Trasparenza: siamo ancora al muro di gomma?

Vivo nella città più bella del mondo, Venezia. Una città in cui grazie a scelte politiche illuminate si sono avviate iniziative di partecipazione attiva dei cittadini al miglioramento della qualità di vita e di innovazione in ambito digitale. Il merito va senz’altro alla testardaggine dell’ex vice sindaco Michele Vianello (ora direttore del VEGA, il Parco Tecnologico dell’entroterra veneziano).

Vivo però anche in una città in cui l’applicazione delle normative sulla trasparenza amministrativa vengono “interpretate” non nell’ottica della totale limpidezza dell’azione amministrativa ma nell’ottica di non ben definiti concetti di “privacy” (che, come vedremo di seguito, sono tutt’altro che in linea con le indicazioni del garante privacy per i dati delle PA).

Il fatto

Qualche giorno fa ho scritto alla mia amministrazione comunale (e sottolineo il mia, in quanto è amministrazione che opera per fornire informazioni e servizi ai cittadini), utilizzando l’ottimo sistema di segnalazione on line dell’URP (altra perla dell’amministrazione comunale: sempre rapidi, competenti, cordiali).

In sintesi (per chi è interessato al dettaglio, può leggere il documento PDF della lettera inviata), ho richiesto delucidazioni in merito alla mancata accessibilità dei documenti all’albo pretorio, all’assenza dei curricula e compensi degli amministratori all’interno della sezione “trasparenza, valutazione e merito” nonché sulle mancanze e incongruenze nelle date di assegnazione delle consulenze (attualmente “migliorata”, ma sino a qualche mese fa la determinazione di incarico risultava essere fatta dopo l’esecuzione dello stesso). Ho chiesto sempre delucidazioni in merito a situazioni come quella rappresentata di seguito, ovvero la pubblicazione di delibere di giunta “a salti”.

Delibere di giunta, con "salti" numerici (nell'esempio in particolare dalla 127 si passa alla 136)

I fatti precedenti, e successivi

Successivamente in discussioni nate su Facebook ed a seguito di un articolo comparso sulla stampa locale, il consigliere comunale Sebastiano Costalonga mi ha fatto presente che il consiglio comunale aveva votato contro una sua proposta che richiedeva al sindaco “per le premesse indicate di farsi carico affinché tutte le Direzioni provvedano alla puntuale e precisa pubblicazione di TUTTI GLI ATTI AMMINISTRATIVI comprese tutte le DETERMINA dirigenziali con la pubblicazione on-line (come indicate dalla Legge 18 giugno 2009 n. 69 art. 32 “disposizioni in materia di Trasparenza Amministrativa)”.

Potete capire come lo stupore mi ha colpito quando, sempre grazie a Costalonga, ho potuto leggere un estratto del verbale con cui il sindaco Giorgio Orsoni (avvocato dal 1972, specializzato in diritto amministrativo e docente della medesima materia all’università di Ca’ Foscari a Venezia) invita la propria maggioranza a votare contro (si tratta del verbale stenografico dell’intervento del sindaco non ancora approvato dal consiglio comunale).

Tratto dal Verbale della Seduta del Consiglio Comunale del 21.12.2011, ecco l’intervento del Sindaco prima del voto della Mozione nr. d’ordine 923: ORSONI – Sindaco: Io devo dirvi che questa richiesta ha degli aspetti di problematicità non indifferenti, perché dire d’emblée “si pubblicano tutti gli atti amministrativi” è contrario alla norma sull’accesso agli atti. Voi tutti sapete che l’accesso agli atti è riservato a chi vi ha interesse, solo chi vi ha interesse può accedere agli atti e deve dimostrare l’interesse, primo. Secondo. Non è ammissibile un accesso per un controllo generico sulla legittimità degli atti dell’Amministrazione, ma deve essere di volta in volta esplicitato non solo l’interesse della persona, ma anche i motivi per cui si chiede l’accesso. Se noi andassimo a rendere pubblici tutti gli atti amministrativi, andremmo contro questa norma, cioè la norma che prevede la dimostrazione di interesse, primo. Secondo. Vi sono delle norme, in particolare in materia per esempio di appalti, quelle che riguardano i progetti, le privative, ci possono essere delle questioni che riguardano la riservatezza, che sono coperte da riservatezza, riguardano dati sensibili etc., che ovviamente non possono essere date, non possono essere rese accessibili, quindi un generale obbligo di pubblicazione di tutti gli atti amministrativi vanificherebbe queste norme. Quindi mi dispiace, per carità sono per la massima trasparenza nell’amministrazione, ma vi sono delle limitazioni che ci pone la Legge stessa, che andremmo a infrangere se seguissimo questo orientamento. Magari la cosa la possiamo studiare, nel senso di rendere più accessibili e pubblicabili delle categorie di atti e su questo potremmo ragionare, ma non possiamo accettare una pubblicabilità indiscriminata di tutti gli atti amministrativi. Un’altra cosa: metterli on line non sono i Consiglieri, sono due cose diverse, i Consiglieri possono accedere.

ORSONI – Sindaco: L’ora è tarda e francamente l’argomento meriterebbe un approfondimento più serio. Un conto è il diritto dei Consiglieri all’accesso agli atti, un conto è prendere tutti gli atti e distribuirli così: sono due cose completamente diverse… (intervento fuori microfono) certo, tutti i Consiglieri hanno diritto di accedere agli atti e non devono dimostrare l’interesse che, invece, deve dimostrare il cittadino qualunque. Questa è la differenza.

C’è anche il video a riguardo. A voi la verifica.

Aggiornamento

Inserisco direttamente un modulo html per la ricerca del video in quanto il sistema di pubblicazione dei video dell’amministrazione comunale è talmente “trasparente” da impedire sia la condivisione in rete dei video (utilizzando tra l’altro un formato video proprietario), nonché la condivisione degli indirizzi web diretti ai singoli interventi (i cosiddetti file .asx).

Chiaramente come cittadino e non giurista lascio ai “legulei” l’interpretazione di quanto detto dal Sindaco che – a mio personale parere – necessita di un aggiornamento formativo nella materia di cui è docente. Mi par chiaro che se un’amministrazione non pubblica minimamente il riferimento degli atti, il cittadino non ha alcuna possibilità di conoscerne l’esistenza e quindi di impugnarli (nei tempi previsti dalla legge).

Senza andare troppo nei dettagli, evitando quindi di di citare delibere CIVIT in materia (basta leggere solo la 105/2010 e la 2/2012), riporto due documenti a mio avviso fondamentali per far capire cosa va pubblicato e come:

  • Linee guida garante privacy – Linee guida in materia di trattamento di dati personali contenuti anche in atti e documenti amministrativi, effettuato da soggetti pubblici per finalità di pubblicazione e diffusione sul web – 2 marzo 2011
  • Vademecum 2011 – modalità di pubblicazione documenti all’albo on line;

Chiaramente, lottando da tempo per la tematica di e-inclusion, trasparenza e innovazione nelle PA, questa cosa non mi è andata proprio giù ed ho ritenuto utile informare dell’amena situazione anche chi per lavoro deve vigilare in tal senso (ovvero l’ispettorato per la funzione pubblica e la commissione CIVIT, rigorosamente via PEC). Vorrei allo stesso tempo fosse chiaro che la mia non è una lotta personale verso l’amministrazione comunale (che ha la “sfortuna” di avermi come residente), quanto verso la diffusa idea che taluni atti siano proprietà dell’amministrazione.

Concludo con una nota di colore: nella pagina di accesso agli atti amministrativi del comune di Venezia, compare un’immagine con dei post-it che rappresentano gli atti da pubblicare… guardate cosa c’è tra gli atti 😉

Immagine contenente gli atti da pubblicare, tra cui figura "determine"