioWashBall: sembra addrittura che una televisione svizzera proprio per garantire l’onorabilità della precisione elvetica, si stia organizzando nella predisposizione di diverse tipologie di test.
La cosa interessante è che dopo la trasmissione “Mi Manda Rai Tre”, l’interesse per la BioWashBall è aumentato e sono incrementate le testimonianze verso l’effettivo funzionamento del prodotto, così come le diatribe in diversi forum – anche all’interno degli stessi meetup di Beppe Grillo.

Oggi ho voluto fare qualche test armato di misuratore di PH, di una bacinella e della BioWashBall. Non avendo possibilità di utilizzare altri strumenti, ho provveduto ad agitarla un po’ nell’acqua e dopo alcuni minuti ho notato l’effettivo incrementare del PH di quasi 1 punto. Per quale motivo non sono andato oltre? Perchè questa mia prova era un piccolo test “casareccio” a seguito di quanto sto per scrivere in questo articolo, ma mi riprometto di farne uno più dettagliato nel 2009.
In questo articolo riporto un testo prodotto da “sandro-meg” che sarà pubblicato in uno dei siti del forum energeticamente, in cui si è discusso parecchio dell’argomento in questione. L’approfondimento fatto da Sandro è impressionante e conferma quantomeno l’incremento del ph e della fir. La domanda che mi pongo è: com’è possibile quindi che con test “casarecci” si ottengono risposte positive mentre con test di laboratorio presentati in TV si parla solo di minimo incremento di ph e non vengono citati documenti che Sandro ha trovato con una accurata navigazione in rete?

La BioWashBall è una bufala? Sembra proprio di no

di Sandro-meg
Io non sono ne un chimico ne un fisico ne un giornalista scientifico…. ma sembra che nessuno finora abbia ‘rilevato’ quello che sembra il segreto di Pulcinella.
Tutto inizia dallo spettacolo di Grillo dove mi fa conoscere la BioWashBall. Logicamente, anche se non del tutto convinto, acquisto la palla e comincio ad usarla con buoni risultati.
Subito mi viene in mente che possa essere solo l’azione dell’acqua a far ottenere ciò ma non indago troppo e non leggo nemmeno su quali principi si dovrebbe basare. Una volta che scoppia il caso BioWashBall beh, a quel punto, comincio a fare i miei test e le ricerche su internet scoprendo che molte informazioni date dai mass media sono inesatte o quantomeno incomplete.
Sicuramente quanto scritto qui non vuole essere e non è nemmeno una ricerca completa sull’argomento e non riesce nemmeno a dare delle risposte esaurienti. Piuttosto è uno spunto a capire un po’ meglio il fenomeno BioWashBall e tecnologia FIR.

Di cosa parliamo?

La BIOWASHBALL è distribuita in Svizzera dalla Haopi ed è basata su dei brevetti Coreani di una tecnologia chiamata TM.
La TM è uno sviluppo Coreano della “EM-Technology” dove il giapponese Dr. Teruo Higa’s ha sviluppato ,da oltre 20 anni, numerosi brevetti sulla tecnologia da lui studiata e sviluppata in tutto il mondo.
La EM si basa sul concetto dei cosiddetti ‘microrganismi effettivi’ che riescono a svolgere dei compiti che vanno dalla agricoltura al depuramento delle acque estesi poi in numerosi altri campi. La sua teoria è sicuramente non ben vista dalla comunità scientifica anche se in Asia e in molte parti del mondo è utilizzata con reali benefici.
In uno dei numerosi brevetti si nota chiaramente come sono state create le ceramiche e cioè con ossidi metallici (esempio: Aichi, Japan, Silicate: 50.14%, Titanium oxide: 0.50%, Alumina: 34.70%, Iron oxide: 1.36%, Lime: 0.24%, Magnesia: 0.10%, Potassium oxide: 0.56%, Sodium oxide: 0.30%).
I componenti sopra descritti ricordano molto i materiali che si usano per sintetizzare la Tormalina, un minerale dotato di piezoelettricità ,piroelettricità e ben conosciuto per la sua caratteristica di emissività nel campo dei infrarossi lontani con un valore superiore a 0,9.
Intorno al 1986 il Dr. Tetsujiro Kubo della università di Tokyo ha scoperto che anche polverizzando la Tormalina e riscaldandola fino anche a 1000 gradi, le sue caratteristiche elettriche non si modificavano. Il tutto fu pubblicato su Solid State Physics nel 1989 con l’articolo “Activity of Water Given Rise to by Tourmaline”.
La Tormalina è un minerale che oggi è molto utilizzato in vari prodotti commerciali (piastre per capelli, asciugacapelli, saune, indumenti, ecc.) ed è molto famoso soprattutto in Asia per i suoi effetti ionizzanti. Ci sono molti studi che suppongono che la tormalina riesca effettivamente ad emettere prevalentemente ioni negativi.
Inoltre nello stesso sito della Haopi esiste un video (formato Windows Media) come la BIOWASHBALL emetta ioni negativi spontaneamente anche a temperatura ambiente.
La maggior parte delle palle lavanti che esistono sfruttano quindi questa caratteristica della tormalina per poter ottenere un effetto ionizzante.
Sempre sulla tormalina sono state fatte inoltre ricerche sulla capacità di emettere radiazioni fir soprattutto dopo che a Taiwan alcuni ricercatori della National Yang-Ming Medical College (pubblicato poi sui American Journal of Chinese Medicine nel 1991) hanno rilevato come i guaritori Qigong emettessero una quantità superiore di calore (e quindi radiazioni infrarosse) dalle loro mani soprattutto nel campo dei infrarossi lontani (fir dai 2-15 uM).
A quel punto sono stati trovati alcuni materiali che,a differenza di altri, emettono nel campo dei fir quasi quanto le radiazioni teoriche di un corpo nero. Ulteriori ricerche sono state fatte in Cina,Giappone, Corea e nel 1993 è stato pubblicato un documento dove si confermavano alcuni aspetti interessanti nel campo medico riguardo alla Tormalina e come questa potesse operare tramite i fir.
Anche la Nasa ha eseguito delle ricerche sulle ceramiche fir per i suoi programmi spaziali.
Lascio questo piccolo preambolo fatto solo per far meglio comprendere alcune cose riguardo alla ionizzazione e alla questione dei fir che si riallacciano alla BIOWASHBALL.

L’incremento del ph

Nelle ceramiche della BIOWASHBALL ci sarebbero quindi gli effetti efficaci della Tormalina che, secondo i produttori, sarebbero da imputare a dei microrganismi efficaci presenti nella tormalina stessa. Più facile che in verità i microrganismi efficaci non siano altro che le proprietà piezoelettriche del minerale che, se anche polverizzato, riesce a mantenere le sue proprietà come descritto dai due articoli scientifici linkati sopra.
Per rendere possibile e aumentare gli effetti ionizzanti presente nella BioWashBall, bisogna che le ceramiche stesse si possono scontrare tra loro (effetto piezoelettrico) e che ci siano delle differenze di temperatura (effetto piroelettrico). Per far ciò nel cestello della lavatrice la palla si muove dentro e fuori l’acqua e quindi esistono i presupposti per ottenere la ionizzazione.
Effettivamente ho misurato il ph di un litro d’acqua a temperatura ambiente tramite un semplice tester da piscina e l’ho alterato (tramite un limone) in modo da avere un ph a circa 7 (limite inferiore del tester). Poi ho cominciato a scuotere con forza la BioWashBall all’interno dell’acqua ed esternamente (cioè in aria) per circa 5 minuti. A quel punto ho rimisurato il ph e l’ho ritrovato alzato ad oltre 8,2 (sulla sinistra il ph di partenza e sulla destra quello dopo 5 minuti).
misuratore di PH
Se si lascia la BioWashBall ferma o la si agita solo in acqua, il ph non si modifica.
Purtroppo non ho trovato documenti scientifici degni di nota che parlano degli effetti di ionizzazione della tormalina in acqua, ma penso che il test di cui sopra parli molto chiaramente.
Su internet si trova un filmato che mostra la modifica del ph relativa alla BioWashBall confrontandola con altre palle. Come si può facilmente notare le ceramiche vengono prima violentemente agitate dal cucchiaio prima che si misuri il ph.
https://www.youtube.com/watch?v=dlavLI4hEa8

Gli effetti dei fir

Parliamo ora degli effetti dei fir: nelle istruzioni della BioWashBall si legge :” …potenti raggi infrarossi lontani che rompono le combinazioni di idrogeno della molecola d’acqua al fine di aumentare il movimento molecolare“.
È chiaro che gli infrarossi lontani non spezzano le molecole d’acqua o di idrogeno come sostenuto da alcuni mal interpretando la frase… ma bensì rompono i legami a ponte di idrogeno che hanno le molecole d’acqua. Rompono nel senso che essendo i fir delle radiazioni infrarosso tra i 2 e i 15 um, riescono a far assorbire all’acqua (le molecole d’acqua hanno il massimo assorbimento nella regione dei fir) la vibrazione necessaria a spezzare i cluster facendoli diventare di dimensione minori. Guardate questo link che spiega in modo semplice gli effetti dei fir su una fibra messa in commercio.
Quindi le ceramiche non emettono propria energia ma bensì sono riscaldate dalla stessa acqua ed emettono infrarossi in quantità maggiore, in un specifico range di frequenze (fir), rispetto ad altri tipi di materiali che sono presenti all’interno del cestello (ad esempio il cestello stesso che è inox e che ha una emissività molto minore di 0,6 rispetto a quella della tormalina che ha più di 0,9 nel campo dei fir).
Da varie ricerche più o meno scientifiche, sembrerebbe che questi tipi di materiali possano “rompere” i cluster di grandi dimensioni riducendoli tramite un processo di “risonanza-assorbimento” tra l’acqua e le ceramiche. Questa “riduzione” potrebbe aumentare la capacita pulente dell’acqua ma questo non porta sicuramente ad un aumento di temperatura come qualcuno avrebbe presupposto.
Sono state anche eseguite delle ricerche sempre su un tipo di fibra che vanta proprietà fir, dalla Università di Ferrara (accedete al sito, poi cliccate su “ricerche” e poi su “azione sull’acqua”)
Come si può leggere dal sito, la fibra è stata avvolta (e quindi senza nessun contatto fisico con l’acqua) in un recipiente contenete acqua e ne ha modificato alcune proprietà della stessa facendo aumentare sia la mobilita delle molecole sia il potenziale zeta. Le conclusioni dichiarate del produttore porterebbero anche loro a confermare che i cluster (cioè le combinazioni dei legami a ponte di idrogeno) vengano “spezzati”.
L’università ha rilasciato questo documento dove chiaramente si riservano di eseguire ulteriori analisi ma che confermano che i cambiamenti prodotti non sono imputabili ad agenti chimici.

Il test del burro

Ho allora provato anch’io ad eseguire un test simile e cioè vedere se il potenziale zeta veniva modificato anche dalla BioWashBall.
Ho riempito di acqua calda (40 gradi) un contenitore di plastica. Poi ho inserito la BioWashBall all’interno (senza agitarla e quindi senza modificare il ph che successivamente è stato controllato) per 30 minuti (togliendola alla fine). Finito ciò ho sciolto un cucchiaio di burro sul fuoco e l’ho versato (mescolando il tutto) nell’acqua. Ho lasciato raffreddare il tutto per 12 ore.
Poi ho ripetuto il medesimo test senza però inserire la BioWashBall.
Nell’acqua non trattata con la BioWashBall, le particelle di grasso si sono raggruppate tra loro formando uno strato denso di grasso ai bordi del contenitore.Il resto dell’acqua presenta solo piccole gocce di grasso.
acqua con grasso
Purtroppo le foto non sono molto chiare… mi dispiace.
Nell’acqua trattato con la BioWashBall le particelle di grasso non si sono mosse e non si sono raggruppate tra loro. Cioè una volta che ho versato e mescolato il grasso nell’acqua, le particelle hanno occupato tutto lo specchio d’acqua e li sono rimaste anche le 12 ore successive.
acqua con grasso senza bwb
Quindi il grasso nell’acqua e “uniformemente” presente senza nessun addensamento nemmeno ai bordi del contenitore a differenza del precedente test (test ripetuti più volte e sempre con risultati identici).
Questo discorso si sposa bene con la variazione del potenziale zeta (sospensione più stabile) rilevato nel test eseguito dalla Università di Ferrara.
Questo mi porta a pensare che effettivamente la BioWashBall riesca tramite i fir a modificare in qualche maniera le caratteristiche dell’acqua e facilitare la rimozione di molecole non idrosolubili (non si aggregherebbero tra loro).

L’ultimo mistero: la rigenerazione

Passiamo ora all’ultimo mistero della BioWashBall e cioè quello riguardante la proprietà di “rigenerarsi” al sole.
Nella BioWashBall è presente anche l’ossido di titanio che viene sfruttata nei trattamenti di depurazione dell’aria e delle acque ed è mescolato,per esempio, nelle vernici/cemento perché ha la caratteristica di autopulirsi dallo smog tramite la luce del sole (raggi ultravioletti).
Una delle proprietà della BioWashBall è quella di eliminare i cloruri dall’acqua, sinceramente non saprei dirvi in maniera precisa quale sia la reazione esatta (per approfondire: Italcementi e CNR) ma la mia idea è che prima la ionizzazione e poi la successiva radiazione ultravioletta, possano prima annullare i cloruri e svolgere una azione battericida per poi far rigenerare le ceramiche magari liberandosi delle molecole rimaste “intrappolate” sulle stesse.

Conclusioni

Molta di questa tecnologia sembra fantascienza ma mi sembra giusto parlarne e discuterne senza pregiudizi anche perché in fondo,nel caso delle ceramiche, non sembrerebbero realmente microrganismi ma solo reazioni chimico/fisiche e da qui il nome tradotto dal giapponese di “microrganismi efficaci” (o effettivi).
Inoltre, da oltre un mese che sto usando la BioWashBall i panni vengono puliti e senza odore (altra caratteristica riportata dai produttori delle ceramiche). La palla lava meglio della sola acqua ma peggio del detersivo poiché mi sembra che non abbia la stessa capacita di abbassare la tensione superficiale (io non sono riuscito a verificarlo).
Comunque nel 90 % dei casi ho abbandonato il detersivo perché lo uso solo nei casi di macchie difficili facendo prima l’ammollo.
Nei test eseguiti in Italia si nega un beneficio dovuto alla palla durante il lavaggio. In altri casi i test hanno dato risultati confrontabili con il detersivo.

Se verranno confermati i risultati di cui sopra, risulterebbe chiaramente che la BioWashBall ha realmente un effetto pulente magari non uguale al detersivo, ma sicuramente maggiore rispetto alla sola acqua o con l’aggiunta di una semplice palla da tennis.
La verità non sta certo a me stabilirla anche se alcune caratteristiche sarebbero confermate dai miei test casalinghi e dalle molte persone che l’utilizzano con buoni risultati.
Vedremo se in futuro qualche ente di ricerca riuscirà a stabilire la verità riguardo non solo alla BioWashBall ma anche sugli effetti della Tormalina stessa (ionizzazione, fir , ecc.) facendo una analisi scientifica degna di questo nome.

Municipalità del Lido: ammalata sarà lei!

Continuano le proteste per l’abbattimento di alberi in via Duodo, con la classica motivazione della sicurezza e applicando una serie di parametri valutati dagli esperti incaricati dalla medesima ditta che cura la manutenzione (quindi a mio avviso in pieno conflitto di interessi) e con l’avallo della Municipalità del Lido presieduta da Gianni Gusso (il quale con modalità cacciariana, invita a non contestare gli esperti: chi siamo noi per giudicarli?).
Oggi è uscito un articolo sulla Nuova Venezia (in cui tra l’altro sono state virgolettate delle dichiarazioni di Arrigo Battistini di “Estuario Nostro” assegnandole al sottoscritto) con la fotografia che ho scattato ieri e che documentava l’avvio della decimazione.
Oggi invece Arrigo Battistini ha provveduto a fotografare l’abbattimento di un albero che è visivamente sano: non è soggetto alle classiche scavature interne (che provocano il classico suono di vuoto al test col martelletto, ovvero il test che indica se vanno abbattuti o meno) ed è completamente fresco e sano (tra l’altro più giovane di altri esemplari abbattuti).
albero sano in via duodo
Che dire, la foto parla da sola.

Alberi via Duodo: per oggi son salvi

Oggi era attesa la mattanza di 17 alberi di via Duodo ma fortunatamente – forse anche per gli articoli usciti oggi sulla stampa locale (con tanto di locandina dedicata al problema a cura della Nuova Venezia) – oggi non s’è visto alcun “boscaiolo” incaricato dalla Veritas (società che cura la manutenzione del verde pubblico).
Stamane alle 10 c’è stato un raduno spontaneo di persone pronte a contestare l’operazione di danneggiamento di uno dei viali più belli dell’isola del Lido. Ho ritenuto utile videoacquisire un commento di Arrigo Battistini, presidente dell’associazione Estuario Nostro.

Chi legge questo articolo si chiederà: ma perché questa mattanza? L’intervento e’ motivato da Veritas con i soliti riferimenti alle decisioni che “colano” dalla piramide burocratica costruita per gestire il verde pubblico. L’intervento si inserisce nel programma di abbattimento di alberature al Lido e Pellestrina “…classificate in classe D secondo il metodo V.T.A. (Visual Tree Assessement-Mattheck & Breoler 1994) secondo il quale gli alberi classificati in classe D sono piante che…devono ascriversi alla categoria statisticamente ad alto rischio di caduta e schianto e pertanto devono essere abbattute e sostituite.

Metodo VTA

Il metodo VTA si svolge in tre fasi:

  1. Controllo visivo dei difetti e della vitalità. Se non si riscontrano segnali preoccupanti, l’esame è terminato. L’indagine visiva viene effettuata considerando l’albero nella sua interezza e prendendo in considerazione la sua morfologia, il suo aspetto fisiologico e le sue caratteristiche biomeccaniche.
  2. Identificazione del difetto. Se vengono riscontrati sintomi di difetti, essi vengono esaminati per mezzo di un’indagine più approfondita (percussione con martello tradizionale, percussione con martello ad impulsi, Resistograph) per stimare la localizzazione del punto debole e la sua espansione assiale.

Il metodo VTA prevede quindi un’analisi più approfondita solo per i soggetti che manifestano uno o più difetti tra quelli sopra elencati.

  1. Dimensionamento dello spessore della parete residua. Se il difetto rilevato è preoccupante deve essere dimensionato per valutare lo spessore residuo della sezione trasversale della parete. Come fattore di sicurezza per alberi con piena vegetazione viene assunto il valore t / R maggiore od uguale a 0,3 (dove t è lo spessore di parete residua sana e R è il raggio del tronco nel punto della misurazione). Se dimensionando il difetto si ha la prova di un’alta probabilità di rottura e l’albero è scarsamente vitale, allora è da sostituire. Se deve essere assolutamente risparmiato, perché è un esemplare raro, carico di storia, allora è possibile ridurre i rischi di danneggiamento con opportuni interventi di tipo manutentivo.

Il presidente della Municipalità Gianni Gusso ha dichiarato alla Nuova Venezia “Insomma, basta proteste: qui si tratta di sicurezza. Sono piante malate o, comunque, non più stabili: Veritas ha studiato e monitorato tutte le 12 mila piante dell’isola, per ognuna ha realizzato una scheda e, di volta in volta, ci invia le comunicazioni degli interventi necessari. Chi siamo noi per contestare le scelte di 4 agronomi e due botanici?”
Io invece mi chiedo con che coraggio si può comunque affidare la verifica a chi di fatto offre il servizio di manutenzione, taglio e sostituzione degli alberi: è come chiedere all’oste se il vino è buono…
Per quale motivo quindi la municipalità non affida direttamente lei la verifica e lei – con l’ausilio di esperti esterni – decide le eventuali rimozioni e sostituzioni? Qui si gioca molto allo scaricabarile, ma la responsabilità è chiaramente di chi delibera e amministra: e se tra il presidente Gusso e il suo delegato all’ambiente (che ha minacciato le dimissioni) non c’è nemmeno uniformità di vedute, e se i cittadini cominciano a far sentire la propria voce… ecco, forse è questo il motivo per cui nessuno ha avuto il coraggio di farsi avanti per tagliare degli alberi che – a mio avviso – rientrano negli alberi che più che l’abbattimento meriterebbero adeguata manutenzione, una manutenzione che a quanto mi risulta è parecchio onerosa e quindi nell’ottica dei tagli, meglio tagliare che curare….

Municipalità Lido di Venezia: il giorno prima della mattanza dei tigli

Stamattina uscendo da casa ho notato che forse ci sono altre persone a cui non va la mattanza dei 17 tigli di Via Duodo.
Ho effettuato alcuni scatti fotografici, di cui uno secondo me rappresenta tutti gli altri.
messaggio che informa della mattanza degli alberi
Domattina presumo che ci sarà un po’ di movimento sotto casa…
Per chi vuol vedere com’era il viale fotografato da decine di turisti (e la foto non rende nemmeno giustizia), ecco uno scatto.
Via Duodo in estate.
Pensate solamente che dal lato del fotografo c’è la riviera con vista del bacino San Marco, e questi sarebbero gli alberi malati…