Free Software Foundation e PA: il PDF della discordia…

Durante i corsi, parlando di accessibilità e delle linee guida per i siti Web pubblici, in molti casi alcuni discenti hanno fatto presente con preoccupazione una lettera (in formato cartaceo) ricevuta dalle loro amministrazioni proveniente nientepopòdimenoche… dalla Free Sofware Foundation, di cui riporto di seguito il testo.

In sintesi, la Free Software Foundation comincia la lettera con l’oggetto: “la pubblicità di software proprietario sul suo sito”, e continua facendo presente che ad una determinata pagina è disponibile un collegamento ad un programma proprietario (nel caso, Adobe Reader) invitando quindi i visitatori del sito ad utilizzare tale prodotto rispetto ad altri disponibili sul mercato. Viene fatto un paragone con la pubblicità di prova delle automobili (???), pur facendo presente che il software promosso è comunque gratuito ma che con tale pubblicità si può invogliare all’acquisto della versione completa  ed invita a visitare sia il link di una petizione, sia il sito pdfreaders.org. Per quest’ultimo, la FSF consiglia di visitarlo per scegliere alcuni prodotti da consigliare ai visitatori del proprio sito, ovvero vale a dire: quel prodotto proprietario non devi consigliarlo, ma consiglia uno di questi.

Tralasciando la modalità di contatto con l’amministrazione, forse la Free Software Foundation prima di mandare certe lettere a delle Pubbliche Amministrazioni dovrebbe quantomeno informarsi delle normative vigenti nel nostro paese, magari proprio tramite i contatti locali della FSF coinvolti in queste missive come eventuale “riferimento” per delucidazioni (non vorrei arrivare al punto di pensare malignamente che delucidazioni significhi consulenze per la sostituzione dei prodotti…). In Italia è presente la legge 4/2004 (legge Stanca) che prevede in ogni caso di fornire servizi e prodotti accessibili. Nel sito indicato dalla lettera non sono stato in grado di identificare alcuna indicazione sulle caratteristiche di accessibilità di questi “reader” e pertanto la FSF dovrebbe indicare in queste missive quali dei prodotti “open” disponibili consente la fruibilità delle caratteristiche di accessibilità dei PDF.
Tra l’altro è da più di un mese che ho richiesto delucidazioni in merito all’indirizzo indicato nella lettera, senza ricevere risposta, mentre la black-list pubblica (e qui il garante che dice? E’ un archivio pubblico di comportamenti di utenti) rimane e viene ingrossata sempre più…