Biowashball: menzione speciale al WT AWARD 2009 per innovazione tecnologica

Ebbene, dopo molte polemiche scaturite in rete, dopo i test effettuati tra trasmissioni e da siti “antibufala”, dopo le controprove pubblicate in questo sito, la Biowashball ha avuto una menzione speciale al WT AWARD 2009 PREMIO ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA.
Innanzitutto cerchiamo di capire chi è Well Tech.

Well-Tech è un’organizzazione nata nel 1999 che si occupa di progettazione e ricerca sulle nuove tecnologie sostenibili e accessibili.
L’osservatorio Well-Tech analizza costantemente il mercato e il mondo della ricerca per rilevare nuovi prodotti, tecnologie e materiali. L’obiettivo è quello di stimolare, attraverso le proprie attività la ricerca e lo sviluppo di sistemi e tecnologie innovative e sostenibili e di promuoverne il trasferimento al sistema industriale italiano.

In un contesto contraddistinto da una sempre maggiore consapevolezza, soprattutto da parte del decisore pubblico, della necessità di investire in favore dello sviluppo sostenibile, Well-Tech si propone come una struttura in grado di contribuire ad innescare processi di sviluppo consapevole.

Il team Well-Tech è guidato dalla consapevolezza che l’innovazione sostenibile e un coerente modello di sviluppo segneranno un’importante svolta nell’era post-industriale e rappresenteranno un’indispensabile opportunità di crescita per le aziende.
Per divulgare e promuovere una politica di sviluppo sostenibile Well-Tech coordina un premio annuale all’innovazione tecnologica rivolto ai prodotti che si sono distinti per innovazione e valori di sostenibilità, accessibilità e miglioramento della qualità di vita.

Il Premio che vanta notevoli patrocini anche istituzionali, considera la BioWashBall come uno dei migliori prodotti a “innovazione tecnologica che migliora il benessere economico e sociale della comunità”.

Che dire quindi: siamo tutti dei pazzi oppure effettivamente c’è qualcosa di buono? 🙂

Bioelettricità microbica: una frontiera per la produzione di energia elettrica?

Segnalo un interessante convegno a Firenze per chi si interessa delle nuove potenzialità dei microorganismi elettrogenici.

Non è tanto recente la scoperta di microrganismi elettrogenici, capaci cioè di produrre energia elettrica mediante trasferimento diretto di elettroni da una biomassa o da altra matrice organica a degli elettrodi, tuttavia è solo da qualche anno che i ricercatori si sono dedicati con particolare interesse a questo settore.
Tra i più importanti batteri elettrogenici si trovano il genere Geobacter e il genere Rhodoferax che vivono nel suolo o nei fanghi marini e che, fermentando in ambiente anaerobio, estraggono elettroni dal substrato cedendoli poi ad accettori extracellulari. È su questo principio che funzionano le pile biologiche dette MFC: Microbial Fuel Cells.
Di questo e delle possibilità di sfruttamento di questi batteri, si parlerà al simposio “Bio-elettricità microbica” il prossimo 8 maggio presso Aula Magna del Polo Scientifico e Tecnologico dell’Università di Firenze (via Bernardini, 3 – Sesto Fiorentino), presentanto i risultati preliminari del pogetto sviluppato dall’Università di Firenze in collaborazione con il Cra, Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura.

Clinetor: scende in campo la tormalina

ClinetorSi parla ancora molto delle “palline” ecologiche per la lavatrice, con persone pro e contro (il caso più ecclatante è chiaramente quello della biowashball per le quali ancora oggi non ci sono state smentite tecniche per i test effettuati in modo “casareccio” da un lettore di questo blog).
Ho avuto modo di far provare dalla mia beta-tester l’ennesima pallina. Questa nuova soluzione si chiama Clinetor ed è prodotta da un’azienda italiana. Si tratta di un pulente universale totalmente naturale, che da solo sostituisce il detersivo, l’anticalcare, l’ammorbidente e l’ossigeno attivo. Il principio lavante non è dovuto ad additivi chimici o ai tensioattivi, dannosi per l’ambiente, ma alla ionizzazione dell’acqua e dei sali in essa disciolti, che facilitando il passaggio dell’acqua tra le fibre, consente di detergere in profondità lo sporco sugli indumenti.
Il prodotto costituito da un mix di minerali (prevalentemente elbaite e uvite) con capacità ionizzante e piccole quantità di leganti minerali e organici che ne permettono l’agglomerazione e la formazione dei pellets. I pellets sono contenuti in un globo di polipropilene provvisto di fessure che permettono il passaggio dell’acqua al suo interno. Interessante è la relazione tecnica dove ricompare la tormalina (la grande incompresa) e dove viene spiegato – con bibliografia – la sua funzionalità.

Generalità

Le tormaline sono minerali associati alle rocce ignee e a quelle metamorfiche. La tormalina è formata da un gruppo complesso di minerali silicei che condividono un’identica struttura cristallina (trigonale) e una diversa composizione chimica. I componenti principali della tormalina sono il silicato di boro ed il silicato di alluminio ma, a causa dell’isomorfismo (la sostituzione di uno ione con un altro nel reticolo cristallino senza cambiare la struttura del minerale) sono stati incorporati in essa altri minerali, soprattutto sodio, calcio, ferro, magnesio e litio. Le differenze nella composizione chimica sono causa sia di differenze di colore che di proprietà chimico-fisiche.

Nel CLINETOR™ sono utilizzate due varietà di tormaline l’elbaite e l’uvite, borosilicati romboedrici dalla formula generale:

Elbaite: Na(Li,Al)3Al6B3Si6O27(OH)3(OH,F)

Uvite: CaMg3(Al5Mg)B3Si6O27(OH)3(OH,F)

Nella classificazione internazionale ( IMA – International Mineralogical Association) l’elbaite appartiene al gruppo delle tormaline alcaline, l’uvite a quello delle tormaline calciche.

Proprietà fisiche

Le tormaline, come conseguenza della loro struttura cristallina asimmetrica e per la presenza di atomi di boro (B) che ha una struttura elettronica esterna con una lacuna elettronica, possiedono due proprietà caratteristiche, la piezoelettricità e la piroelettricità.

La piezoelettricità consiste nella polarizzazione elettrica che si ottiene in certi cristalli dielettrici a seguito dell’applicazione di uno stress meccanico (es. accendigas). E’ anche, al contrario, la distorsione meccanica di due facce di un cristallo in seguito all’applicazione di un determinato voltaggio tra le facce.

La piroelettricità è la proprietà che hanno certi cristalli di produrre uno stato di polarità elettrica a seguito di una variazione di temperatura.

Queste due proprietà sono note da molto tempo e ben documentate da una vasta letteratura internazionale 1 2 3 4 5.

Nella tormalina il coefficiente termico dovuto all’energia di polarizzazione è 1× 10-7 ÷ 4×10-6 cal•cm-2•k-1. Quando cambiano sia la pressione sia la temperatura (compresi i micro cambiamenti di frazioni di °C), questi causano una differenza di potenziale (voltaggio). Questo tipo di voltaggio statico è superiore ad 1 milione di elettronvolt ( 1×106 eV) e ciò accelera la ionizzazione dell’aria e dell’acqua circostante il cristallo. Gli elettroni che vengono emessi colpiscono le molecole di acqua e di ossigeno presenti e li trasformano in ioni negativi (formalmente H3O2- e O32-), ciò fa si che ci sia uno sbilanciamento oscillante della polarità del cristallo che provoca un cambiamento dell’orientamento del dipolo: gli ioni negativi appena formati sono costretti ad allontanarsi dalla superficie del cristallo 6 7 8.

Nel 1986, in un centro di ricerca giapponese 9, si dimostrò che anche quando la tormalina era trasformata in polvere, nei microcristalli permanevano elettrodi positivi e negativi e gli elettrodi non scomparivano nemmeno se la tormalina veniva portata a circa 1000 °C. Oltretutto, quando gli elettrodi venivano connessi l’uno all’altro si registrava una corrente elettrica di 0,06 mA.

Studi successivi hanno permesso di verificare gli effetti che l’agitazione meccanica e la variazione di temperatura hanno sulla tormalina 10 11.

Poichè la capacità detergente della tormalina non è mai messa in discussione, si disquisisce sui meccanismi chimico-fisici che conferiscono alla tormalina questa proprietà. La tormalina ha elettrodi positivo-negativo che generano un onda elettromagnetica applicata all’acqua di 4÷14 µm (l’energia corrispondente è di 0,004 watts/cm2 ). In seguito a ciò i clusters di acqua vengono disaggregati generando ioni idronio (H3O+) e ossidrile (H3O2-). L’agitazione della tormalina in acqua crea una frizione che aumenta la produzione di ioni positivi e negativi. L’elbaite contenuta nel CLINETOR™ è una tormalina basica che rilascia, in modo naturale, in prevalenza ioni ossidrile (H3O2-). Uno studio condotto da Matsuoka et Al. 12 formula ipotesi correlate tra loro che prendono in considerazione vari aspetti della piroelettricità della tormalina analizzandone le possibili conseguenze. Pur non essendo esaustivo, in questo studio sono fornite le risposte che ad oggi fanno si che la tormalina sia utilizzata, con decine di brevetti, per processi che coinvolgono la detergenza.

1. Aumentata capacità dell’acqua in tormalina di disciogliere l’ossigeno atmosferico in quanto le aumentate cariche elettriche generate dalla tormalina porterebbero alla reazione complessiva:

6(H2 O)+O2 + Olio → 8(H+)+4(OH-)+4(O=)+ Olio → 4(H2 O)+(4(OH-)+ Olio

La prima freccia indica la naturale dissociazione dell’acqua, la seconda è conseguenza delle cariche elettriche generate in eccesso dalla tormalina per cui l’olio si lega agli ioni OH- spostando continuamente l’equilibrio verso destra.

2. La semplice dissociazione dell’acqua. Le cariche elettriche generate dalla tormalina porterebbero ad una reazione complessiva:

3(H2 O)+Olio → 2(H2 O)+(H+)+(OH-)+Olio → (H3 O+)+Oil+(H3 O2-) → (H3 O+ +Oil)+(H3 O2- +Olio)

La prima freccia indica la naturale dissociazione dell’acqua, la seconda è conseguenza delle cariche elettriche generate in eccesso dalla tormalina che spingono verso destra gli ioni H3O+ e H3O2- che si legano all’olio spostando continuamente l’equilibrio (la detergenza).

3. Micro turbolenze. La tensione superficiale impedisce all’acqua di entrare negli interstizi delle fibre dei tessuti impedendo l’asportazione dello sporco. La turbolenza dell’acqua facilita la sua penetrazione nei tessuti. L’elettricità statica generata dalla tormalina induce nell’acqua micro turbolenze. Il rapido movimento avanti ed indietro dell’acqua (polo + polo -) su una scala più piccola di quella formata dalle gocce generate dalla tensione superficiale consente alla stessa di penetrare le fibre dei tessuti con la conseguente rimozione dello sporco.

4. Effetto elettrostatico diretto. Lo sporco ha una superficie che è ricoperta anche da forze elettrostatiche (dipende dalla natura dello sporco). E’ probabile che le forze generate dalle cariche elettriche della tormalina superino le forze elettrostatiche che tengono insieme le particelle di sporco disaggregandole.

5. Tensione superficiale. La tensione superficiale è la forza che impedisce all’acqua di penetrare nei tessuti che non siano preventivamente bagnati. Le gocce si formano come conseguenza della tensione superficiale e, in condizioni normali, da un tubo capillare, a 20°C, cadono 58 gocce di acqua di rubinetto (non trattata) in 4 secondi per formare 1 ml. La presenza di cariche elettriche statiche generate dalla tormalina (una grande quantità di ioni idronio (H3O+) e un eccesso di ioni ossidrile (H3O2-)) fa si che in 1ml, dal capillare, cadano circa 1200÷1400 gocce. Le gocce hanno quindi dimensioni che sono circa 1/20 delle gocce normali. Detta in modo diverso, la tensione superficiale dell’acqua passata in tormalina è dieci volte minore di quella dell’acqua di rubinetto e l’effetto bagnante e, quindi detergente, è dieci volte maggiore. L’azione emulsionante per una miscela O/W è di conseguenza, enormemente incrementato.

6. Permeabilità. La permeabilità è la capacità dell’acqua di passare attraverso un materiale che sia preventivamente bagnato per rimuoverne gli effetti della tensione superficiale. Gli esperimenti di Matsuoka hanno dimostrato che legata alla riduzione della tensione superficiale c’è un concomitante incremento della permeabilità, vale a dire una ridotta resistenza dell’acqua a fluire attraverso i tessuti preventivamente bagnati.

7. Attività energetica molto debole. La debole energia emessa dalla tormalina (4÷14 µm) consente di disaggregare l’acqua (mediamente l’acqua del rubinetto è formata da cluster di 36÷38 molecole d’acqua; l’acqua passata attraverso la tormalina ha cluster di 3÷6 molecole d’acqua). Ciò consente ai gas o ai metalli pesanti inclusi nei cluster di essere rilasciati rendendo l’acqua sostanzialmente libera da impurezze. Come conseguenza può essere utilizzata per lavare pezzi particolari e consente di rimuovere residui di detersivo dalle maglie dei tessuti.

8. Azioni antifungina e antibatterica 13. L’alluminio contenuto nella tormalina ha, insieme alla ionizzazione dell’acqua, un’azione antifungina e battericida.

9. Azione sbiancante. L’effetto ionizzante della tormalina potenzia l’effetto sbiancante di eventuali additivi specifici utilizzati nel bucato.

10. Economicità e rispetto dell’ambiente. A differenza dei comuni detergenti domestici l’uso della tormalina è molto più economico e non provoca inquinamenti ambientali.

Oltretutto, in teoria, non è necessario risciacquare con un ulteriore risparmio di acqua.

BIBLIOGRAFIA

1 Butler, Edward Taylor (1962) Methods of determining pyroelectricity in tourmaline. American University, United-States; Master’s 40 p.

2 Gavrilova, N. D. (1965) Study of the temperature dependence of pyroelectric coefficients by the static method. Kristallografiya, 10,278-281.

3 Donnay, G. (1977) Structural mechanism of pyroelectricity in tourmaline. Acta Crystallographica, A, 33, 927-932.

4 Kittinger, E., Seil, and Tichy, J. (1979) Electroelastic effect in tourmaline. Zeitschrift fur Naturforsh., 34a, 1352-1354.

5 Novozhilov, A. I., Voskresenskaya, I.E. and Samilovich, M. I. (1969) Electron paramagnetic resonance study of tourmalines. Soviet Physics and Crystallography, 14, 416-418.

6 Yamaguchi, S. (1983) Surface electric fields of tourmaline. Applied Physics, A-31, 183-185.

7 Dambly, M., Pollak, H., Quartier, R. and Bruyneel, W. (1976) IR-irradiation enhanced effects in tourmaline. Journal de Physique, Colloque (Paris), 6, 807-810.

8 Han Lijuna, Liang Jinsheng, (2009) Mechanism of Far Infrared Emission from Mineral Tourmaline Fine Powders, Advanced Materials Research Vol. 58 pp 77-82

9 Houchin, M. R. (1986) Surface studies of aqueous suspensions of tourmaline (Dravite). Colloids and Surfaces, 19, 67-82.

10 Kubo, “Interface activity of water given rise by tourmaline”, Solid State Physics, vol. 24, No. 12 Dec. 1989

11 Nakamura, T. and Kubo, T. (1992) Tourmaline group crystals reaction with water. Ferroelectrics, 137,1-4.

12 Matsuoka, Takahisa and Iwamoto, Mutsuo (1991) Surface tension and permeability of water treated by polar crystal tourmaline”, Nippon Shokuhin Kogyo Gakkaishi vol. 38, No. 5, p. 422

13 Jose Maria Leal – (2008) Tecnologia do Pò de turmalina preta – Tesi de doutorado

Sono presenti anche delle certificazioni di laboratorio che dimostrano chiaramente le pontenzialità (e la funzionalità) del prodotto.

I risultati di lavaggio sono stati buoni, con la felicità della mia beta-tester.

BioWashBall: test ed analisi tecnica (Parte seconda)

Ricevo e pubblico volentieri un ulteriore contributo di chiarezza di Sandro-meg.

La BioWashBall è una bufala?

Dopo il primo ‘articolo’ scritto circa un mese fa ,sono proseguiti i test e le discussioni sui forum. Ho allora pensato di integrare e completare quanto scritto precedentemente chiarendo meglio i punti dove mi sono state richieste delle delucidazioni.

Io non sono ne un chimico ne un fisico ne un giornalista scientifico, ma sembra che nessuno finora abbia ‘rilevato’ quello che sembra il segreto di Pulcinella.
Tutto inizia dallo spettacolo di Grillo dove mi fa conoscere la BioWashBall. Logicamente, anche se non del tutto convinto, acquisto la palla e comincio ad usarla con buoni risultati.
Subito mi viene in mente che possa essere solo l’azione dell’acqua a far ottenere ciò ma non indago troppo e non leggo nemmeno su quali principi si dovrebbe basare. Una volta che scoppia il caso BioWashBall beh, a quel punto,comincio a fare i miei test e le ricerche su internet scoprendo che molte informazioni date dai mass media sono inesatte e incomplete. Purtroppo anche il fornitore Svizzero non spiega chiaramente come dovrebbe funzionare la bwb e questo ha portato ad una campagna denigratoria verso la ditta distributrice e che ha coinvolto la stessa bwb e tutta la tecnologia ad essa associata.
Sicuramente quanto scritto qui non vuole essere e non è nemmeno una ricerca completa sull’argomento e non riesce nemmeno a dare delle risposte esaurienti.Piuttosto è uno spunto a capire un po’ meglio il fenomeno della BioWashBall, della tecnologia FIR e tutto quello che riguarda il discorso della tormalina.

Di cosa parliamo?

La BIOWASHBALL è distribuita in Svizzera dalla Emker / Haopi ed è basata su dei brevetti Coreani di una tecnologia chiamata TM.
La TM è uno sviluppo Coreano della “EM-Technology” dove il giapponese Dr. Teruo Higa ha sviluppato, da oltre 20 anni, numerosi brevetti sulla tecnologia da lui studiata e sviluppata in tutto il mondo.
La EM si basa sul concetto dei cosiddetti ‘microrganismi efficaci‘che sono dei microrganismi di vario tipo (della fotosintesi, lievito e batteri dell’acido lattico) che vivono in simbiosi tra loro e sono stati inizialmente studiati e usati nell’agricoltura e nel depuramento delle acque. La sua teoria è sicuramente non ben vista dalla comunità scientifica anche se in Asia e in molte parti del mondo è utilizzata con reali benefici. Nei studi successivi, Higa scoprì che certi tipi di batteri riescono a resistere a temperature e condizioni estreme, senza morire.Nel primo libro di Higa sui EM, esiste un capitolo sulle ceramiche: Higa parla implicitamente della teoria della Panspermia spiegando che a grandi profondità della terra esistono ancora dei batteri primordiali che hanno svolto un ruolo principale per creare l’atmosfera giusta alla creazione della vita. Higa provò quindi a creare delle ceramiche, con dei procedimenti particolari, in modo tale da inglobare certi tipi di microrganismi EM assieme ai minerali che si trovano a grandi profondità.
In uno dei numerosi brevetti si nota chiaramente come sono state create le ceramiche e cioè mescolando l’argilla con ossidi metallici (esempio: Aichi,Japan, Silicate: 50.14%, Titanium oxide: 0.50%, Alumina: 34.70%, Iron oxide:1.36%, Lime: 0.24%, Magnesia: 0.10%, Potassium oxide: 0.56%, Sodium oxide: 0.30%).
I componenti sopra descritti ricordano molto i materiali che si usano per sintetizzare la Tormalina,un minerale (famiglia dei silicati) dotato di piezoelettricità, piroelettricità e conosciuto per la sua caratteristica di emissività nel campo dei infrarossi lontani con un valore superiore a 0,9.

Lo stesso Higa, in un suo intervento afferma di usare anche la tormalina per la preparazione delle ceramiche EM:

“In nature, there are mysterious stones such as the volcanic glasses, obsidian and tourmaline. Some stones generate electricity. These stones are hard and are fantastic minerals used by the early people as cutting tools. When we break these minerals, put them into various nutrients and subject them to X ray or ultraviolet ray, from these stones we isolate microorganisms that we have never seen or even dreamt of until now. It has been said that the harder the stone,the better quality water one may get by putting the stone in water. Even from these hard stones, microorganisms have been isolated, or imprints of microorganisms have been detected even when culture is not possible.”

Intorno al 1986 il Dr.Tetsujiro Kubo della università di Tokyo ha scoperto che anche polverizzando la Tormalina e riscaldandola fino a circa 1000 gradi, le sue caratteristiche elettriche non si modificavano (brevetto 5601909) il tutto fu pubblicato su Solid State Physics nel 1989 con l’articolo ‘Activity of Water Given Rise to by Tourmaline’.

La polvere di tormalina si comporta in modo analogo ad un elettrete poiché possiede la capacità di avere due poli elettrici permanenti che messi, a contatto tra loro, riescono a fornire una corrente di 0,06 mA.
La Tormalina è un minerale che oggi è molto utilizzato in vari prodotti commerciali (piastre per capelli, asciugacapelli, saune, indumenti, ecc.) ed è molto famoso soprattutto in Asia per i suoi effetti ionizzanti. Ci sono molti studi che suppongono che la tormalina riesca effettivamente ad emettere prevalentemente ioni negativi.
Inoltre nello stesso sito della Haopi esiste un video (formato Windows Media) come la BIOWASHBALL emetta ioni negativi spontaneamente anche a temperatura ambiente.

La maggior parte delle palle lavanti che esistono sfruttano quindi questa caratteristica della tormalina per poter ottenere una micro-elettrolisi dell’acqua.
Sempre sulla tormalina sono state fatte inoltre ricerche sulla capacità diemettere radiazioni nell’infrarosso lontano (fir) soprattutto dopo che a Taiwan alcuni ricercatori della National Yang-Ming Medical College (pubblicato poi sui American Journal of Chinese Medicine nel 1991) hanno rilevato come i guaritori Qigong emettessero una quantità superiore di calore (e quindi radiazioni infrarosse) dalle loro mani soprattutto nel campo dei infrarossi lontani (fir dai 2-15 uM).
A quel punto sono stati trovati alcuni materiali che, a differenza di altri, emettono nel campo dei fir quasi quanto le radiazioni teoriche di un corpo nero. Ulteriori ricerche sono state fatte in Cina, Giappone, Corea e nel 1993 è stato pubblicato un documento dove si confermavano alcuni aspetti interessanti nel campo medico riguardo alla Tormalina e come questa potesse operare tramite i fir.
Anche la Nasa ha eseguito delle ricerche sulle ceramiche fir per i suoi programmi spaziali.
Lascio questo piccolo preambolo fatto solo per far meglio comprendere alcune cose riguardo alla ionizzazione e alla questione dei fir che si riallacciano alla BIOWASHBALL.

L’incremento del pH

Nelle ceramiche della BIOWASHBALL ci sarebbe quindi la tormalina o, quantomeno, le sue proprietà elettriche che,secondo i produttori, sarebberoda imputare a dei microrganismi (articolo scientifico sulla tormalina associata a microrganismi usati da Higa per la produzione dei em). Più facile che in verità i microrganismi efficaci/effettivi non siano altro che le proprietà elettriche del minerale che, se anche polverizzato e cotto con la ceramica, riesce a mantenere le sue proprietà come descritto dagli articoli linkati sopra.
Per rendere possibile e aumentare gli effetti elettrici presenti nella BioWashBall, bisogna che le ceramiche stesse si possono scontrare tra loro (effetto piezoelettrico) e che ci siano delle differenze di temperatura (effetto piroelettrico). Per far ciò nel cestello della lavatrice la palla si muove dentro e fuori l’acqua e quindi esistono i presupposti per ottenere una specie di ‘elettrolisi debole’ (per esempio leggere i dati di questo depuratore d’acqua che usa una tecnologia simile).
Effettivamente ho misurato il pH di un litro d’acqua a temperatura ambiente(circa 7,6) tramite un semplice tester da piscina (al fenolo rosso) e l’ho alterato (tramite un limone) in modo da avere un pH a circa 7 (limite inferiore del tester). Poi ho cominciato a scuotere con forza la Biowashball all’interno dell’acqua ed esternamente (cioè in aria) per circa 5 minuti. A quel punto horimisurato il pH e l’ho ritrovato alzato di un valore maggiore o uguale a 8,2 (sulla sinistra il pH di partenza e sulla destra quello dopo 5 minuti).
Misurazione del pH
Se si lascia la BioWashBall ferma o la si agita solo in acqua, il pH non si modifica significativamente dopo lo stesso periodo di tempo.

Misure piu’ precise eseguite successivamente con un tester digitale, mi hanno confermato l’incremento (da 6,8 a 7,8 con una tolleranza di+- 0,1 per ogni misura) anche se non sono riuscito a superare il valore di 8 dopo ulteriori 5 minuti di rolling.
Su internet si trova un filmato (non so se manipolato) che mostra la modifica del pH relativa alla BioWashBall confrontandola con altre palle lavanti. Come si può facilmente notare le ceramiche vengono violentemente agitate dal cucchiaio prima che si misuri il pH.

Alcalinità

Le dichiarazioni di alcuni rivenditori di bwb affermano che il pH si alza a valori di 9-10 raggiungendo quello dei detersivi.

Se pero’ si leggono le istruzioni fornite della Haopi all’interno della confezione della bwb o le dichiarazioni di altri rivenditori di palle simili o ancora le caratteristichedelle ceramiche TM, non si parla di aumento del pH a quei valori ma semplicemente di stabilizzazione del pH e di leggero aumento dello stesso.
L’alcalinità indica il grado di resistenza alle variazioni del pH e la tormalina possiede proprio questa caratteristica (qui un’altro articolo dove associano la tormalina ai microrganismiusati da Higa).

Nelle mie misurazioni del pH usando la bwb, ho notato un aumento considerevole del suo valore, ma non tale da avvicinarsi a quello dei detersivi.

Purtroppo non possiedo strumenti per verificare il valore di alcalinità dell’acqua trattata.

Le lavatrici moderne con carico massimo di 4 Kg consumano intorno ai 40-60 litri d’acqua che però è riferita sia all’acqua di lavaggio (quando la lavatrice prende il detersivo) sia l’acqua dei vari cicli di risciacquo. Per la sola acqua di lavaggio (misurata sulla mia lavatrice con carico max. di 4 Kg) siamo intorno ai 15-20 litri il resto e’ acqua che serve a eliminare il detersivo dai panni.

Ho eseguito delle misure sull’acqua di scarico della lavatrice sia utilizzando la bwb sia senza. Le differenze di pH tra le due misure sono minime, su 4 test eseguiti, le differenze andavano da un massimo di 0,5 ad un minimo di 0,2. Inogni caso la massima misura di pH rilevata era di 8,0 mentre la minima di 7,3.

Purtroppo queste misure non dicono molto se non che gli effetti della bwb riescono a farsi sentire anche su 15-20 litri di acqua (vedi più avanti la modifica della tensione superficiale) e che la modifica del pH non risulta cambiare in maniera rilevante.

Gli effetti dei fir

Parliamo ora degli effetti dei fir: nelle istruzioni della BioWashBall si legge :”…potentiraggi infrarossi lontani che rompono le combinazioni di idrogeno della molecola d’acqua al fine di aumentare il movimento molecolare“.
È chiaro che gli infrarossi lontani non spezzano le molecole d’acqua o di idrogeno come sostenuto da alcuni mal interpretando la frase… ma bensì romponoi legami a ponte di idrogenoche hanno le molecole d’acqua. Rompono nel senso che essendo i fir delle radiazioni infrarosso tra i 2 e i 15 um, riescono a far assorbire all’acqua (le molecole d’acqua hanno il massimo assorbimento nella regione dei fir) la vibrazione necessaria a spezzare i cluster facendoli diventare di dimensione minori. Guardate questo link che spiega in modo semplice gli effetti dei fir su una fibra messa in commercio.
Quindi le ceramiche non emettono energia propria ma bensì sono riscaldate dalla stessa acqua ed emettono infrarossi in quantità maggiore, in un specifico range di frequenze (fir), rispetto ad altri tipi di materiali che sono presenti all’interno del cestello (ad esempio il cestello stesso che è inox e che ha una emissività molto minore di 0,6 rispetto a quella della tormalina che ha più di 0,9 nel campo dei fir).
Da varie ricerche e studi su questi tipi di materiali che vantano emissione fir, si ipotizza che possano “rompere” i cluster d’acqua riducendoli tramite un processo di “risonanza-assorbimento” tra l’acqua e le ceramiche. Questa “riduzione” aumenta la capacita detergente dell’acqua diminuendo la sua tensione superficiale ma questo non dovrebbe portare ad un aumento di temperatura apprezzabile come qualcuno ha presupposto.
Sono state anche eseguite delle ricerche sempre su un tipo di fibra che vanta proprietà fir, dalla Università di Ferrara (accedete al sito, poi cliccate su “ricerche” e poi su “azione sull’acqua”).
Come si può leggere dal sito, la fibra è stata avvolta (e quindi senza nessun contatto fisico con l’acqua) in un recipiente contenete acqua e ne ha modificato alcune proprietà della stessa facendo aumentare sia la mobilita delle molecole sia il potenziale zeta. Le conclusioni dichiarate del produttore porterebbero anche loro a confermare che i cluster (cioè le combinazioni dei legami a ponte di idrogeno) vengano “spezzati”.
L’università ha rilasciato questo documento dove chiaramente si riservano di eseguire ulteriori analisi ma che confermano che i cambiamenti prodotti non sono imputabili ad agenti chimici.

Il test del burro

Ho allora provato anch’io ad eseguire un test simile e cioè vedere se il potenziale zeta veniva modificato anche dalla BioWashBall.
Ho riempito di acqua calda (40 gradi) un contenitore di plastica. Poi ho inserito la BioWashBall all’interno (senza agitarla e quindi senza modificare il pH che successivamente è stato controllato) per 30 minuti (togliendola alla fine). Finito ciò ho sciolto un cucchiaio di burro sul fuoco e l’ho versato (mescolando il tutto) nell’acqua. Ho lasciato raffreddare il tutto per 12 ore.
Poi ho ripetuto il medesimo test senza però inserire la BioWashBall.
Nell’acqua non trattata con la BioWashBall, le particelle di grasso si sono raggruppate tra loro formando uno strato denso di grasso ai bordi delcontenitore. Il resto dell’acqua presenta solo piccole gocce di grasso.
Risultato senza BwB
Purtroppo le foto non sono molto chiare… mi dispiace.
Nell’acqua trattata con la BioWashBall le particelle di grasso non si sono mosse e non si sono raggruppate tra loro. Cioè una volta che ho versato e mescolato il grasso nell’acqua, le particelle hanno occupato tutto lo specchio d’acqua e li sono rimaste anche le 12 ore successive.
Risultato con BwB
Quindi il grasso nell’acqua è “uniformemente” presente senza nessun addensamento nemmeno ai bordi del contenitore a differenza del precedente test (test ripetuti più volte e sempre con risultati identici).
Questo discorso si sposa bene con la variazione del potenziale zeta (sospensione più stabile) rilevato nel test eseguito dalla Università di Ferrara.
Questo mi porta a pensare che effettivamente la BioWashBall riesca tramite i fir a modificare in qualche maniera le caratteristiche dell’acqua e facilitare la rimozione di molecole non idrosolubili (non si aggregherebbero tra loro).

Test della tensione superficiale

Questa ditta di origine Brasiliana per la depurazione d’acqua, vengono usate le bioceramiche e, oltre a confermare le speciali proprietà ‘elettriche’ delle ceramiche da loro usate, spiegano che la tensione superficiale si abbassa significativamente e, lavare a temperatura ambiente sarebbe come lavare a temperature maggiori.

Ho provato ad eseguire un test indicativo riguardo ciò: ho tagliato un filo di rame (0,4 mm di sezione) lungo circa 45 mm e ho cominciato ad avvolgerlo a ferro di cavallo. Ho fatto varie prove (girato, tagliato, piegato…) fintantochè la ‘barchettàa’ è riuscita a restare a galla in un recipiente d’acqua di rubinetto a 20 gradi. Ho poi provato a mettere lo stesso filo in un altro recipiente sempre a 20 gradi ma dove era stata inserita precedentemente la bwb per mezz’ora. Il filo e’ sempre affondato anche se ho provato diverse volte. Logicamente ho poi rifatto la controprova nell’acqua normale con esito positivo.
Non contento ho scaldato l’acqua di rubinetto a 40 gradi e ho ritarato il filo facendolo galleggiare a quella temperatura. Poi ho riprovato a metterlo nuovamente nell’acqua a 20 gradi trattata dalla bwb ma, anche questa volta, affondava nonostante gli sforzi.
Non ho eseguito altri test perché ormai avevo visto che la tensione superficiale si modifica in modo significativo anche se non ne conosco il valore reale.

La stessa prova è stata eseguita sull’acqua di scarico della lavatrice con esito positivo, cioè la tensione superficiale si è abbassata. Logicamente questa è una proprietà tipica dei tensioattivi contenuti nei detersivi tradizionali.

La rigenerazione e gli ultimi misteri

Nella BioWashBall è presente anche l’ossido di titanio che viene sfruttato nei trattamenti di depurazione dell’aria e delle acque ed è mescolato, per esempio, nelle vernici/cemento perché ha la caratteristica di autopulirsi dallo smog tramite la luce del sole (raggi ultravioletti).

Inoltre,sempre leggendo i brevetti di Higa, dovrebbero essere presenti anche i zeoliti che riescono ad addolcire l’acqua e sono utilizzati anche dai detersivi al posto dei polifosfati.
Una delle proprietà della BioWashBall è quella di eliminare i cloruri dall’acqua, sinceramente non saprei dirvi in maniera precisa quale sia la reazione esatta (per approfondire Italcementi e CNR) ma la mia idea è che le complesse reazioni che avvengono possano annullare i cloruri e svolgere una azione battericida aiutate dalle proprietà elettriche della tormalina. La successiva radiazione ultravioletta durante l’esposizione al sole, serve invece a far rigenerare le ceramiche liberandole dalle molecole rimaste “intrappolate” sulle stesse.

Conclusioni

Molta di questa tecnologia sembra fantascienza ma mi sembra giusto parlarne e discuterne senza pregiudizi anche perché in fondo, nel caso delle ceramiche, non sembrerebbero realmente microrganismi ma solo reazioni chimico/fisiche e da qui il nome tradotto dal giapponese di “microrganismi efficaci” (o effettivi).
Inoltre, da oltre un mese che sto usando la BioWashBall i panni vengono puliti e senza odore (altra caratteristica riportata dai produttori delle ceramiche). La palla lava meglio della sola acqua ma peggio del detersivo (test di lavaggio eseguiti più volte).
Comunque, nel 90% dei casi, ho abbandonato il detersivo perché lo uso solo nei casi di macchie difficili facendo prima l’ammollo.
Nei test eseguiti in Italia si nega un beneficio dovuto alla palla durante il lavaggio. In altri casi i test hanno dato risultati confrontabili con il detersivo.

Il risultati di lavaggio dipendono molto dal tipo di acqua utilizzata, dal tipo di lavatrice, dal programma utilizzato, dal tipo di macchia e, logicamente, dall’uso ‘intelligente’ della bwb rispettando cioè l’uso di una bwb ogni 4 kg di panni e dell’uso del detersivo (1/5 rispetto alla dose richiesta) in caso di panni molto sporchi. Risulta chiaro che per quanto riguarda solo il lavaggio, la bwb modifica le proprietà fisiche dell’acqua che esce dai rubinetti di casa nostra ma non può fare i ‘miracoli’ che molti vorrebbero attribuirle. Purtroppo molti rivenditori spinti più a commercializzare il prodotto, non fanno una informazione corretta e fanno sorgere piu’ di qualche dubbio sul funzionamento e l’uso corretto della bwb.

Se verranno confermati i risultati di cui sopra, risulterebbe chiaro che la BioWashBall ha realmente un effetto pulente magari non uguale al detersivo, ma sicuramente maggiore rispetto alla sola acqua o con l’aggiunta di una semplice palla da tennis.

Una parte degli effetti delle bioceramiche, riguardano le ricerche che a suo tempo il prof. Piccardi aveva effettuato sull’acqua da lui chiamata Attiva.

Ulteriori studi riguardano anche la biotonicadi Popp.

Poichè sto camminando su ‘un campo minato’ e che esula dal discorso delle bwb, io qui mi fermo e lascio ad ognuno la ricerca in questi campi così affascinanti ma anche osteggiati a causa delle molte ricadute che potrebbero avere.

Logicamente io non so quale sia la vera spiegazione scientifica della bwb: per ora a me basta sapere che molte cose dette riguardo alla bwb sono per me tangibili eseguendo dei semplici test casalinghi e lavando i miei panni. Daltronde su internet si trova una quantità tale di prodotti commerciali, brevetti e testi scientifici che confermano molte proprietà della tormalina e degli effetti dei FIR sull’acqua che mi appare difficile che siano tutte truffe.

Vedremo se in futuro una vera ricerca scientifica riuscirà a stabilire la verità riguardo non solo alla BioWashBall ma anche sugli effetti della Tormalina, della ionizzazione, sulle proprietà dei FIR e a tutto quello a cui è collegata.

Biowashball: la pallina non affonda nemmeno in Svizzera

Finalmente è giunta l’ora del test svizzero per la BioWashBall.
Il 16 gennaio 2009 alle ore 21.00 è andata in onda la puntata della trasmissione “Patti Chiari” in cui si è discusso tra l’altro della BioWashBall. La trasmissione (il cui contenuto integrale è disponibile a partire dal quindicesimo minuto del video in formato Real Media) sinceramente mi ha un po’ deluso in quanto non è stata altro che una “clonazione” di quanto già visto a “Mi Manda Rai Tre”: presenza di un responsabile commerciale di lingua francese per l’azienda importatrice, presenza di una esperta in chimica delle ceramiche del CNR, la stessa esperta presente nella trasmissione italiana. Tra i vari test e le varie discussioni, alla fine si sono ottenute poche informazioni aggiuntive rispetto alla trasmissione italiana. In particolare l’esperta del CNR – rispetto alla sua comparsa nella televisione italiana – ha precisato alcune ulteriori caratteristiche della BioWashBall ma facendo altresì presente che i prodotti “attivi” presenti nella palla non erano in concentrazioni sufficienti per garantire l’effetto pulente.
La trasmissione inizia con dei filmati tra cui compaiono tra l’altro il responsabile di un centro benessere soddisfatto del risultato del lavaggio con la BioWashBall ed un informatico svizzero ripreso durante una trasmissione radio in cui si impegnava a testare la palla presso il suo domicilio. I risultati di questi test però non sono stati però forniti durante la trasmissione. Più volte i responsabili della trasmissione hanno citato contributi postati nel sito Web, scordandosi ahimè di sottoporre all’esperta del CNR la segnalazione dell’articolo presente in questo sito Web contenente degli esperimenti “casarecci” corredati da collegamenti a risorse che cercano di spiegare la tecnologia utilizzata dalla BioWashBall.
A proposito sempre della tecnologia, vi sono stati degli scambi di battute tra il commerciale della BioWashBall e la dottoressa del CNR in relazione alla tecnologia “EM” (citata di sfuggita). Secondo il commerciale, riportando la dichiarazione di un esperto di un’università Svizzera, in Europa non vi sono esperti con adeguate competenze per analizzare le funzionalità della BioWashBall e che pertanto bisognerebbe rivolgersi a esperti coreani o giapponesi che queste materie le studiano quotidianamente, tanto da premiare l’azienda produttrice della BioWashBall.
Ma veniamo ora ai test, basati soprattutto sulle prove sul campo con delle lavatrici industriali. Si sono pertanto inserite due BioWashBall in una lavatrice come da immagine con acqua a 40 gradi ed i risultati sono stati la rimozione degli odori e una pulizia leggermente differente dalla normale acqua. E qui incorriamo già in un errore. Nelle istruzioni della BioWashBall è indicato che per bucato superiore ai quattro chili è necessario inserire un’ulteriore palla. È chiaro quindi che per un bucato di 6 Kg (lavatrici casalinghe) sono necessarie due BioWashBall.
Lavatrice in azione durante la trasmissione
Ma la lavatrice utilizzata è una Kannegiesser della serie FAVORIT: il confronto visivo con l’immagine raccolta dal video di Patti Chiari è incontestabile.
Analizzando la scheda tecnica, queste lavatrici partono con un carico da 24 Kg fino a 277 kg: ipotizzando che la macchina utilizzata fosse la più piccola, bisognerebbe quantomeno usare sei palle (6*4=24 Kg), mentre ne sono state utilizzate solo due in quanto – vista la nota precisione Svizzera – due è scritto e due sia, anche in caso di carico da 277Kg…
Dai test casarecci che sono stati presentati nel precedente articolo, è chiaro che l’effetto della BioWashBall varia anche a seconda della quantità di acqua utilizzata e questo può spiegare i dubbi della dottoressa del CNR la quale ha più volte affermato che nella palla c’è “qualcosa” ma in quantità troppo basse per agire: forse troppo basse se usate con troppa acqua?
Il test inoltre è durato solamente un’ora, risciacquo compreso: è possibile pensare che i tempi di lavaggio di quella lavatrice siano troppo brevi (20-25 minuti) e non consentono l’attivazione delle caratteristiche della BioWashBall.
Che dire quindi? A mio avviso è ancora tutto in ballo.