Calatrava: Cacciari obbligato a fare l’ovovia?

Sul Corriere del Veneto del 19 settembre 2008 si scopre che durante il passaggio sul ponte di Calatrava, il Presidente Napolitano (forse anche per la raccomandazione fatta dal sottoscritto) ha avuto uno scambio di battute con il Sindaco Cacciari riguardo l’accessibilità del ponte.

Col Sindaco si interessa dei disabili: “Ma l’ovovia la fate?”. “Per forza – gli risponde il Sindaco -. “La legge ci obbliga a farla, noi avevamo prospettato altre soluzioni ma non hanno voluto”.

La domanda per l’ennesima volta sorge spontanea: chi non ha voluto altre soluzioni? E che altre soluzioni erano state proposte dall’amministrazione comunale e/o dallo Studio Calatrava?

Calatrava: lettera di Bortoluzzi e Speranzon

Ieri è stata consegnata ufficialmente al Presidente della Repubblica una lettera di due consiglieri di AN, di cui riporto il testo qui di seguito.

Venezia, 18.9.2008 – LETTERA APERTA AL CAPO DELLO STATO

Oggetto: INTITOLARE ALLA COSTITUZIONE IL PONTE DI CALATRAVA A VENEZIA SIGNIFICA OFFENDERE I VALORI DELLA NOSTRA CARTA

Caro Presidente Napolitano,

in occasione della Sua gradita visita a Venezia, con questa nostra lettera aperta vogliamo invitarLa a riflettere sui motivi che hanno spinto noi e molti cittadini a manifestare più volte contro quel nuovo Quarto Ponte sul Canal Grande che con ogni probabilità Lei avrà occasione di visitare assieme al Sindaco Massimo Cacciari e forse anche al progettista Santiago Calatrava.

Un’opera sulla cui qualità estetica non entriamo nel merito, ma che è opportuno che Lei sappia che è stata realizzata attraverso l’utilizzo improprio dei fondi della Legge Speciale per Venezia, denari che lo Stato Italiano, che Lei rappresenta, ha concesso all’amministrazione lagunare non di certo per realizzare opere d’arte contemporanea: infatti quegli stanziamenti sono destinati primieramente “all’acquisizione, al restauro e risanamento conservativo di immobili da destinare alla residenza, attività sociali, culturali, produttive artigianali e commerciali, ritenuti essenziali per il mantenimento delle caratteristiche socioeconomiche degli insediamenti urbani lagunari”; caratteristiche che stanno purtroppo scomparendo in una Venezia città storica che sta subendo un terribile esodo da parte dei suoi residenti. Ecco perché appare assolutamente offensivo vedere distratti, dopo dodici anni dall’annuncio, per la realizzazione di un nuovo ponte dalla discutibilissima utilità, a fronte dei 3 milioni e mezzo previsti, quasi 20 milioni di euro (ad oggi ne sono già stati impegnati più di 13, ma i contenziosi con le imprese e l’opera stessa non sono ancora conclusi); milioni di euro che avrebbero potuto consentire importanti opere socialmente indispensabili per la salvaguardia della città e per la tutela della venezianità.

Ma oltre che allo sperpero, il nuovo Ponte è anche un monumento alla presuntuosa inefficienza amministrativa di un Comune, che, oltre ad aver voluto realizzare una costosa struttura pubblica senza prima averla inserita in un quadro urbanistico definito (manca infatti ancor oggi il Piano per Piazzale Roma), ha clamorosamente sbagliato le previsioni di spesa e dei tempi di realizzazione, ed è stata costretta a infinite variazioni progettuali, dimenticandosi infine totalmente di ottemperare agli obblighi di legge relativi all’accessibilità ai disabili. Com’è moralmente possibile che nel XXI secolo un’opera pubblica venga progettata senza tener conto della possibilità di fruizione per tutti i cittadini? Perché impedire (per ordinanza comunale) ad un cittadino con problemi di deambulazione di godere di quel panorama che lo stesso progettista Calatrava dichiara essere unico dalla sommità del suo nuovo ponte veneziano?

Ecco allora, Presidente, che ci rivolgiamo a Lei invitandola a considerare quanto inopportuno sia stato pensare di umiliare i valori della Costituzione di cui si celebra il sessantennale quest’anno, dando al Ponte di Calatrava, ovvero a quello che appare essere il più clamoroso monumento nazionale allo sperpero, alla cattiva amministrazione ed alla discriminazione in base alle condizioni fisiche dei cittadini, il nome di Ponte della Costituzione. Oggi a Venezia Lei ricorderà a Palazzo Ducale i valori della nostra Costituzione: quando la accompagneranno a visitare il nuovo ponte tenga presente quanto questi valori siano fisicamente negati in quell’opera, simbolo di quel che non deve essere la buona amministrazione!

Infine, caro Presidente, vogliamo farle sapere che avrebbe sicuramente arrecato maggior giovamento e piacere alla cittadinanza veneziana una sua visita ad alcune zone degradate del Comune, che, colpevolmente dimenticate dall’amministrazione impegnata a mettersi i lustrini, meriterebbero una particolare attenzione, molto più dell’inutile, costosissima ed arrogante opera della vanità di un sindaco e di un architetto di fama mondiale. Sarà nostro dovere, ricordandole che sono in corso indagini da parte della Corte dei Conti, provvedere a recapitarle al più presto copia della Relazione finale dei lavori svolti dalla Commissione d’Inchiesta Comunale sui ritardi e sugli aumenti dei costi della costruzione del Ponte di Calatrava sul Canal Grande, i cui documenti sono stati in queste ultime ore formalmente richiesti in copia dalla Guardia di Finanza per conto della Procura della Repubblica.

Calatrava: che meraviglia (il passaggio sul ponte)

L’agenzia ASCA riporta il fatto. Dal ponte c’erano persone che invitavano il presidente a non calpestarlo, a non salire ma – come dice l’genzia – Napolitano non ha ascoltato ed e’ andato avanti.
Nonostante tutto si è notato un forte imbarazzo delle autorità, un po’ lo stesso che portò all’apertura in sordina.
Un insegnamento di mio nonno che ricordo sempre è: bisogna aver paura solo di fare del male… e penso che qui cada a pennello, penso che solo dopo essere passato sulla prima parte del ponte il Presidente si sia reso conto dell’errore fatto… allontanandosi poi verso l’altra parte del ponte dove lo attendevano altre autorità pronte per andare alla cena al Teatro la Fenice…

VENEZIA: NAPOLITANO SUL PONTE DI CALATRAVA, ”CHE MERAVIGLIA”

(ASCA) – Venezia, 18 sett – ”Che meraviglia”. Cosi’ il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sul nuovo ponte di Calatrava, il quarto del Canal Grande, a Venezia, aperto da pochi giorni. Napolitano lo ha attraversato insieme al progettista, l’architetto Calatrava, al sindaco Massimo Cacciari e ad altre autorita’. ”Presidente non salga su quel ponte” e’ stato l’invito partito da qualche solitario, nella folla di curiosi che attendeva il Capo dello Stato. Ma Napolitano non ha ascoltato ed e’ andato avanti. Numerose le contestazioni sul manufatto, in particolare sui costi molto alti e su aspetti particolari, ad esempio sulla difficolta’ che, secondo taluni, e’ rappresentata dalle pedate. Ma, superato il ponte, Napolitano si e’ detto soddisfatto. […]
fdm/mar/rob

Calatrava: Napolitano passa il ponte

Nonostante tutte le lettere, nonostante seguisse con interesse le nostre proteste e nonostante avessero comunicato che il Presidente, proprio per tale motivo, non avrebbe attraversato il ponte ma si sarebbe limitato a passarci sotto con una barca, oggi 18 settembre 2008 alle ore 19.23 il Presidente Napolitano ha attraversato il ponte di Calatrava, calpestando quindi tutte le buone parole dette sino ad ora.
Ma se vogliamo aggiungere una nota, oltre al danno pure la beffa. Io ero li, sul ponte e tra le urla dei contestatori verso il sindaco Cacciari e l’assessore Rumiz (ancora temporaneamente disabile, con due stampelle) i quali indicavano il ponte come la tomba (politica) della sua amministrazione, al passaggio del Presidente ho allungato la mano, ho stretto la mano a Napolitano dicendo ironicamente “Presidente, si ricordi dei disabili!” e il Presidente, meno ironicamente, mi ha risposto: “Senz’altro”.

Che dire…. qualcuno ventilava manifestazioni ai piedi o sopra il ponte per il prossimo mese: a mio avviso vista oramai la valenza nazionale di tale problema, e visto che il Presidente della Repubblica ha completamente ignorato le richieste dei disabili, penso che l’unica cosa da fare sia proprio manifestare il dissenso davanti al Quirinale, per far capire che l’art. 3 della Costituzione esiste per tutti, e non solo per pochi.
Invece, mi ha colpito più di tutto il silenzio al passaggio del Presidente: Ci sarebbe potuto stare benissimo un applauso, per salutare la più alta carica dello stato ma invece niente, un silenzio imbarazzante. Ho avuto la netta impressione che Napolitano fosse lì, a rischiare di venire fischiato, solo per fare un piacere al Sindaco e al suo amico Calatrava…

Calatrava: da quassù è bellissimo!

Questo è più o meno il senso dell’articolo dello scrittore Roberto Ferrucci sul “Corriere del Veneto” del 13 settembre 2008. Il titolo del commento dello scrittore è “Venite a vedere il ponte. Soltanto da quassù si può capire la sua bellezza“.
Oltre a belle sviolinate sull’opera (non penso che nessuno qui abbia mai contestato la bellezza del ponte, ma la sua usabilità ed il rispetto delle vigenti normative), lo scrittore se ne esce con questa frase:

Potranno continuare a contestare ogni cavillo (i demagoghi lo trovano sempre un cavillo cui aggrapparsi: qual è l’opera in questo paese che non ha subito ritardi e aumenti dei costi strada facendo?), ma ora il ponte c’è, è bellissimo e, soprattutto, ci si sta bene sopra.

e Ferrucci continua:

Soltanto là sopra capirete dove risiede tutta la sua bellezza, vi renderete conto di trovarvi sopra all’unica opera, da qualche secolo a questa parte, davvero epocale di Venezia, e sentirete di essere in un luogo che non sarà mai più come prima.

Che dire se non ringraziare Roberto Ferrucci per averci descritto quest’esperienza e soprattutto di farci sapere che ci si sta bene sopra. Eh si perchè c’è chi sopra non ci potrà andare mai perchè in fase di esecuzione dell’opera si è preferito togliere le soluzioni per l’accessibilità del ponte (previste dalle vigenti normative) invitando le persone non deambulanti a vedere il ponte da sotto, dal vaporetto. Tra l’altro – ma tanto poi si passa da demagoghi – la persona disabile con sedia a ruote non può nemmeno vedere il ponte da sotto visto che lo spazio previsto nei vaporetti non è nemmeno accanto ai finestrini.
A queste persone resterà solo possibile vedere il ponte dai due lati, immaginandosi le fantastiche esperienze descritte nell’articolo (nell’anno 2008, non nel secolo scorso eh…) ammirando un bellissimo cartello che li invita a prendere il vaporetto