Momenti di m…area

Capita che oggi, 11 novembre, a Venezia è una domenica di festa, dedicata a San Martino: i bambini veneziani, da ben prima dell’americano Halloween, vanno in giro per la città con pentole e mestoli a cantare una canzone e a chiedere in cambio dolciumi. Oggi, pure loro, hanno dovuto desistere.

Acqua alta, qualcosa secondo cui i media televisivi i veneziani convivono senza problemi e pure sorridono, mentre è un reale problema di vivibilità cittadina. Acqua alta, un problema di centimetri che possono cambiare la vita di una persona.

Per chi non lo sapesse, i veneziani in questo periodo leggono costantemente il cosiddetto bollettino delle maree che indica i livelli previsti dall’ufficio maree del Comune di Venezia che è presente anche su twitter. Per non farci mancare nulla, esiste un ulteriore ufficio con stesse funzionalità ma in carico all’ISPRA, che produce chiaramente dati differenti. Di norma quindi, quando la sera prima come in questo caso prevedono 120cm sul livello del mare, ci si aspetta un paio di ore prima dell’evento di marea eccezionale il suono delle sirene (nel sito del Comune la spiegazione e pure la simulazione, così capite cosa proviamo spesso di notte, in particolare il sottoscritto che ha una delle sirene vicino a casa…). E’ importante chiarire che il livello previsto è un punto vitale: ci sono zone della città che a 120 cm vanno sotto, altre invece (comprese quindi case, negozi, studi, ecc.) che reggono entro i 130 cm, altre entro i 140 cm e così via.

Oggi invece il caos. Suonano le sirene alle 5.30 di mattina annunciando con diverse tonalità di suoni il raggiungimento della marea 130…. e dopo un’ora risuona nuovamente, annunciando la marea a 140. Oramai sveglio mi alzo e verifico che è successo, visto che da giorni la gente (in particolare i pescatori) annunciavano maree eccezionali mentre il Comune – anche in discussioni su Facebook in cui partecipava anche il DG – parlava di inutili allarmismi.

Tanto tuonò che piovve, e oltre alla pioggia una serie di fatti “storici” hanno causato questo danno che è finito su tutti i TG e domani sarà su tutti i giornali. A questo punto c’è da chiedersi: come hanno gestito i dati e le informazioni?

Va premesso che il Comune ha una serie di sensori in giro per la laguna che automaticamente forniscono informazioni aggiornate ogni 5 minuti, disponibili sia in formato grafico che in formato tabellare. Va anche premesso che esiste una app dedicata chiamata Hi!Tide disponibile per Iphone e Android che recupera anch’essa dei dati ma che si pianta (come da dichiarazione del comune) quando supera i 3 mila utenti contemporanei. Va infine premesso che come nelle occasioni precedenti, il sito del comune è andato fuori uso a causa – dicono – delle troppe risorse che “inglobano” il grafico delle maree e che sono state diffidate (!!!) dal farlo, ossia sono state invitate a copiarsi il grafico anziché mostrare quello in normalissimo formato jpg.

Dopo tutte queste premesse va capito cosa non ha funzionato. Nell’immagine qui sotto riportata è chiaro che l’ufficio competente ha diramato dei dati tramite il sito del Comune alle ore 5.30 con marea prevista per cm. 130 mentre il canale twitter ha diramato alle ore 5.33 informazione su 120 cm.

Dati discordanti provenienti dal medesimo ufficio

Il canale twitter era l’unica ricorsa “sempre operativa”, vista la certezza della funzionalità della piattaforma testata qualche giorno fa con le elezioni americane. Purtroppo la scelta di comunicazione dell’amministrazione ha portato a non considerarla, lasciando una serie di invii di messaggi automatici con previsioni oramai non attuali, senza alcun presidio “umano” per tutta la giornata (ancora adesso alle ore 18.36 che scrivo questo pezzo risultano notifiche di dati non aggiornati). Bisogna pure aggiungere che il servizio di informazioni via e-mail è fallace: il messaggio di notifica delle condizioni avverse previste per le ore 8.40 è pervenuto in e-mail alle ore 10.05 mentre alle 9.48 il messaggio su twitter (unico) su livello rosso.

Mi sono pertanto permesso di fare il cittadino attivo ed ho aperto un hashtag su twitter “#mareavenezia” popolando con tweet ogni 5 minuti prelevando le informazioni dalle tabelle pubblicate automaticamente dai sensori di rilevazione, fino alle ore 12.00 in cui la situazione ha iniziato a normalizzarsi.

Devo dire che sono particolarmente incazzato su quanto è successo, non tanto per i comunicati ufficiali dell’ente Comune, quanto per l’inadeguato utilizzo dei canali di comunicazione istituzionali, della poca conoscenza del mezzo “internet” e della sua gestione. Tralasciando ogni commento sul “divieto di linkare il grafico delle maree”, punto il dito sulla totale inadeguatezza della gestione degli altri canali: il sito Web che si “siede” dopo un non ben precisato numero di utenti, il canale twitter non presidiato e la totale assenza del canale facebook nonostante – ripeto – esistano decine di sensori che pubblicano informazioni tabellari e che possono quindi essere inviate a twitter con lo sviluppo a costi irrisori di servizi ad hoc fruibili da chiunque e senza problema di limitazione delle risorse contemporanee ad un misero valore di 3 mila utenti (che per una città che fa decine di migliaia di visitatori al giorno è un po’ una presa per i fondelli…). Per finire al caos totale si aggiunge la confusione mentale pure di chi si occupa delle news del comune che ha erroneamente parlato di “domenica 12 novembre” nel comunicato stampa ufficiale.

Notizia dal sito del Comune di Venezia

Come dice giustamente l’amico Gigi Cogo, il problema è che nella PA si vuole fare “informatica” senza spesso averne le competenze nonostante la presenza di società in-house che dovrebbero garantire le competenze mancanti. Fare comunicazione specie in momenti di crisi è essenziale, ed è necessaria la padronanza di tali strumenti come la padronanza richiesta a chi governa una barca. La comunicazione sociale non si improvvisa, si programma, si coinvolgono i cittadini e si cerca di risolvere i problemi. Ed evitiamo la continua cantilena che non ci sono soldi per garantire il servizio, mentre vi è disponibilità di oltre 2500 euro per garantire al Sindaco la fruibilità delle notizie ANSA regionali nel suo IPhone (Determinazione Dirigenziale n. 2090/2012 del 7 novembre 2012).

Il Comune ha una serie di sensori: perché non pubblicare questi dati in formato riutilizzabile (vista anche la delibera opendata promossa dal gruppo facebook opendatavenezia) e integrare la pubblicazione dei medesimi su social media come twitter, con specifici hashtag, con garanzia di una costante disponibilità in rete di informazioni aggiornate? Se molti comuni cominciassero ad utilizzare twitter per dare informazioni di servizio (e da un canale come ICPSMVenezia mi aspetto informazioni di servizio) anziché utilizzarlo per mera diffusione di comunicati stampa, sarebbe cosa buona e giusta, dando magari una letta ai vademecum dedicati all’uso dei social media nella PA ed alla qualità dei siti Web delle PA. Tra l’altro, per concludere, va fatto notare la confusione nelle licenze d’uso: il sito del comune prevede il copyright su tutto, la sezione del sito delle maree prevede Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5, il che significa che un quotidiano, ad esempio, non potrebbe riportare alcuna informazione sulle maree. E l’Opendata dov’è finito?

Trasparenza al Comune di Venezia: le determinazioni sono on line!

Il 4 settembre 2012 è una data da ricordare: cerchiamo di capire perché. Qualche mese fa, nell’aprile 2012, ho scritto un piccolo intervento sulle problematiche di trasparenza amministrativa del comune di Venezia, iniziando una vera e propria battaglia per la trasparenza amministrativa. Come ben sa chi mi conosce, a causa di brutte frequentazioni con legulei ed esperti Web della PA, mi sono appassionato della tematica della comunicazione istituzionale nel Web e della trasparenza amministrativa per diffondere la cultura dell’inclusione digitale all’interno delle PA.

Da qui è partita quindi la (all’inizio) personale battaglia per la trasparenza degli atti amministrativi con la richiesta di pubblicare on line all’albo pretorio anche le determinazioni dirigenziali (come tra l’altro previsto dalla vigente normativa e ribadito pure da parere del Ministero dell’Interno), a cui via via si sono susseguite una serie di vicessitudini, tra cui votazione del consiglio comunale contro la trasparenza amministativa, interrogazioni di consiglieri sia di maggioranza  (Jacopo Molina) che dell’opposizione (Sebastiano Costalonga), mie richieste di intervento a CIVIT e Ispettorato della Funzione Pubblica, fino ad arrivare ad un esposto in procura e alla corte dei conti). La tematica della trasparenza ha interessato anche la stampa locale oltre che all’evento ForumPA in cui ho avuto modo di tenere un intervento con richiesta di estendere l’operazione trasparenza non solo agli atti amministrativi ed alle consulenze ma a tutte le forniture fatte dalle PA, cosa accolta dal Governo all’art. 18 del decreto 83/2012, che obbliga le PA dal 1 gennaio 2013 a dedicare una nuova sezione all’interno del sito Web in cui mantenere uno storico delle informazioni inerenti le spese della PA per acquisti, sovvenzioni, ecc. (al fine di rendere reperibili tali informazioni per il periodo successivo all’esposizione delle determinazioni all’albo pretorio).

Dal 4 settembre 2012 finalmente anche il mio comune ha iniziato a pubblicare le determinazioni, partendo dal progressivo 1961 il che fa presumere la possibilità di un aggiornamento dell’archivio con le 1960 determinazioni emanate nell’anno in corso, considerando altresì che per tornare completamente a norma di legge dovrebbero quantomeno pubblicare anche l’archivio del 2011, a partire dal 1 gennaio 2011. A breve dovrebbe inoltre essere resa disponibile la nuova sezione dedicata all’applicazione dell’art. 18 del decreto 83/2012 ovvero:

Art. 18 – Amministrazione aperta
1. La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere di cui all’articolo 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241 ad enti pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicita’ sulla rete internet, ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilita’ totale di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

2. Nei casi di cui al comma 1 ed in deroga ad ogni diversa disposizione di legge o regolamento, nel sito internet dell’ente obbligato sono indicati: a) il nome dell’impresa o altro soggetto beneficiario ed i suoi dati fiscali; b) l’importo; c) la norma o il titolo a base dell’attribuzione; d) l’ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del relativo procedimento amministrativo; e) la modalita’ seguita per l’individuazione del beneficiario; f) il link al progetto selezionato, al curriculum del soggetto incaricato, nonche’ al contratto e capitolato della prestazione, fornitura o servizio.

Questo articolo è particolarmente interessante in quanto al comma 5 sancisce che:

A decorrere dal 1º gennaio 2013, per le concessioni di vantaggi economici successivi all’entrata in vigore del presente decreto-legge, la pubblicazione ai sensi del presente articolo costituisce condizione legale di efficacia del titolo legittimante delle concessioni ed attribuzioni di importo complessivo superiore a mille euro nel corso dell’anno solare previste dal comma 1, e la sua eventuale omissione o incompletezza e’ rilevata d’ufficio dagli organi dirigenziali e di controllo, sotto la propria diretta responsabilita’ amministrativa, patrimoniale e contabile per l’indebita concessione o attribuzione del beneficio economico. La mancata, incompleta o ritardata pubblicazione e’ altresi’ rilevabile dal destinatario della prevista concessione o attribuzione e da chiunque altro abbia interesse, anche ai fini del risarcimento del danno da ritardo da parte dell’amministrazione, ai sensi dell’articolo 30 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104.

Questo comunque è già un passo avanti, se la pubblicazione come sembra riguarda tutte le determinazioni e non solamente quelle di spesa: per il pregresso sarà la politica e i soggetti già interessati nel caso a verificare eventuali responsabilità per omissioni di pubblicazione. Si tratta finalmente di un riconoscimento della legalità rispetto all’errata interpretazione della norma da parte del Sindaco che ha portato alla oramai famosa votazione del consiglio comunale.

Come cittadino dico quindi grazie a chi ha capito e ha riconosciuto l’errore ed è intervenuto per rimuoverlo.

 

Trasparenza al Comune di Venezia: esposto e risposta del DG

Intervento a Rete Veneta – TG di Venezia

Il 2 luglio 2012, assieme a Sebastiano Costalonga abbiamo fatto il punto, alla presenza di giornalisti e di consiglieri comunali, sull’amena situazione riguardante la trasparenza amministrativa del comune di Venezia. In tale occasione è stato fatto notare che ad oggi, nonostante mozioni, interrogazioni, lettere di cittadini, parere del ministero dell’Interno,  l’amministrazione comunale non ha ancora adeguato a norma di legge la pubblicazione degli atti amministrativi all’albo pretorio (assenza totale delle determinazioni dirigenziali) e neppure i contenuti minimi previsti per le consulenze.

Durante la conferenza è stato fatto notare – grazie alla parziale pubblicazione dei dati relativi alle consulenze – come in un periodo di spending review, l’amministrazione comunale ha speso in consulenze nei primi sei mesi dell’anno l’equivalente speso nel totale del 2011.

Al termine della conferenza, facendo altresì presente il perdurare degli illeciti, è stato presentato il testo dell’esposto alla Procura della Repubblica (per valutare eventuali responsabilità in ambito penale) e alla Corte dei Conti (per valutare eventuali responsabilità in ambito amministrativo, stante che la mancata pubblicazione on line delle determinazioni all’albo pretorio per 15 gg. non consente il termine del procedimento amministrativo).

A seguito della conferenza, sul Corriere della Sera edizione Venezia è uscita la replica del Direttore Generale del Comune di Venezia, Marco Agostini, il cui curriculum vitae è l’unico non presente comparso solo ora nell’elenco previsto dalle normative sulla trasparenza, mentre il compenso (al 2010) è ben chiaro. Riporto di seguito la dichiarazione.

“Le consulenze sono tutte già nel sito.” […] “Finora era obbligatorio mettere on line solo le delibere” – dice Agostini – anche perché altrimenti, se le cose fossero già così, non si spiegherebbe il decreto del Ministro.” […]

In relazione alle consulenze, sono chiaramente già nel sito solamente che non sono pubblicate nei tempi previsti dalla Finanziaria 2008 e nei modi previsti dalla medesima finanziaria e dalla delibera CiVIT 105/2010. La seconda parte ha invece del comico: il Direttore Generale confonde l’obbligo (a partire dal 1 gennaio 2013) di pubblicazione di una serie di informazioni relative alla trasparenza amministrativa nella scelta dei fornitori, rispetto all’obbligo già esistente (ribadito dal Consiglio di Stato già nel 2006 e dal parere del Ministero dell’Interno del 2 gennaio 2012) di pubblicare le determinazioni all’albo pretorio per 15 giorni.

Come cittadino ora mi chiedo: può permettersi una città come Venezia una gestione amministrativa che non conosce minimamente i principi basilari della pubblicità legale? Che danno sta creando ai procedimenti amministrativi questa gestione totalmente al di fuori dei dettami normativi? E volendo andare oltre: la delibera 4/2010 del CIVIT prevede la valutazione di tutte queste cose da parte dell’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione. Dove sono, nel sito Web dell’amministrazione, i report di tale organismo?

Aggiornamento

Il consigliere Costalonga ha presentato assieme ad altri consiglieri comunali una mozione di sospensione e sostituzione del Direttore Generale.

Trasparenza al Comune di Venezia: parte terza

Risposta di CIVIT

Dopo il primo articolo sulla mancata trasparenza amministrativa e l’aggiornamento sulla situazione a seguito della mia lettera, vorrei aggiornare chi mi segue di quanto è successo sino ad ora dopo l’invio della mia richiesta di delucidazioni al comune (13 aprile 2012) e successivo inoltro del materiale sia all’Ispettorato Funzione Pubblica che al CIVIT:

  1. L’URP del Comune di Venezia mi ha risposto subito (ricevuta in data 13 aprile 2012) informandomi dell’inoltro della richiesta alla Direzione affari generali (Referente: Carlo Salvatore Sapia) e che “L’Ufficio competente provvederà a comunicarLe l’esito della verifica attuata e delle eventuali attività messe in atto a seguito della Sua segnalazione”. Già dalla pagina della direzione (dove l’organigramma è formato da un bel powerpoint senza recapiti e da un PDF senza durata dei procedimenti e con un bel “Pagina in aggiornamento, a breve la versione definitiva.”) mi verrebbe voglia di segnalare l’ennesima violazione della normativa vigente in materia di trasparenza, ma per ora mi trattengo. Ad oggi comunque, nonostante siano già passati oltre 30 giorni (tempo previsto dalla normativa per una risposta da parte dell’amministrazione, ove non diversamente specificato), l’amministrazione non ha fornito risposta: forse non sanno che a prendersela comoda si rischia, e non poco.
  2. Ho tenuto un intervento ad un interessante seminario durante ForumPA il 16 maggio 2012 dal titolo “Lo stato d’arte dell’operazione trasparenza” dove ho avuto modo di potermi confrontare con rappresentanti della Funzione Pubblica, del CIVIT e del Garante Privacy – quest’ultimo incredulo sulla votazione del Consiglio Comunale di Venezia che ha posto il problema della “privacy” come impossibilità di pubblicare le determinazioni. Filippi è stato chiaro: la privacy spesso è un finto ostacolo. Alla fine del convegno ho capito che non sono io il pazzo… se volete convincervi pure voi, ascoltatevi gli interventi del mio panel.
  3. CIVIT mi ha risposto! Dopo un ulteriore sollecito inviato a CIVIT e all’Ispettorato Funzione Pubblica, solo CIVIT (per ora) mi ha risposto informandomi che, prendendo atto della segnalazione CIVIT “ha chiesto riscontro direttamente all’ente citato al fine di acquisire elementi utili alla fase istruttoria […]”. Resto quindi in attesa di sapere qualcosa da Funzione Pubblica, visto che pure nel loro caso il termine di 30 giorni è ben che superato…

Ho avuto modo inoltre in questo periodoo di approfondire le Linee programmatiche di Mandato 2010-2015:

Lunedì 19 luglio, con 23 voti favorevoli, 5 astenuti e 10 contrari, sono state approvate dal Consiglio Comunale di Venezia le Linee Programmatiche di Mandato 2010-2015 elaborate dal Sindaco Giorgio Orsoni in ottemperanza al comma 7 dell’art 5 bis dello Statuto del Comune di Venezia.

Perché è interessante il documento? Per il contenuto a pag. 29, intitolato “Semplificazione e trasparenza amministrativa”, di cui evidenzio alcune parti in grassetto e lascio a voi le conclusioni…

I cittadini devono poter conoscere sempre e senza filtri l’operato di chi li amministra. Razionalizzare e semplificare sono le parole d’ordine per migliorare il livello di trasparenza e di efficienza dell’intera macchina comunale e conseguentemente favorire la partecipazione all’esercizio delle funzioni amministrative anche attraverso la ridefinizione del ruolo delle Municipalità. E’ necessario operare una drastica semplificazione delle procedure amministrative. Tutti i procedimenti devono essere trasparenti e tracciabili, in tempi certi, perché i cittadini conoscano con chiarezza doveri e diritti in merito ai singoli atti. Una fra le primissime azioni di questa amministrazione è stata la riorganizzazione della macchina comunale. Un’operazione complessa e delicata che ha ridotto le posizioni di vertice e razionalizzato le competenze. Una “riforma” che da troppo tempo non si affrontava i cui frutti, sono convinto, si vedranno presto in termini di semplificazione ed efficienza. […].

I prossimi passi? Attenderò fino a metà giugno e poi mi rivolgerò al Difensore Civico Regionale, informando altresì gli organi competenti per valutare eventuali sanzioni per le mancate risposte. Per capire come funziona a Venezia vi consiglio poi lo speciale Off the Report “Mercanti di Venezia” andato in onda oggi.

Trasparenza al Comune di Venezia: siamo alla farsa

La situazione dopo il primo articolo sulla mancata trasparenza del Comune di Venezia è diventata di particolare interesse anche per la stampa locale, in particolare l’interpretazione del Sindaco, che ha votato ed ha fatto votare la maggioranza contro una legge dello Stato, sulla necessità di non pubblicare le determinazioni “perché non consentito dalla legge” (???) e soprattutto per il fatto che il “cittadino qualunque”, a suo dire, ha meno diritto all’accesso rispetto – ad esempio – ai consiglieri comunali (i quali, tra l’altro, si sono lamentati nell’oramai storico consiglio comunale del 21 dicembre 2012 proprio riguardo l’impossibilità di accedere a tali atti).

Nei giorni scorsi ho fatto un giro per i siti Web di alcune amministrazioni, verificando che la maggior parte dall’estremo nord all’estermo sud del paese pubblicano le determinazioni dirigenziali (chi correttamente, pubblicando tutto il documento e chi furbescamente pubblica un mero elenco con numero e titolo delle determinazioni).

Alcuni esempi. Partiamo dal Veneto, dai grandi comuni:

  • Belluno male… pubblica solo allegati di delibere di giunta. Per tutto il resto, solo burocratici riferimenti.
  • Rovigo pubblica le determinazioni, così come gli altri atti previsti dalle vigenti normative.
  • Treviso pubblica le determinazioni anche se – a prima analisi – sembrano esserci dei “salti” di pubblicazione.
  • Verona si presenta con tutti gli atti in regola, determinazioni di qualsiasi genere (comprese spese minute quali acquisti proiettori in economia, ecc.).
  • Vicenza non va bene… all’albo pretorio pubblica l’elenco delle determinazioni, senza pubblicarne il testo (e quindi per poter vedere le determinazioni è necessario fare accesso agli atti).

Usciamo ora dal Veneto e facciamo un giro a campione di grandi città:

  • Bari pubblica le determinazioni, mantenendo un corposo archivio storico.
  • Cagliari riporta le determinazioni e gli atti di giunta/consiglio.
  • Firenze pubblica le determinazioni, così come gli altri atti obbligatori per legge.
  • Un plauso a Milano per l’albo pretorio. Le determinazioni così come altri atti sono on line.
  • Napoli (che usa lo stesso CMS di Venezia per il sito, mentre venezia usa un prodotto “fatto in casa” per l’albo) ha le determinazioni on line.
  • Palermo è più trasparente di Venezia. Determinazioni tutte on line.
  • Anche Roma si dimostra più trasparente di Venezia. Le determinazioni dirigenziali sono on line.
  • Torino infine pubblica le determinazioni dirigenziali così come tutti gli altri atti.

Come si può notare, Venezia è tristemente in coda alla classifica. Ma il mio comune qualcosa ha fatto! Eh si, un intervento di alto impatto tecnologico e volto alla trasparenza amministrativa. Ha modificato l’immagine di apertura della sezione delle deliberazioni on line, rimuovendo la pericolosa ed eversiva immagine contenente la dicitura “determine” e sostituendola con un più idoneo fascicolo anonimo, pieno di carta bianca e gialla, proprio per ribadire il concetto che ciò che sta nei fascicoli non è “roba per cittadini qualunque”.

Confronto tra immagine precedente e immagine attuale. Immagine attuale non ha voce determine

Ma in fin dei conti, è ciò che ha dichiarato il sindaco (che, ricordo, è avvocato e docente universitario in diritto amministrativo).

Voi tutti sapete che l’accesso agli atti è riservato a chi vi ha interesse, solo chi vi ha interesse può accedere agli atti e deve dimostrare l’interesse, primo. Secondo. Non è ammissibile un accesso per un controllo generico sulla legittimità degli atti dell’Amministrazione, ma deve essere di volta in volta esplicitato non solo l’interesse della persona, ma anche i motivi per cui si chiede l’accesso. […]

Quindi mi dispiace, per carità sono per la massima trasparenza nell’amministrazione, ma vi sono delle limitazioni che ci pone la Legge stessa, che andremmo a infrangere se seguissimo questo orientamento. […]

Un conto è il diritto dei Consiglieri all’accesso agli atti, un conto è prendere tutti gli atti e distribuirli così: sono due cose completamente diverse… (intervento fuori microfono) certo, tutti i Consiglieri hanno diritto di accedere agli atti e non devono dimostrare l’interesse che, invece, deve dimostrare il cittadino qualunque. Questa è la differenza.

Per chi desidera approfondire sentendo le parole direttamente dal sindaco, ecco il collegamento per accedere all’inaccessibile/incondivisibile archivio video del comune.

Bel colpo, cara amministrazione comunale! Continuiamo così, cara amministrazione, sempre in linea con il pensiero oscurantista del sindaco, sempre più simile alla città di Gerico. E i consiglieri comunali? Beh, dopo aver condiviso la lista su facebook e sui principali social network cittadini, chiedendo – ove presenti – di spiegare le motivazioni del loro voto, silenzio assoluto…