Il bollino blu? Lasciamolo alla banana!

Dal bollino blu, al libro bianco al "bignami" delle WCAG: siamo proprio alla frutta

Torno oggi da Roma dove ieri, 5 marzo 2003, si è svolto il convegno "Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi" promosso dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie.

Tutto comincia alle ore 9.30, vicino alla Camera dei Deputati, in Vicolo Valdina 3A (penso che il 3A, livello massimo di accessibilità definito dal progetto WAI per le varie raccomandazioni, sia puramente casuale ma significativo…).

Lo scenario è certamente entusiasmante: una sala (Sala del Cenacolo) nella quale erano raccolti alcuni dei maggiori esponenti politici e della comunicazione televisiva italiani: Maurizio Costanzo, Pier Ferdinando Casini (Presidente della Camera), Rocco Buttiglione (Ministro Politiche Comunitarie), Roberto Maroni (Ministro del Lavoro), Antonio Guidi (Sottosegretario Ministero della Salute) Lucio Stanca (Ministro Innovazione e Tecnologie) Appena entrato sono andato subito a salutare i "nostri" Campa e Palmeri, ricevendo tra l’altro i complimenti per il disegno di legge anche dal Ministro Maroni.

Un dettaglio di quanto accaduto è presente nel sito dell’Associazione PuntoIT (www.puntoit.org) la quale si sta attivando molto per promuovere il nostro disegno di legge e che ha ricevuto i ringraziamenti anche dal sottoscritto (come rappresentante IWA) per il lavoro di promozione svolto sino ad ora.

Non voglio dilungarmi molto sul Convegno ma su quanto si può trarre da due iniziative: il libro bianco e l’accenno al progetto di legge del Ministro Stanca con il fantomatico "bollino blu".

Il Libro Bianco è disponibile in formato PDF all’interno del sito del Ministro dell’Innovazione (mi sono sempre chiesto per quale motivo gli altri ministeri si chiamano Ministeri mentre nel sito http://www.innovazione.gov.it/ si parla di Ministro per L’innovazione e Tecnologie…).

Durante il viaggio di ritorno in treno verso Venezia, ho avuto modo di leggere tale documento che – in alcune parti – mi ha fatto letteralmente "accapponare la pelle".

Il libro bianco è stato predisposto dalla "Commissione Interministeriale sullo sviluppo e l’impiego delle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli" istituita il 31 maggio 2002 con tra l’altro la seguente finalità:

"Entro tre mesi dalla data del presente decreto, la Commissione predispone, sulla base delle audizioni e delle proprie valutazioni, un rapporto conclusivo accompagnato da un documento programmatico che sarà sottoposto all’attenzione del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro della salute".

Sempre dal documento istitutivo della Commissione, risulta che:

Ai fini dello svolgimento dei propri compiti, la Commissione effettua una attività conoscitiva delle problematiche e delle opportunità legate all’utilizzo delle tecnologie ICT a favore dei disabili, degli anziani e di altre categorie deboli procedendo all’audizione di un campione significativo dei seguenti comparti:

  • amministrazioni centrali
  • regioni ed enti locali
  • organismi internazionali ed europei (UE)
  • università, enti e istituti di ricerca
  • enti previdenziali
  • associazioni maggiormente rappresentative delle categorie dei disabili, degli anziani e di altre categorie deboli
  • operatori del settore e associazioni rappresentative degli stessi
  • organizzazioni del terzo settore

Dal libro bianco, al capitolo 4, risultano effettuate le seguenti audizioni:

  • AIPA (www.aipa.it)
    All’audizione ha preso parte il prof. Carlo Batini, Presidente AIPA
  • ASPHI (www.asphi.it)
    All’audizione hanno preso parte il dott. Carlo Gulminelli, Vice Presiedente, l’Ing. Andrea Magalotti, segretario generale e l’ing. Giorgio Sommi, esperto
  • Confindustria (www.confindustria.it)
    All’audizione ha preso parte l’int. Davide Cervellin, alla data dell’incontro Presidente della Commissione Disabili
  • FAND (web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/unmssedecentrale/fand.htm)
    All’audizione hanno preso parte il dott. Amir Zuccalà, Ente Nazionale Sordomuti, il dott. Antonio Boetani, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, e il dott. Vincenzo La Francesca, Direttore Centro Nazionale Tiflotecnico
  • Fondazione Don Gnocchi (www.dongnocchi.it)
    All’haudizione hanno preso parte l’ing. Alberto Negrini, Responsabile Sistemi Informativi e Qualità, e il dott. Saverio Lorini, Sviluppo e Formazione Professionale
  • IBM (www.ibm.com/it)
    All’audizione hanno preso parte Mr. Julien Ghez, Direttore EMEA dell’Accessibility Center, l’ing. Daniela Troina, Direttore del settore pubblico IBM per l’Area Sud Europa, e l’ing. Luca De Stefanis, Responsabile centro per l’eBusiness innovation in Italia
  • IFAC / CNR  – Istituto Fisica Applicata "Nello Carrara" (www.ifac.cnr.it)
    All’audizione hanno preso parte il dott. Pier Luigi Emiliani, Direttore dell’Istituto, il dott. Paolo Graziani e l’ing. Laura Burzagli, ricercatori dell’Istituto
  • INAIL (www.inail.it)
    All’audizione ha preso parte il dott. Alfredo Violante, Direttore centrale Riabilitazione e protesi INAIL
  • INPS (www.inps.it)
    All’audizione ha preso parte il dott. Vittorio Crecco, Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni
  • Microsoft (www.microsoft.com/italy)
    All’audizione hanno preso parte il dott. Pierluigi Dal Pino, Southern Europe Corporate Affairs Manager, e l’ing. Fabio Falzea, Direttore della Divisione Corporate Marketing
  • Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (www.istruzione.it)
    All’audizione hanno preso parte l’ing. Alessandro Musumeci, Direttore Generale per le Tecnologie e l’Innovazione, e il dott. Mario Dutto, Direttore Generale Direzione regionale Lombardia
  • Telecom (www.telecomitalia.com)
    All’audizione hanno preso parte l’ing. Stefano Pileri, Divisione Rete Telecom, l’ing. Mario Germini, Divisione Consumer, la dott.ssa Katia Colantonio e il dott. Luca Gelli, Finsiel

Come chiaramente si potrà notare, in queste audizioni non vi sono campioni rappresentativi degli sviluppatori di prodotti e servizi e neppure associazioni di categoria (sembra strano che non sia stato consultato il CNEL a riguardo, essedoci parecchie associazione regolarmente censite nella loro banca dati). Lascia inoltre da pensare che non sia stato convocato il rappresentante italiano del Word Wide Web Consortium che – ironia della sorte – opera all’interno del CNR. Non risultano nemmeno coinvolte associazioni come l’Unione Italiana Ciechi che di fatto ha da tempo un osservatorio per il monitoraggio dei siti web coordinato dalla commissione OSI (www.gruppoosi.org) mentre è stato dato spazio a realtà commerciali come Microsoft e Telecom: a questo punto, visto che la commissione non ha rispettato le direttive interministeriali, il libro bianco è da considerarsi valido?

Questa situazione anomala si è inoltre riscontrata nello stesso convegno del 5 marzo dove, nella seconda parte del convegno, si sono presentate delle testimonianze del dott. Cervellin  e di Carlo Orlandini a nome di ASPHI e nessun intervento è stato tenuto per testimoniare lo "stato" dell’accessibilità nella Pubblica Amministrazione. Tra l’altro, per assurdo, in nessun documento presente nella cartella stampa e neppure nella brochure di invito compare il logo dell’anno europeo del Disabile e nessuno ha citato il World Wide Web Consortium (W3C) come punto di riferimento per le raccomandazioni del W3C: solamente nel progetto di legge Campa-Palmieri compare tale riferimento in modo corretto.

Passando alla lettura della parte dedicata al settore "accessibilità del web" nel capitolo 1 del libro bianco (riconoscendo di non aver competenza nelle altre materie non mi addentro in commenti ed opinioni), già a pagina 12 del libro bianco compare qualcosa che non mi quadra: nella tabella esplicativa dei tipi di disabilità, queste vengono suddivise in quattro gruppi (disabilità visiva, dell’udito, visiva e dell’udito, motoria, mentale).

Come soluzione alla disabilità visiva viene offerto il "lettore di schermo", e ciò significa che il creatore della tabella 1 non ha considerato tra i disabili visivi gli ipovedenti o di altre categorie di disabilità visive, occupandosi solamente quindi dei non vedenti e ciò può essere causato dalla mancanza di coinvolgimento della categoria associativa interessata che non risulta aver avuto audizione da parte della commissione).

Poco al di sotto di tale tabella, inizia il paragrafo intitolato: "Internet accessibile a tutti: WAI" dove per la prima volta nel documento si fa riferimento al World Wide Web Consortium (www.w3.org) di cui – ricordo – fa parte anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In tale paragrafo viene indicato quanto segue:

Perché tutti possano utilizzare la rete senza penalizzazioni dovute a disabilità, il W3C, il World Wide Web Consortium, ha promosso la WAI: Web Accessibility Initiative. Si tratta di un’iniziativa che mira ad individuare e suggerire criteri di realizzazione dei siti web tali da permettere la fruizione delle informazioni, in essi contenute, indipendentemente dalle disabilità eventualmente presenti nel soggetto.

A tale affermazione mi si sono rizzati i capelli. Purtroppo, non essendoci stata audizione di rappresentanti del W3C e/o di realtà rappresentative all’interno del W3C (in Italia sono attualmente tredici) e neppure il consulto di operatori del settore che partecipano alla creazione di queste raccomandazioni (quasi una decina di persone), si è incorsi nell’errore di assegnare l’acronimo del progetto WAI (Web Accessibility Initiative), a ciò che invece è una singola raccomandazione all’interno di questo progetto, ossia le attuali WCAG 1.0 (Web Content Accessibility Guidelines).

Nella stessa pagina è presente una ulteriore "perla":

Le persone che soffrono di disturbi epilettici sono insofferenti, secondo le più recenti ricerche, ai normali monitor; è bene che ricorrano, perciò, a schermi a cristalli liquidi. Questi schermi, però, consentono la visualizzazione delle immagini senza grandi varietà di colore, per lo più su scale di grigio, e permettono la visione su schermo con risoluzione non superiore a 800/600 pixel (più generalmente 640/480). Questo implica che un sito “accessibile” dovrebbe mantenere una
dimensione delle pagine compatibile con queste risoluzioni.

Tengo a far presente che gli schermi LCD disponibili sul mercato quanto meno sono disponibili con risoluzioni da 800 x 600 o superiori e le varietà di colore variano a partire da 65 mila colori in su: per trovare quanto indicato nel documento è necessario risalire al giurassico informatico del secolo scorso…

Passiamo al paragrafo successivo: "Internet e usabilità", un capitolo che – di fatto – andrebbe cancellato dal libro bianco per la totale erroneità delle indicazioni. Non mi soffermo più di tanto ma cito solo l’inizio del paragrafo:

I siti web vengono di solito realizzati da giovani designer, che spesso danno per scontato che tutti gli utenti abbiano una visione perfetta, un pieno controllo dei movimenti e una perfetta conoscenza di Internet.

Sono forse giovani designer quelli che hanno realizzato grossi portali della P.A.? E siamo proprio sicuri che solamente i giovani web designer hanno questo problema?

Nel capitolo 3 si parla della situazione europea e si cita giustamente il recepimento del progetto WAI, che riguarda non solo i contenuti ma anche i tool di sviluppo e gli "user agent" ossia le applicazioni utilizzate per fruire dei contenuti di internet (ed anche di applicazioni intranet ed extranet se sviluppate con interfacce web): non per nulla il disegno di legge Campa – Palmieri è l’unico che recepisce tutti i punti del progetto WAI, ed è quindi attualmente l’unico in piena linea con le direttive comunitarie.

Il capitolo dedicato alle audizioni è il capitolo 4. Nell’audizione dell’AIPA risulta, tra i vari progetti, il progetto relativo al sito www.pubbliaccesso.it :

Implementazione del sito pubbliaccesso.it finalizzato ad offrire la possibilità di confronto per problemi, esperienze e soluzioni di webmaster e specialisti di accessibilità e a raccogliere la documentazione di riferimento più significativa sul tema dell’accessibilità; il progetto prevede, altresì, la gestione del sito per un semestre (costo 100.000 euro).

Ora, che un sito di una P.A. voglia porsi come punto di riferimento per webmaster e specialisti di accessibilità mi sembra un po’ pretestuoso, come mi sembra certamente un costo altamente non giustificabile l’importo di 100.000 euro (quasi 200 milioni di vecchie lire) per la gestione del sito per un semestre (6 mesi), considerando che esistono moltissime iniziative simili e no profit. Proseguendo la lettura della scheda dell’audizione AIPA, si nota come AIPA stessa di proponga di effettuare formazione all’interno della P.A. degli specialisti di accessibilità non considerando forse che l’attività di webdesigner è una attività professionale e come tale richiede competenza e professionalità e non dei semplici corsi di formazione/riqualificazione per personale della P.A. che – magari – fino al giorno prima ha sviluppato esclusivamente con tool visuali. Facendo un rapido giro nel sito, ho trovato un interessante documento nella sezione "Documentazione di Riferimento" dove auspicavo di trovare una traduzione delle WCAG ma dove ho trovato un vero e proprio mini-bignami con dei punti di controllo…

Tra le altre audizioni interessante un intervento della FAND che richiede di rendere vincolante le direttive in tema di accessibilità del W3C e dell’AIPA, forse pensando che di fatto tali organizzazioni si occupino di due diversi argomenti legati all’accessibilità.

IBM di suo conferma la partnership con ASPHI riguardo il prodotto Home Page Reader e si pone tra l’altro di monitorare l’accessibilità di 25 siti della P.A., sperando che IBM monitorizzi anche alcuni suoi clienti che a suo tempo sono stati da me contestati per l’accessibilità del sito internet…

Risulta inoltre strano che l’IFAC, istituto del CNR, non abbia fatto presente la necessità di convocare in commissione Oreste Signore, head office dell’ufficio italiano del W3C ospite dello stesso CNR e che nella relazione non è mai stato nominato il World Wide Web Consortium pur essendo attivi in tale direzione due dei tre partecipanti all’audizione (Paolo Graziani e Laura Burzagli).

L’INAIL lancia il suo fiore all’occhiello, www.superabile.it , indicato come segue:

Il 5 marzo 2002 è nato il portale del mondo della disabilità www.superabile.it che è stato costruito nel più totale rispetto della normativa internazionale e nazionale in tema di accessibilità ad Internet per le persone disabili in ragione delle diverse tipologie di disabilità.

Mi spiace per chi ha dichiarato ciò, ma di fatto non è vero (come ammesso in molte occasioni dagli stessi gestori del sito web).

L’INPS si dichiara invece entusiasta in quanto ha garantito l’accesso ai non vedenti al proprio portale wai.inps.it, indicando che è conforme alle specifiche stabilite dal W3C. Purtroppo il W3C sconsiglia proprio le versioni alternative e quindi mentre è da complimentarsi per lo sforzo attuato, non è da complimentarsi per le modalità attuative delle raccomandazioni W3C.

Chiudiamo il libro bianco con il capitolo 5, ossia con le raccomandazioni. L’iniziativa 2.1 è di fatto altamente offensiva per l’organo costituzionalmente incaricato di promulgare le leggi: il parlamento. Nell’intervento del ministro e nel documento si parla di un disegno di legge in elaborazione a cura del Ministro Stanca che verrà presentato in Consiglio dei Ministri e che "verrà inviato alle camere per l’approvazione". Ciò che rammarica è che il Ministro è informato già da tempo, visto che nella relazione del disegno di legge indica:

Nel redigere la bozza di disegno di legge, si è tenuto conto sia della proposta di legge presentata dai deputati Campa e Palmieri sia della proposta presentata alla Camera dei Deputati nella passata legislatura da parte dell’onorevole Bono.

Tengo a precisare solamente che la proposta Campa – Palmieri è stata sottoscritta da oltre 130 parlamentari ed ha il supporto delle maggiori realtà operanti nel web e nel settore dell’accessibilità. Tra l’altro, sia da quanto presente nell’iniziativa 2.1 che da quanto indicato nella relazione del disegno di legge, sembra che grosse parti della Campa – Palmieri sono state "prelevate" per essere inserite in un disegno di legge personale del Ministro…

L’iniziativa 2.3 "Attivare un osservatorio sull’accessibilità dei siti pubblici" risulterebbe un doppione di quanto su quanto sta già operando la Fondazione Ugo Bordoni con il progetto www.webxtutti.it. Il punto 2.4 poi, si occuperebbe di promuovere il sito publiaccesso.it pretendendo forse che i professionisti del web applichino delle indicazioni "stile bignami" al posto delle raccomandazioni internazionali del progetto WAI del W3C?

L’iniziativa 4.1 è di fatto una ingerenza lavorativa nonchè una errata interpretazione delle figure professionali: si indica come "webmaster" colui che probabilmente intendono come "web designer" o "content manager" senza sapere che di fatto tali professioni non sono praticabili con semplici corsi da 36 – 60 ore ma di fatto sono professionalità acquisite da anni: vogliamo rilanciare il settore IT italiano e creare nuovi posti ed opportunità lavorative oppure cercare di tamponare qualificando parzialmente del personale della P.A.?

Chiudo questa lunga riflessione passando all’argomento che doveva essere il punto centrale di questo intervento: il fantomatico "bollino blu". Da quanto preannunciato dal Ministro (ricordo che a tutt’oggi non è ancora pubblico il suo personale disegno di legge), ecco i punti salienti del coinvolgimento del settore privato nel disegno di legge:

Al fine di estendere l’accessibilità anche a siti di privati, con riferimento a contributi pubblici già previsti dalla normativa per l’acquisto di materiale informatico, verrà considerato come criterio preferenziale il carattere di accessibilità del materiale stesso.

La parte comunque più sconvolgente è la seguente:

Tornando ai privati, sarà invece previsto quello che talvolta, tra gli addetti ai lavori, viene definito il “bollino blu”. Il responsabile del sito o del prodotto informatico, dopo aver controllato – anche con un programma automatico di valutazione – la accessibilità del materiale, avrà diritto a fregiarsi di un particolare simbolo, esponendosi peraltro alla possibilità di controlli successivi da parte della pubblica autorità. Il “bollino blu” costituisce in sostanza una attestazione di particolare benemerenza, tale da poter essere sfruttata anche a fini pubblicitari e quindi funzionare come potente fattore di stimolo.
Al soggetto privato sarà comunque consentito chiedere alla pubblica amministrazione una valutazione sulla accessibilità del suo materiale informatico, potendo eventualmente utilizzare tale valutazione anche a fini promozionali. E’ auspicabile che questo strumento premiante possa aiutare a conseguire le finalità della legge.

Un validatore automatico? Un nuovo Bobby? E lo creano da zero? Non sanno forse che esiste già in lingua italiana, sviluppato dalla Fondazione Bordoni, e chiamato Torquemada?

Insomma, alla fine il nocciolo della questione sembra essere uno: estrarre, stile "bignami" qualcosa dalle raccomandazioni del W3C riducendole all’osso, tramite un validatore (commerciale?) che valida in modalità automatica l’accessibilità assegnare il "bollino blu" oppure richiedere agli "esperti" del ministero la valutazione del proprio sito – il tutto per ottenere un bollino di "benemerenza" riconosciuto solo a livello locale…

Forse è necessario spiegare ai consulenti del Ministro che queste cose esistono già e sono bollini riconoscibili internazionalmente e totalmente gratuiti.

Forse è invece necessario un atto che difficilmente verrà fatto… un atto di umiltà, ossia ascoltare chi – in questo campo – ha maggior competenza di molti consulenti e di molte persone a cui è stata data audizione ed importanza…

… intanto comunque è notizia fresca fresca che la Presidenza della Camera ha assegnato alla Commissione Trasporti l’esame del testo del progetto di legge Campa – Palmieri. Nei prossimi giorni verrà quindi indicato anche il relatore. L’iter parlamentare della proposta di legge Campa-Palmieri è di fatto avviato.

Chiudo con una curiosità: un corso di Publiaccesso.it sull’accessibilità  organizzato da IBM con, oltre ai ringraziamenti per la collaborazione di ASPHI, una pagina di credits tutta particolare, con tanto di "Testi e sceneggiatura"… che lo spettacolo cominci!