Sciopero blog: Quo vadis?

Nerone (fonte: wikimedia)Stamattina ho acceso come sempre il PC ed ho cominciato a postare come sempre sui social network. Girando e rigirando mi son reso conto che oggi è il 14 luglio, non tanto la festa per i francesi ma è la data in cui è stato programmato uno “sciopero” dei blog contro la normativa che prevede tra l’altro il diritto di rettifica su quanto postato entro un determinato periodo oltre al quale scattano le sanzioni.
Oggi per iniziativa di alcuni blogger ed esperti di rete ci dovrebbe essere lo “sciopero”, ma si notano maggiormente le iniziative di chi prende le distanze. Tra tutti mi preme segnalare Massimo Melica che su facebook scrive “Oggi è indetto lo SCIOPERO DEI BLOGGER, il primo nella storia. Rifletto e penso che per sciopero si intende l’astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti, per motivi salariali, per protesta o per solidarietà. Il salario o stipendio che viene detratto è proporzionale alla sospensione lavorativa. I Blogger sono stipendiati? Ricevono un salario? Mi sembra di no.“. Personalmente concordo pienamente con Massimo perché chiamarlo sciopero non è corretto. Su facebook difatti ho detto “diciamo che il concetto è diverso, ovvero il blogger non è un lavoratore della rete, quindi sarebbe stato diverso se lo sciopero fosse stato fatto da realtà associative (vedi IWA, vedi Innovatori, ecc.) in cui ci sono persone che lavorano in rete. Ma anche in quel caso, a mio avviso, la soluzione migliore non è lo sciopero ma la controproposta normativa“.
Chiediamoci quindi cosa porterà questa protesta? Non conviene forse utilizzare forme più creative e le sedi più appropriate per protestare e/o risolvere il problema?
Gigi Cogo ha raccolto un elenco di siti di persone (non solo blogger) che spiegano perché non partecipano a questa protesta. Ma alla fine, al termine di questo sciopero, cosa cambia? A chi giova?

Cittadinanza Digitale: oggi al via l’innovazione

Oggi è stata una giornata storica per l’innovazione nel nostro paese. Come direbbero alcuni, dalle parole ai fatti: da oggi è disponibile una copertura wi-fi pubblica, gratuita per i cittadini, su una buona parte della città di Venezia. Da oggi, 10 mila veneziani che hanno richiesto l’accredito possono utilizzare la rete pubblica, gratuitamente.
E per festeggiare l’evento il vicesindaco ha supportato l’iniziativa del bateocamp dove si sono potuti incontrare vecchi e nuovi amici, blogger dal prestigio più o meno grosso (come sempre c’era chi lo distribuiva… ma non me ne ha passato nemmeno un pochino… la prossima volta farò un voto di scambio pagerank –> prestigio…).
Interessante anche la presenza del sindaco Cacciari che assieme a Vianello hanno rilasciato alcune dichiarazioni nel vaporetto con i blogger.

Che dire: Michele Vianello ce l’ha fatta, grazie al supporto di Venis e delle altre realtà che hanno partecipato al progetto. Ora è un progetto da clonare in altre città, ed una realizzazione da integrare con contenuti in rete perché – come dice sempre Vianello – lui ha fatto i binari, ora i vagoni dobbiam metterceli noi.

Comunicazione sociale: comunicare con tutti

In queste slide, utilizzate in attività formativa per il MIUR, ho cercato di spiegare in modo semplice (avendo un target di discenti eterogeneo) come è evoluta la comunicazione in rete, ovvero come le nuove forme di comunicazione possono sostituire le precedenti. Nelle slide è presente anche una sezione dedicata alle WCAG 2.0, estratta dal manuale WCAG 2.0 di recente pubblicazione.