Oggi ho scritto il seguente post su Facebook con la nascita del governo Draghi, rimosso da facebook in quanto considerato in violazione degli standard in merito di violenza ed incitazione alla violenza.
Il post era disponibile fino a qualche ora fa. Facebook nel sistema automatico dice che a causa del covid non può riverificare le contestazioni. Poco dopo però, tutto risolto.
Un grazie a Matteo Renzi. È riuscito a mandare a casa uno dei peggiori governi della storia del paese consentendo a Draghi di creare un governo a trazione economica di centro destra supportato da PD e 5s con qualche ministero di peso di settore ridimensionando lo strapotere del movimento nel conte 2 che ha portato perle di ministri come Azzolina e bonafede.
Riesumato anche ministero per le politiche della disabilità dopo che conte con il conte 2 accentrò tutto a se promettendo fuoco e fiamme per poi non fare nulla come in altri settori. Chi mi conosce sa che per me il tema disabilità andrebbe gestito in modo trasversale per tutte le tematiche quindi sono curioso di leggere le deleghe specifiche date a Erika Stefani.
Torna pure Brunetta, criticato spesso per il suo attacco ai fannulloni ma da ricordare come il ministro che creò la trasparenza amministrativa che tanto è mancata con il governo Conte.
Torna anche il ministero del turismo con pure portafoglio, anche perché nel conte 2 accentrato tutto a Franceschini che pensava alla Netflix italiana della cultura anziché al supporto del settore trainante… Fa prudere ancora le mani.
E proprio personaggi come Franceschini a cui si aggiunge pure di maio li avrei evitati ma senza sedia probabilmente non hanno una vita propria e i loro partiti non avrebbero votato a favore.
Ora il banco di prova sarà nella programmazione. Oltre al taglio di teste che non hanno funzionato. Mi aspetto la decapitazione di Arcuri. Soprattutto da Invitalia. Conte è già un passato dimenticato nonostante qualcuno voglia dargli una sedia alle suppletive.
Sarebbe curioso ora veder votare nuovamente i grillini sulla piattaforma. Come ho scritto ieri, Grillo con quel quesito ha fatto vincere agli iscritti il buono di Sora Lella.
E quindi grazie Matteo Renzi. Leggo che ha perso due ministri ma noi abbiamo perso quasi due anni tra banchi a rotelle e costanti esempi di incapacità. Spero di non dover usare ancora: non sono cattivi sono incapaci ma se necessario lo userò. Anche perché ricordiamoci che è un governo liquido con maggioranze diverse per diversi provvedimenti.
Sto seguendo attentamente in questi giorni la vicenda delle primarie del centro-sinistra con un particolare sguardo sia alla comunicazione tramite nuove tecnologie, sia alla parte regolamentare.
Il mio pensiero sull’interpretazione restrittiva del regolamento a seguito di deliberazioni interpretative sia del collegio “garante” che del coordinamento nazionale (in particolare la delibera n. 26) è stato già espresso in altre sedi. In questo articolo mi limito a riportare solamente i fatti.
Il regolamento, all’art. 14 comma 4 sancisce quanto segue:
Possono altresì partecipare al voto coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’Albo degli elettori entro la data del 25 novembre, e che, in due giorni compresi tra il 27/11 e il 01/12, stabiliti con delibera dal Coordinamento nazionale, sottoscrivano l’Appello pubblico in sostegno della Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune” e quindi si iscrivano all’Albo degli elettori .
Successivamente invece il coordinamento nazionale nella delibera n. 25 del 26 novembre 2012 ha chiarito che – a suo avviso – non bisognava aprire la votazione a coloro che dichiaravano impossibilità per cause indipendenti dalla loro volontà a partecipare all’iscrizione all’albo degli elettori entro il 25 novembre, sottoscrivendo l’appello pubblico e iscrivendosi all’albo elettori, ma delegando in modo soggettivo la valutazione al coordinamento provinciale.
Spetta al Coordinamento provinciale valutare la consistenza o meno delle cause, indipendenti dalla volontà dell’elettore, che ne hanno impedito l’ iscrizione all’Albo degli elettori entro il 25 novembre, ovvero la preiscrizione on-line. Il Coordinamento provinciale, con voto unanime, decide se ammettere o meno la registrazione all’Albo degli elettori.
Il 28 novembre, a seguito della delibera interpretativa dell’art. 14 comma 4 da parte del collegio dei garanti e della delibera n. 26 del coordinamento nazionale, in una lettera di Nico Stumpo (coordinatore nazionale) inviata ai coordinamenti provinciali e regionali si legge quanto segue:
In particolare vale la pena soffermarsi sulle raccomandazioni ai coordinamenti, tra cui “vi consigliamo di organizzare il vostro lavoro raccogliendo fino alle ore 20.00 di venerdì 30 novembre le richieste in proposito pervenute, anche per fax o per mail, e quindi immediatamente dopo riunirvi per assumere le relative decisioni”.
Non voglio entrare nel merito di come interpretare “per mail” (personalmente per mail intendo qualsiasi comunicazione inerente ricevuta alla e-mail del comitato provinciale) e neppure nelle discussioni su siti Web di appoggio per inviare le richieste in modo automatizzato ai comitati provinciali (servizio Web che mi aspettavo fosse reso disponibile direttamente nel sito ufficiale, come era avvenuto per le pre-iscrizioni). Mi soffermerò invece sulla procedura adottata dal coordinamento provinciale di Venezia che – a quanto si apprende dalla stampa locale – ha accettato solamente 10 richieste su 822. Da una prima lettura dei numeri, viene chiaramente da chiedersi quali criteri siano stati applicati per escludere ben oltre il 90% (novanta percento) delle richieste di poter votare.
Ho saputo che un amico, già votante alle primarie del 2009, domenica scorsa non era riuscito a votare perché non è stato in grado di ritrovare la sua tessera elettorale. Ha chiesto quindi informazioni in facebook ed è stato invitato a scrivere al coordinamento di Venezia il quale ha mandato via e-mail un modulo in formato Word (qui riportato in formato PDF) che l’amico ha diligentemente compilato.
Come si può notare, però, il modulo richiede una serie di dati personali, nonché potenzialmente una serie di dati sensibili (se il motivo dell’impossibilità è legato a malattia, si presume di dover allegare pure un certificato medico visti i precedenti in altre città) chiedendo altresì di allegare un documento d’identità. Chiunque noterà purtroppo che ha una mancanza non da poco in relazione all’informativa sul trattamento dati personali, secondo quanto previsto dall’art. 13 del decreto legislativo 196/2003.
Art. 13. Informativa
1. L’interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto circa:
a) le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati;
b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati;
c) le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere;
d) i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili o incaricati, e l’ambito di diffusione dei dati medesimi;
e) i diritti di cui all’articolo 7;
f) gli estremi identificativi del titolare e, se designati, del rappresentante nel territorio dello Stato ai sensi dell’articolo 5 e del responsabile. Quando il titolare ha designato più responsabili è indicato almeno uno di essi, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalità attraverso le quali è conoscibile in modo agevole l’elenco aggiornato dei responsabili. Quando è stato designato un responsabile per il riscontro all’interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all’articolo 7, è indicato tale responsabile.
Va detto innanzitutto che, mentre al primo turno c’era il modulo di pre-iscrizione on line con l’informativa privacy, ora per il ballottaggio nel sito ufficiale non ho trovato alcuna pagina con link ben visibile contenente l’informativa sul trattamento dati personali. Nella mail ricevuta dal mio amico oltre al modulo non è presente alcuna informativa. Pertanto l’art. 13 è debitamente stato violato.
Cosa prevede la norma come sanzioni? Una bella sberla direi!
Art. 161. Omessa o inidonea informativa all’interessato
1. La violazione delle disposizioni di cui all’articolo 13 è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da seimila euro a trentaseimila euro.
Non ho verificato se il modulo utilizzato a Venezia è un fac-simile utilizzato su base nazionale, ma vedendo i numeri citati dalla stampa locale ci sarebbero ben oltre 800 violazioni.
Fatta questa precisazione, torniamo alla cosa più importante: ad oggi il mio amico, che ha diligentemente e adeguatamente motivato la richiesta e l’ha inviata sia tramite fax che tramite e-mail compreso il documento d’identità, non ha ricevuto alcuna comunicazione. Pertanto, secondo l’interpretazione del regolamento fatta dalle delibere dei “garanti”, non avendo ricevuto risposta non ha diritto al voto. Mi sembra di esser tornato ai tempi in cui la pubblica amministrazione considerava non accettate le domande a cui non dava risposta, senza dover motivare nulla, e ciò non è certamente segnale di “nuovo” da parte di chi si candida a governare il paese.
Capita che oggi, 11 novembre, a Venezia è una domenica di festa, dedicata a San Martino: i bambini veneziani, da ben prima dell’americano Halloween, vanno in giro per la città con pentole e mestoli a cantare una canzone e a chiedere in cambio dolciumi. Oggi, pure loro, hanno dovuto desistere.
Acqua alta, qualcosa secondo cui i media televisivi i veneziani convivono senza problemi e pure sorridono, mentre è un reale problema di vivibilità cittadina. Acqua alta, un problema di centimetri che possono cambiare la vita di una persona.
Per chi non lo sapesse, i veneziani in questo periodo leggono costantemente il cosiddetto bollettino delle maree che indica i livelli previsti dall’ufficio maree del Comune di Venezia che è presente anche su twitter. Per non farci mancare nulla, esiste un ulteriore ufficio con stesse funzionalità ma in carico all’ISPRA, che produce chiaramente dati differenti. Di norma quindi, quando la sera prima come in questo caso prevedono 120cm sul livello del mare, ci si aspetta un paio di ore prima dell’evento di marea eccezionale il suono delle sirene (nel sito del Comune la spiegazione e pure la simulazione, così capite cosa proviamo spesso di notte, in particolare il sottoscritto che ha una delle sirene vicino a casa…). E’ importante chiarire che il livello previsto è un punto vitale: ci sono zone della città che a 120 cm vanno sotto, altre invece (comprese quindi case, negozi, studi, ecc.) che reggono entro i 130 cm, altre entro i 140 cm e così via.
Oggi invece il caos. Suonano le sirene alle 5.30 di mattina annunciando con diverse tonalità di suoni il raggiungimento della marea 130…. e dopo un’ora risuona nuovamente, annunciando la marea a 140. Oramai sveglio mi alzo e verifico che è successo, visto che da giorni la gente (in particolare i pescatori) annunciavano maree eccezionali mentre il Comune – anche in discussioni su Facebook in cui partecipava anche il DG – parlava di inutili allarmismi.
Tanto tuonò che piovve, e oltre alla pioggia una serie di fatti “storici” hanno causato questo danno che è finito su tutti i TG e domani sarà su tutti i giornali. A questo punto c’è da chiedersi: come hanno gestito i dati e le informazioni?
Va premesso che il Comune ha una serie di sensori in giro per la laguna che automaticamente forniscono informazioni aggiornate ogni 5 minuti, disponibili sia in formato grafico che in formato tabellare. Va anche premesso che esiste una app dedicata chiamata Hi!Tide disponibile per Iphone e Android che recupera anch’essa dei dati ma che si pianta (come da dichiarazione del comune) quando supera i 3 mila utenti contemporanei. Va infine premesso che come nelle occasioni precedenti, il sito del comune è andato fuori uso a causa – dicono – delle troppe risorse che “inglobano” il grafico delle maree e che sono state diffidate (!!!) dal farlo, ossia sono state invitate a copiarsi il grafico anziché mostrare quello in normalissimo formato jpg.
Dopo tutte queste premesse va capito cosa non ha funzionato. Nell’immagine qui sotto riportata è chiaro che l’ufficio competente ha diramato dei dati tramite il sito del Comune alle ore 5.30 con marea prevista per cm. 130 mentre il canale twitter ha diramato alle ore 5.33 informazione su 120 cm.
Il canale twitter era l’unica ricorsa “sempre operativa”, vista la certezza della funzionalità della piattaforma testata qualche giorno fa con le elezioni americane. Purtroppo la scelta di comunicazione dell’amministrazione ha portato a non considerarla, lasciando una serie di invii di messaggi automatici con previsioni oramai non attuali, senza alcun presidio “umano” per tutta la giornata (ancora adesso alle ore 18.36 che scrivo questo pezzo risultano notifiche di dati non aggiornati). Bisogna pure aggiungere che il servizio di informazioni via e-mail è fallace: il messaggio di notifica delle condizioni avverse previste per le ore 8.40 è pervenuto in e-mail alle ore 10.05 mentre alle 9.48 il messaggio su twitter (unico) su livello rosso.
Mi sono pertanto permesso di fare il cittadino attivo ed ho aperto un hashtag su twitter “#mareavenezia” popolando con tweet ogni 5 minuti prelevando le informazioni dalle tabelle pubblicate automaticamente dai sensori di rilevazione, fino alle ore 12.00 in cui la situazione ha iniziato a normalizzarsi.
Devo dire che sono particolarmente incazzato su quanto è successo, non tanto per i comunicati ufficiali dell’ente Comune, quanto per l’inadeguato utilizzo dei canali di comunicazione istituzionali, della poca conoscenza del mezzo “internet” e della sua gestione. Tralasciando ogni commento sul “divieto di linkare il grafico delle maree”, punto il dito sulla totale inadeguatezza della gestione degli altri canali: il sito Web che si “siede” dopo un non ben precisato numero di utenti, il canale twitter non presidiato e la totale assenza del canale facebook nonostante – ripeto – esistano decine di sensori che pubblicano informazioni tabellari e che possono quindi essere inviate a twitter con lo sviluppo a costi irrisori di servizi ad hoc fruibili da chiunque e senza problema di limitazione delle risorse contemporanee ad un misero valore di 3 mila utenti (che per una città che fa decine di migliaia di visitatori al giorno è un po’ una presa per i fondelli…). Per finire al caos totale si aggiunge la confusione mentale pure di chi si occupa delle news del comune che ha erroneamente parlato di “domenica 12 novembre” nel comunicato stampa ufficiale.
Come dice giustamente l’amico Gigi Cogo, il problema è che nella PA si vuole fare “informatica” senza spesso averne le competenze nonostante la presenza di società in-house che dovrebbero garantire le competenze mancanti. Fare comunicazione specie in momenti di crisi è essenziale, ed è necessaria la padronanza di tali strumenti come la padronanza richiesta a chi governa una barca. La comunicazione sociale non si improvvisa, si programma, si coinvolgono i cittadini e si cerca di risolvere i problemi. Ed evitiamo la continua cantilena che non ci sono soldi per garantire il servizio, mentre vi è disponibilità di oltre 2500 euro per garantire al Sindaco la fruibilità delle notizie ANSA regionali nel suo IPhone (Determinazione Dirigenziale n. 2090/2012 del 7 novembre 2012).
Il Comune ha una serie di sensori: perché non pubblicare questi dati in formato riutilizzabile (vista anche la delibera opendata promossa dal gruppo facebook opendatavenezia) e integrare la pubblicazione dei medesimi su social media come twitter, con specifici hashtag, con garanzia di una costante disponibilità in rete di informazioni aggiornate? Se molti comuni cominciassero ad utilizzare twitter per dare informazioni di servizio (e da un canale come ICPSMVenezia mi aspetto informazioni di servizio) anziché utilizzarlo per mera diffusione di comunicati stampa, sarebbe cosa buona e giusta, dando magari una letta ai vademecum dedicati all’uso dei social media nella PA ed alla qualità dei siti Web delle PA. Tra l’altro, per concludere, va fatto notare la confusione nelle licenze d’uso: il sito del comune prevede il copyright su tutto, la sezione del sito delle maree prevede Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5, il che significa che un quotidiano, ad esempio, non potrebbe riportare alcuna informazione sulle maree. E l’Opendata dov’è finito?
Il 4 settembre 2012 è una data da ricordare: cerchiamo di capire perché. Qualche mese fa, nell’aprile 2012, ho scritto un piccolo intervento sulle problematiche di trasparenza amministrativa del comune di Venezia, iniziando una vera e propria battaglia per la trasparenza amministrativa. Come ben sa chi mi conosce, a causa di brutte frequentazioni con legulei ed esperti Web della PA, mi sono appassionato della tematica della comunicazione istituzionale nel Web e della trasparenza amministrativa per diffondere la cultura dell’inclusione digitale all’interno delle PA.
Da qui è partita quindi la (all’inizio) personale battaglia per la trasparenza degli atti amministrativi con la richiesta di pubblicare on line all’albo pretorio anche le determinazioni dirigenziali (come tra l’altro previsto dalla vigente normativa e ribadito pure da parere del Ministero dell’Interno), a cui via via si sono susseguite una serie di vicessitudini, tra cui votazione del consiglio comunale contro la trasparenza amministativa, interrogazioni di consiglieri sia di maggioranza (Jacopo Molina) che dell’opposizione (Sebastiano Costalonga), mie richieste di intervento a CIVIT e Ispettorato della Funzione Pubblica, fino ad arrivare ad un esposto in procura e alla corte dei conti). La tematica della trasparenza ha interessato anche la stampa locale oltre che all’evento ForumPA in cui ho avuto modo di tenere un intervento con richiesta di estendere l’operazione trasparenza non solo agli atti amministrativi ed alle consulenze ma a tutte le forniture fatte dalle PA, cosa accolta dal Governo all’art. 18 del decreto 83/2012, che obbliga le PA dal 1 gennaio 2013 a dedicare una nuova sezione all’interno del sito Web in cui mantenere uno storico delle informazioni inerenti le spese della PA per acquisti, sovvenzioni, ecc. (al fine di rendere reperibili tali informazioni per il periodo successivo all’esposizione delle determinazioni all’albo pretorio).
Dal 4 settembre 2012 finalmente anche il mio comune ha iniziato a pubblicare le determinazioni, partendo dal progressivo 1961 il che fa presumere la possibilità di un aggiornamento dell’archivio con le 1960 determinazioni emanate nell’anno in corso, considerando altresì che per tornare completamente a norma di legge dovrebbero quantomeno pubblicare anche l’archivio del 2011, a partire dal 1 gennaio 2011. A breve dovrebbe inoltre essere resa disponibile la nuova sezione dedicata all’applicazione dell’art. 18 del decreto 83/2012 ovvero:
Art. 18 – Amministrazione aperta
1. La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere di cui all’articolo 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241 ad enti pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicita’ sulla rete internet, ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilita’ totale di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
2. Nei casi di cui al comma 1 ed in deroga ad ogni diversa disposizione di legge o regolamento, nel sito internet dell’ente obbligato sono indicati: a) il nome dell’impresa o altro soggetto beneficiario ed i suoi dati fiscali; b) l’importo; c) la norma o il titolo a base dell’attribuzione; d) l’ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del relativo procedimento amministrativo; e) la modalita’ seguita per l’individuazione del beneficiario; f) il link al progetto selezionato, al curriculum del soggetto incaricato, nonche’ al contratto e capitolato della prestazione, fornitura o servizio.
Questo articolo è particolarmente interessante in quanto al comma 5 sancisce che:
A decorrere dal 1º gennaio 2013, per le concessioni di vantaggi economici successivi all’entrata in vigore del presente decreto-legge, la pubblicazione ai sensi del presente articolo costituisce condizione legale di efficacia del titolo legittimante delle concessioni ed attribuzioni di importo complessivo superiore a mille euro nel corso dell’anno solare previste dal comma 1, e la sua eventuale omissione o incompletezza e’ rilevata d’ufficio dagli organi dirigenziali e di controllo, sotto la propria diretta responsabilita’ amministrativa, patrimoniale e contabile per l’indebita concessione o attribuzione del beneficio economico. La mancata, incompleta o ritardata pubblicazione e’ altresi’ rilevabile dal destinatario della prevista concessione o attribuzione e da chiunque altro abbia interesse, anche ai fini del risarcimento del danno da ritardo da parte dell’amministrazione, ai sensi dell’articolo 30 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104.
Questo comunque è già un passo avanti, se la pubblicazione come sembra riguarda tutte le determinazioni e non solamente quelle di spesa: per il pregresso sarà la politica e i soggetti già interessati nel caso a verificare eventuali responsabilità per omissioni di pubblicazione. Si tratta finalmente di un riconoscimento della legalità rispetto all’errata interpretazione della norma da parte del Sindaco che ha portato alla oramai famosa votazione del consiglio comunale.
Come cittadino dico quindi grazie a chi ha capito e ha riconosciuto l’errore ed è intervenuto per rimuoverlo.
Il 3 agosto 2012 tramite Facebook leggo che il comune di Venezia da settembre pubblicherà le determinazioni on line.
Appena avuta notizia, mi son tolto i panni digitali e son andato in edicola ad acquistare i quotidiani locali, apro ed a pagina V mi trovo uno splendido titolo: “Le determine del Comune saranno online da settembre“. Non vi dico la felicità nel leggere quel titolo, visto che da tempo si richiede questo adeguamento alla normativa vigente, prima con articoli nel mio sito Web, poi con interrogazioni di consiglieri comunali (sia della maggioranza che dell’opposizione) sino ad arrivare all’esposto in procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti.
Leggendo però l’articolo mi sono cadute le braccia. Eh si perché per l’ennesima volta non si è capito che l’obbligo di pubblicazione on-line delle determinazioni con affissione all’albo on-line per i 15 (quindici) giorni previsti dalla legge è in vigore già dal 1 gennaio 2011. Leggo difatti che l’assessore Bettin dichiara le stesse cose dichiarate qualche settimana fa dal Direttore Generale del Comune di Venezia, che confonde l’obbligo di pubblicità legale tramite albo pretorio di tutte le determinazioni, con il nascente obbligo previsto dal decreto “Cresci Italia” (n. 83/2012) di pubblicazione tra l’altro delle determinazioni comprensive di ulteriori informazioni obbligatorie:
a) il nome dell’impresa o altro soggetto beneficiario ed i suoi dati fiscali;
b) l’importo;
c) la norma o il titolo a base dell’attribuzione;
d) l’ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del relativo procedimento amministrativo;
e) la modalita’ seguita per l’individuazione del beneficiario;
f) il link al progetto selezionato, al curriculum del soggetto incaricato, nonche’ al contratto e capitolato della prestazione, fornitura o servizio
Il tutto, nell’ottica dell’accessibilità totale (art. 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150).
L’assessore dichiara: “abbiamo spinto molto per questo risultato e molto dobbiamo al gruppo di persone attive nel campo della democrazia digitale che ci hanno sempre spronati ad andare avanti in questo senso. Lo scopo è dare la possibilità a tutti di controllare ciò che viene deciso dall’amministrazione” e successivamente motiva la mancata pubblicazione sino ad oggi in quanto in direzione generale e in segreteria generale ponevano il veto per la privacy dei nomi delle persone che comparivano in questi atti. Conclude dicendo che per lui Venezia è tra le primissime grandi città italiane ad aprirsi in questo modo.
A questo punto mi sorge un dubbio: chi ha fornito tali informazioni all’assessore? Presumo la direzione generale e la segreteria generale. Ebbene, caro assessore, tali informazioni sono totalmente errate. L’obbligo di pubblicazione delle determinazioni e di tutti gli atti amministrativi soggetti a pubblicità legale in rete è attivo dal 1 gennaio 2011: qualsiasi atto non pubblicato on line per cui è prevista la pubblicità legale in assenza di “affissione” all’albo pretorio on line è un atto non pubblicato – con tutto ciò che ne consegue sotto l’aspetto del procedimento amministrativo.
Riguardo alla privacy inoltre, già dal marzo 2010, ben prima dell’obbligo di pubblicazione degli atti all’albo, il garante si era preoccupato di creare un’apposita guida facendo altresì presente più volte che nel caso di erogazione di fondi la pubblicazione dei nominativi è garanzia per la collettività di trasparenza amministrativa. Se, nel comune di Arcore, il signor S. B. (o nominativo oscurato) riceve 10 mila euro di contributo quale sovvenzione all’affitto di casa, come può un “cittadino qualunque” (per usare il termine coniato dal nostro sindaco durante il consiglio comunale del 21/12/2011, data infausta per la trasparenza amministrativa della nostra città) capire se il contributo è erogato al signor Sandro Bianchi o al signor Silvio Berlusconi? Proprio per questo motivo in questi casi non vi è privacy che tenga: ne è dimostrazione l’albo dei beneficiari – obbligatorio per legge – pubblicato anche dalla nostra amministrazione comunale in cui compaiono nomi e cognomi dei beneficiari di qualsiasi contributo.
Il decreto 83/2012, che al momento in cui scrivo è stato votato al Senato, è solo una garanzia ulteriore per il cittadino di poter consultare tutte le informazioni di spesa anche successivamente al termine dei 15 giorni di pubblicazione all’albo. Non si tratta quindi di una sostituzione ad un altro obbligo di legge, ma è una garanzia aggiuntiva, un archivio sempre disponibile senza necessità di richiesta di accesso agli atti. E sfatiamo un mito: molte altre città pubblicano le determinazioni on line, da nord a sud.
Mi rivolgo quindi all’assessore Bettin (a cui invierò via mail notifica di questo articolo) chiedendogli: se un “cittadino qualunque” come il sottoscritto, leggendosi le norme ha capito e chiede di applicarle, e vede che l’apparato amministrativo le fa dire cose errate, che dovrei pensare come cittadino sul grado di preparazione di dirigenti con stipendi considerevoli? Non crede che queste “scuse” vengano poste dagli stessi dirigenti visto che la responsabilità della mancata pubblicazione ricade proprio su di loro? Caro assessore sono sicuro della sua buona fede, in quanto le parole che ha usato sul giornale sono le medesime del direttore generale, ossia sono le medesime di un apparato amministrativo che non vuole essere trasparente come lei desidera e come prevede sia lo statuto del comune che il programma elettorale della maggioranza che governa la città.
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