Calatrava: ora è un simbolo anche per la Regione Veneto

E con il Natale dentro i pacchi regalo è arrivato un depliant della Regione Veneto dove viene considerato addirittura uno dei simboli dell’innovazione.

[…] diventato addirittura il simbolo utilizzato dalla giunta regionale per illustrare le opere pubbliche del «territorio, ambiente e infrastrutture». E’ stato distribuito ieri con i quotidiani veneziani un opuscolo a colori che illustra il bilancio sociale 2007 della Regione. «Veneto, terra di grandi risorse», il titolo. Introduzione del presidente Giancarlo Galan e dell’assessore al Bilancio Isi Coppola. Così, nella parte dedicata a «interventi e investimenti per un Veneto protagonista», accanto a cifre e foto di grandi opere regionali come il Pasante e il nuovo Ospedale di Mestre, ecco una foto a tutta pagina dell’arco rosso del ponte di Calatrava. «Esprimo particolare soddisfazione», commenta l’a ssessore ai Lavori pubblici del Comune Mara Rumiz (in foto con l’a rchitetto Calatrava), non senza una punta di ironia, «per questa scelta, che documenta l’alta qualità artistica del ponte, oltre che la sua importanza riconosciuta nel sistema della mobilità urbana». «Sono lieta», continua l’assessore, «che la Regione abbia così voluto condividere l’importante risultato raggiunto dal Comune con questa nuova opera. Un così significativo riconoscimento contribuirà sicuramente a un più sereno giudizio sull’opera».

E intanto sono tutti in attesa della promessa azione giudiziaria per pugno della FISH: che il 2009 ci porterà questa ventata di giustizia?

Calatrava: dichiarazione dell’assessore Rumiz

A seguito delle problematiche insorte con il ponte di Calatrava anche per i “normodotati”, che hanno riportato il caso del ponte sui media nazionali, l’assessore Rumiz ha rilasciato la seguente dichiarazione:

L’assessore comunale ai Lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, ha rilasciato la seguente dichiarazione, dopo la diffusione del comunicato stampa dello Studio Calatrava nel quale si indicano i modi ritenuti “più opportuni” per risolvere il problema di alcuni gradini del ponte della Costituzione:

“Ho appreso delle proposte dello Studio Calatrava, mentre i nostri Uffici sono già al lavoro su una diversa ipotesi. Vorrei innanzitutto contestualizzare gli incidenti accaduti sul ponte e le lamentele recepite dagli organi di stampa in una più ampia analisi dei primi venti giorni di apertura del ponte al transito: un primo monitoraggio sembra confermare quanto contenuto in uno studio sulle prospettive della mobilità nella testa di ponte Ferrovia-Piazzale Roma, oggetto di tesi di laurea all’Università Iuav, che individua in circa 15 mila i potenziali utenti quotidiani, in grande maggioranza pendolari. Certamente, li possiamo contare a migliaia – ne è conferma il disagio lamentato dai commercianti della riva di San Simon per la diminuita clientela – il che documenta l’utilità del ponte, da qualcuno aprioristicamente contestata, mentre ogni giorno si coglie tra i passanti l’opinione diffusa di grande apprezzamento per l’estetica del manufatto.

Detto questo, permane il problema della caduta di persone sul ponte: meno di dieci, in venti giorni, sono ricorse alle cure del Pronto Soccorso dell’Ospedale, come ha puntualizzato il primario, il quale ha pure ricordato che ogni settimana sono “diversi” i casi di questo tipo, visto che a Venezia le cadute sui ponti sono “naturali”. Questo, ovviamente, nulla toglie all’esistenza del problema, e al mio personale dispiacere per le persone che hanno subito contusioni o distorsioni, essendo mio quotidiano impegno quello di avere sempre particolare attenzione per garantire la massima sicurezza a tutti, sui ponti come sul selciato della città.

L’ipotesi sulla quale gli Uffici del Comune sono al lavoro è legata alla segnaletica, per aumentare il livello di attenzione degli utenti e per migliorare la percezione dei gradini, nei cambi di passo conseguenti al cambio di larghezza della pedata, attraverso puntuali elementi correttivi non invasivi: una ipotesi che ritengo meno complessa della sostituzione di parti del ponte, meno costosa, e oltretutto modulabile, suscettibile cioè di eventuali ulteriori aggiustamenti.

Per quanto riguarda, infine, il ventilato pericolo per gli ipovedenti delle estremità dei quattro parapetti, gli Uffici del Comune sono già al lavoro per installare degli appositi marcatori alla base di dette estremità”.

Con viva cortese richiesta di pubblicazione / diffusione, se possibile nel testo integrale.

Venezia, 30 settembre 2008 / lp

Calatrava: ci siam scordati i disabili (di nuovo)

Ed ecco che in occasione della visita del Calatrava, l’assessore ai Lavori Pubblici Mara Rumiz ha rilasciato una dichiarazione stampa dove si vanta del costo dell’opera ed elude completamente il problema dell’accessibilità dell’opera, dichiarando che finalmente è finita.
Grazie assessore, questa era la dichiarazione che i disabili aspettavano per avviare il contenzioso legale! Finalmente il “politically correct” ha lasciato spazio alla “sboronaggine” ed ha portato finalmente fuori il reale pensiero: ignoriamo il disabile, e bolliamolo come polemico.
Complimenti!

COMUNICATO STAMPA
Quarto ponte, l’intervento dell’assessore Rumiz
all’incontro stampa con il sindaco e Calatrava

«Abbiamo l’orgoglio di essere riusciti laddove in passato si sono arenate opere di straordinari architetti: Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Louis Kahn. Abbiamo finalmente rotto il tabù». Così, l’assessore comunale ai Lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, ha commentato la conclusione dei lavori del Quarto Ponte sul Canal Grande, aprendo l’incontro stampa a Ca’ Farsetti con il progettista del Ponte, Santiago Calatrava e il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. L’assessore ha espresso forte e sincera soddisfazione per la conclusione dell’opera, anche se manca ancora l’ovovia, che è in fase di costruzione e sarà installata tra qualche tempo. Intorno al ponte si sono addensate polemiche, critiche, clamori, ha annotato Mara Rumiz, che non ha nascosto il fatto che il ponte sia costato molto di più di quanto era stato previsto (l’appalto nel 2002 era stato per 4.074.906 euro, che diventavano 6.720.237 con le somme per rilievi, indagini, monitoraggi, attrezzature, martinetti, oneri tecnici, Iva, saliti oggi rispettivamente a 7.273.162 e 11.276.794) e che molto più lunghi sono stati i tempi per la sua realizzazione (nel 2002 erano stati previsti 456 giorni), ma ha rilevato: «Guardando quest’opera, davvero qualcuno può pensare che potesse costare quattro milioni?»
L’assessore ha detto di avere finora lavorato in silenzio, senza mai prestare il fianco a polemiche e strumentalizzazioni, ma anche di non avere alcuna intenzione di assumersi colpe che questa Amministrazione non ha; anzi, ha rivendicato con orgoglio di avere avuto una parte, una piccola parte, in questa straordinaria opera, il cui merito ha equamente distribuito tra i tanti che hanno collaborato, con un pensiero speciale per tutte le maestranze: quelle dell’Impresa Cignoni per prime, ma anche quelle delle altre imprese, Lorenzon, Fagioli, Saint Gobain, Achille Grassi, ricordando la loro capacità nel realizzare e assemblare pezzi uno diverso dall’altro: 156 tasselli in pietra d’Istria sulle basi del ponte, 300 elementi di pedata e pianerottoli in vetro, 90 pannelli dei parapetti in vetro, 420 tonnellate di struttura d’acciaio, fatta di costole anch’esse una diversa dall’altra.
Mara Rumiz ha annotato le difficoltà di realizzare un prototipo complesso, opera d’arte e struttura funzionale insieme, difficoltà derivate soprattutto dalla sottovalutazione iniziale. Ma accanto a tale complessità – ha aggiunto – ciò che è stato difficile da reggere è l’onda ostile, un’onda di piccoli numeri (il contrapposto entusiasmo che ha accompagnato il varo del ponte ne è la dimostrazione) ma ai quali è stata data un’enfasi straordinaria. «Si è parlato molto di più delle proteste che dell’opera» ha commentato. «E questo è totalmente ingiusto».
«Oltre a rispondere a una funzione di collegamento e di miglioramento della mobilità a Venezia, il Ponte – ha detto l’assessore – ha uno straordinario valore per la tutela (nel senso pieno del termine: conservazione sì, ma anche valorizzazione) della città: una città non solo con la testa rivolta allo splendido passato, ma che sa e vuole candidarsi a essere città del presente e del futuro». E ha concluso: «Proprio noi veneziani, che abbiamo la responsabilità di conservare lo straordinario patrimonio artistico, storico, architettonico, ambientale che abbiamo ereditato, abbiamo l’obbligo di consegnare a chi verrà dopo di noi il segno più alto dell’architettura contemporanea».
Alle “enormi difficoltà” di stimare con esattezza i costi di un’opera d’arte architettonica in sede di preventivo ha fatto accenno anche il sindaco Cacciari, il quale ha citato l’esempio della grande differenza tra preventivo e costo finale delle opere di Carlo Scarpa, che era stato ricordato da Calatrava; «siamo tranquillissimi» ha aggiunto, con riferimento alle indagini della Magistratura contabile «perché sappiamo le ragioni degli aumenti dei costi». «Tutte le carte ci confortano: il ponte non poteva costare di meno» ha continuato, e ha aggiunto: «Sfidiamo qualunque osservatore imparziale a guardare il ponte, i materiali usati, le tecniche di lavorazione e, a meno che non sia in totale malafede, dirà che il ponte non poteva costare di meno!».

Venezia, 2 settembre 2008 / lp