Calatrava: il Presidente Napolitano non calpesterà il ponte

Apprendo dal Presidente dell’Associazione Disabili Visivi, Giulio Nardone, che, malgrado lo scetticismo di noi tutti, al Quirinale si è seguita tutta la vicenda del ponte di Calatrava e si conoscono perfettamente le motivazioni della contestazione da parte dei disabili e anche quelle della nostra categoria.
Proprio per l’esistenza di queste problematiche, il Presidente si astiene da ogni forma di inaugurazione ufficiale e si limiterà a passare in motoscafo sul Canale in forma strettamente privata per prendere visione dell’opera.
Nardone ha anche chiesto che il Presidente sia avvertito che la nostra protesta non è comune a quella di quei cittadini che contestano il ponte perché avrebbero voluto che al suo posto fossero costuite delle case.

Calatrava: in arrivo Napolitano e l’architetto catalano

Come previsto domani ci sarà una manifestazione contro gli abusi del ponte (quindi contro gli sprechi ma non solo, visto che gli organizzatori sono stati informati delle problematiche di accessibilità).
Si apprende però dalla stampa locale che domani, dopo la manifestazione, ci sarà una “passeggiata straordinaria” di Santiago Calatrava con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Non sto a ripetermi su quanto già detto in questo blog in relazione agli inviti fatti pervenire al Capo dello Stato tramite i canali ufficiali di comunicazione del Quirinale di non calpestare quel ponte in quanto opera in piena violazione delle vigenti normative in materia di barriere architettoniche.
Invece domani, incuranti delle richieste dei cittadini, ci sarà la consacrazione del ponte della Costituzione.
Caro Presidente, da cittadino italiano che si è adoperato per far valere i diritti delle persone con disabilità (cittadini italiani come tutti gli altri, con uguali diritti e doveri verso lo Stato), diritti lesi proprio dalle amministrazioni che rappresentano lo Stato, un suo passaggio lo vedo come un calpestare il diritto costituzionale di 3 milioni di italiani e, a mio avviso, pure degli altri italiani che pensano e credono nella non discriminazione.
Domani sarà una giornata nera per la disabilità e per la parità dei diritti tra tutti i cittadini: quel ponte di Costituzione c’ha solo il nome… il resto è stato dimenticato, come son state dimenticate le persone che le chiedevano solamente di rispettarle alla pari di tutti gli altri cittadini italiani.
Spero solamente che domani ci saranno molti veneziani e non solo a ricordare a tutti questo fatto.
L’unica speranza poi sarà la magistratura con le azioni giudiziarie: se pure li verrà leso il diritto costituzionale, non resta altro di rivolgersi alle autorità superiori ed esterne alla Repubblica Italiana.

Calatrava: vaporetto come alternativa?

In questi giorni mi è capitato spesso di discutere con diverse presone riguardo al problema del ponte di Calatrava a Venezia e sulla soluzione alternativa del vaporetto, più volte evocata dall’amministrazione comunale e da ex-assessori delle amministrazioni precedenti.
Sono quindi andato a spulciarmi il DPR 503/96.
Innanzitutto all’art. 1 comma 2 è ben chiara la definizione di “barriera architettonica”:

2. Per barriere architettoniche si intendono:
a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilita di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacita motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

Innanzitutto penso sia incontestabile che il ponte di Calatrava a Venezia rientra nei casi a) e c).
Proseguendo con la lettura del DPR 503/96, a mio avviso il ponte rientra anche nella casistica degli spazi pedonali: non dimentichiamoci che Calatrava ha sempre detto che ha voluto il ponte largo proprio per viverlo…

Spazi pedonali

  1. I progetti relativi agli spazi pubblici e alle opere di urbanizzazione a prevalente fruizione pedonale devono prevedere almeno un percorso accessibile in grado di consentire con l’utilizzo di impianti di sollevamento ove necessario, l’uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale anche alle persone con ridotta o impedita capacita motoria o sensoriale.

Ed anche qui mi pare che non ci siamo proprio… l’eventuale ovovia chiaramente non consente – quantomeno – le relazioni sociali.
Se invece passiamo alle scale (art. 7), a mio avviso non ci siamo proprio:

Scale e rampe

  1. Per le scale e le rampe valgono le norme contenute ai punti 4.1.10., 4.1.11. e 8.1.10., 8.1.11. del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236. I percorsi che superano i 6 metri di larghezza devono essere, di norma, attrezzati anche con corrimano centrale.

Va fatto presente che nel sito del Comune di Venezia è riportato che “la lunghezza totale misurata dai gradini risulta invece di 94 metri e la larghezza totale varia tra i 9.38 metri in mezzeria dell’impalcato e i 5.58 metri all’inizio.
Il vaporetto, quindi, può solo esser visto come “soluzione alternativa”, prevista dall’art. 19 del già citato DPR.

Deroghe e soluzioni alternative

  1. Le prescrizioni del presente regolamento, sono derogabili solo per gli edifici o loro parti che, nel rispetto di normative tecniche specifiche, non possono essere realizzati senza dar luogo a barriere architettoniche, ovvero per singoli locali tecnici il cui accesso è riservato ai soli addetti specializzati.
  2. Negli edifici esistenti sono ammesse deroghe alle norme del presente regolamento in caso di dimostrata impossibilità tecnica connessa agli elementi strutturali o impiantistici.
  3. Per gli edifici soggetti al vincolo di cui all’art. 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497 (1), e all’art. 2 della legge 1° giugno 1939, n. 1089 (2), la deroga è consentita nel caso in cui le opere di adeguamento costituiscono pregiudizio per valori storici ed estetici del bene tutelato; in tal caso il soddisfacimento del requisito di accessibilità è realizzato attraverso opere provvisionali ovvero, in subordine, con attrezzature d’ausilio e apparecchiature mobili non stabilmente ancorate alle strutture edilizie. La mancata applicazione delle presenti norme deve essere motivata con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio.
  4. La deroga è concessa dall’amministrazione cui è demandata l’approvazione del progetto e della stessa si dà conto nell’ambito dell’atto autorizzativo. La stessa deroga viene inoltre comunicata alla Commissione di cui all’art. 22.
  5. Sono ammesse eventuali soluzioni alternative, così come definite all’art. 7.2 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236, purché rispondenti ai criteri di progettazione di cui all’art. 4 dello stesso decreto.

Leggendo tutti e cinque i punti, è chiaro che presumibilmente l’amministrazione comunale consideri il vaporetto soluzione alternativa rispetto al quinto punto.
E’ quindi bene citare anche l’art. 7.2 del DM 14 giugno 1989, n. 236:

7.2 Tuttavia in sede di progetto possono essere proposte soluzioni alternative alle specificazioni e alle soluzioni tecniche, purchè rispondano alle esigenze sottointese dai criteri di progettazione.
In questo caso, la dichiarazione di cui all’art. 1 comma 4 della legge n. 13 del 9.1.1989 deve essere accompagnata da una relazione, corredata dai grafici necessari, con la quale viene illustrata l’alternativa proposta e l’equivalente o migliore qualità degli esiti ottenibili.

Leggendo l’art. 4 dello stesso DM si comprende come la soluzione del vaporetto possa essere considerata buona se – chiaramente – il trasporto avviene in sicurezza, in particolar modo che l’imbarco e lo sbarco avvenga tramite soluzioni idonee al transito di disabili in modo autonomo.
Ed è proprio sull’autonomia, a mio avviso, che il vaporetto non risulta idoneo come soluzione alternativa. Siete mai saliti in un vaporetto? Quelli di ultima generazione, “a norma” per i disabili riportano (come prevede la normativa) il logo blu con la persona in sedia a ruote in quanto hanno delle attrezzature interne alla cabina passeggeri per consentire alla persona in sedia a ruote di potersi agganciare.
A parte la difficoltà di giungere a destinazione dovuta dall’affollarsi dei mezzi (la persona con sedia a ruote difficilmente riuscirebbe a cinghiarsi nel tratto tra Ferrovia e Stazione Venezia S. Lucia), ma sfido chiunque a salire e scendere in modo autonomo dai mezzi.
Ci possono essere dei casi in cui il livello del vaporetto è perfettamente a livello dell’imbarcadero ma questo è un caso remoto in quanto vi sono molte variabili:

  • il numero di passeggeri (ed il relativo peso);
  • lo stato degli imbarcaderi (gli imbarcaderi imbarcano anche acqua… e spesso quindi non sono tutti allo stesso livello;
  • lo stato dell’acqua: non sempre è calma e tranquilla, grazie al moto ondoso dei mezzi di trasporto (considerando che la tratta Ferrovia / Piazzale Roma è una delle tratte ove vi sono più mezzi pubblici).
  • l’abilità del personale di bordo ACTV, ovvero l’abilità nel tenere il mezzo accanto all’imbarcadero senza improvvisi allargamenti.

A mio avviso l’unica sicurezza che ha un disabile in sedia a ruote che si muove in modo autonomo (come prefede la normativa), con questa situazione, è di cadere (a terra, se non in acqua).
Chiudo il post con una piccola ripresa che dimostra l’instabilità del rapporto tra mezzo di trasporto ed imbarcadero, considerando che ho ripreso in un momento che era quasi a livello tra i due passaggi e con poco moto ondoso.

Si nota una mamma che entra con una carrozzella “4×4″… ma immaginate sia possibile che un disabile su sedia a ruote salire e scendere in modo autonomo? E non diciamo che c’è il marinaio di supporto… La legge non prevede il marinaio di supporto all’accessibilità ma l’accessibilità a supporto del disabile 🙂

Calatrava: manifestazione di giovani veneziani

Giro nota che mi è pervenuta:

L’Associazione I Giovani Veneziani e il movimento Venessia.com organizzano per giovedì 18 settembre 2008, alle ore 17, una protesta ai piedi del ponte della Costituzione (lato Piazzale Roma).
I Giovani Veneziani si sono sempre dichiarati contrari al IV ponte sul Canal Grande e lo hanno dimostrato negli anni organizzando manifestazioni di protesta con una forte partecipazione cittadina.
Poiché il sindaco e tutta l’amministrazione comunale continuano ad evitare un confronto con i cittadini, arrivando vergognosamente ad inaugurare il ponte di nascosto e all’insaputa della cittadinanza, nel palese tentativo di evitare contestazioni, noi vogliamo comunque esprimere la nostra opinione.
Attraverso questa manifestazione popolare vogliamo dare voce al risentimento dei veneziani, che non riguarda certo l’opera in sé, ma lo spreco di denaro pubblico a sacrificio delle vere necessità della nostra città. Venti milioni di euro che sono mancati per la realizzazione di politiche per la residenzialità, per i servizi, per la lotta al caro-vita, per la sicurezza e per la manuntenzione dei nostri monumenti che oggi, in mancanza di fondi, viene affidata a sponsor privati che invadono i nostri simboli più importanti.
Attraverso questa protesta vogliamo dare la parola ai residenti veneziani.
A tutti i passanti verrà data la possibilità di esprimere una loro opinione su molti problemi ancora irrisolti: gli esorbitanti costi della nuova opera, la mancata comunicazione ufficiale dell’apertura del ponte, i continui sperperi di denaro dell’amministrazione comunale, uno sbagliato investimento delle risorse pubbliche.
I cittadini potranno nell’occasione scrivere un loro commento su “IL LIBRO DEI RESIDENTI” , un testo che servirà a raccogliere e conservare i pareri dei cittadini.
Inoltre, grazie a riprese video, verrà creata una documentazione digitale sulle interviste fatte ai passanti. Filmati che poi saranno resi pubblici grazie alla piattaforma informatica di “Venessia.com”.
L’occasione vuole essere un momento di confronto con la cittadinanza sulle pesanti questioni riguardanti il ponte della Costituzione.
Vi aspettiamo giovedì!

Calatrava: oltre al danno pure la beffa (parte seconda)

Ieri abbiamo visto che, in barba alle normative sulle barriere architettoniche, il ponte ai suoi due lati espone due cartelli che riportano il pomposo nome “pensato” dalla Giunta (Ponte della Costituzione) corredato da un bel logo con la carrozzella che invita i disabili a recarsi – in attesa dell’ovovia (ricordo, non voluta dai disabili ma dall’amministrazione comunale) – a prendere il vaporetto.
Oggi mi fanno notare (fonte: venessia.com), l’ennesima beffa, sul lato della stazione Trenitalia.
foto della rampa...
Come noterete dalla foto, per superare degli arditi scalini, è stata posta una maestosa rampa, al momento utilissima per un semplice motivo: il disabile può agevolmente recarsi a consultare il cartello che lo invita a prendere il vaporetto, può quindi tornare indietro e recarsi all’imbarcadero più vicino, mettersi in coda, far notare al bigliettaio la necessità del biglietto gratuito (se lo vede e se riesce a parlarci, visto che le biglietterie non sono idonee a dialogare con una persona in sedia a rotelle), ottenere il biglietto cercando poi di accedere all’imbarcadero (se non sovraccarico di gente) per poter infine salire su un mezzo pubblico per varcare il canale.
Che dire se non: la civiltà a Venezia si è fermata in stazione…