Calatrava: siam noi che ci facciamo male?

Ogni giorno che passa sembra che, anzichè migliorare, le cose peggiorano.
E’ di oggi una dichiarazione del Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, al Corriere della Sera (comprensiva di video) in cui purtroppo il Sindaco solo ad un certo punto ammette gli errori della propria amministrazione:

E i problemi con i disabili? Non è ancora pronta l’ovovia che trasporterà le persone con problemi di handicap. Il direttore della rivista «Mobilità» Franco Bomprezzi ha inoltre evidenziato: «L’ovovia è un ripiego, ci mette 17 minuti ad attraversare il ponte di Calatrava». Che cosa risponde?
«È stata fatta una valutazione errata all’inizio. Si credeva che per i portatori di handicap fosse sufficiente il vaporino che sta ai piedi del ponte ed arriva esattamente dall’altra parte, invece questo non basta. Comunque l’ovovia si farà ma non contemporaneamente al ponte. Bisogna aspettare solo qualche mese».

Il “si credeva” è l’ennesima prova di come anche in questo caso si sia presa con leggerezza la problematica dell’abbattimento delle barriere architettoniche, e quel che fa più male è che alla fine il Sindaco bolla tutti coloro che hanno contribuito al (giusto) rinvio dell’inaugurazione come “È tipico di questa città: fa di tutto per farsi del male”. Ma il male sembra stia continuando a farselo da solo, vista un’agenzia stampa in cui dichiara la volontà di chiamare il nuovo ponte il “Ponte della Costituzione”.

VENEZIA: CACCIARI, QUELLO DI CALATRAVA SARA’ IL PONTE DELLA COSTITUZIONE

(ASCA) – Venezia, 27 ago – ”Ponte della Costituzione”.
Cosi’ dovrebbe chiamarsi, secondo il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il nuovo ponte di Calatrava sul Canal Grande, al centro di numerose polemiche. ”Prendo atto di una situazione che non consente di inaugurare il Quarto Ponte come pensavo fosse bene per la citta’; credevo che la citta’ apprezzasse che fosse il presidente della Repubblica a inaugurare un’opera che passera’ alla storia come uno dei monumenti piu’ significativi di architettura a Venezia; ma poiche’ alcuni settori pensano di manifestare contro, e con un presidente della Repubblica non possono esserci manifestazioni contro, l’inaugurazione non ci sara’, ne’ ora ne’ mai: non inauguro un’ovovia – afferma il sindaco -. E il ponte si aprira’ quando sara’ tutto pronto, la data la decideranno i Lavori pubblici”.

Il sindaco ha aggiunto che il ponte e’ un’opera di altissima qualita’, una grande attrattiva per la citta’ anche sotto il profilo turistico, poiche’ attirera’ visitatori specifici, vista l’attenzione e l’aspettativa a livello internazionale, nel mondo dell’architettura. Di qui, il rammarico di Cacciari, perche’ una occasione positiva per Venezia e’ stata trasformata in una manifestazione negativa, per una richiesta (l’ovovia) soddisfatta nei fatti. Credo – ha concluso – che abbiano fatto un danno alla citta’, non certo a me.

Il sindaco ha poi annunciato che Santiago Calatrava, l’architetto progettista del ponte (dispiaciutissimo per la mancata inaugurazione, anche perche’ amico di Giorgio Napolitano), arrivera’ a Venezia il prossimo lunedi’ sera, e martedi’ 2 settembre alle ore 13 a Ca’ Farsetti si incontrera’ con gli operatori dell’informazione.

Il sindaco ha quindi confermato il programma della visita del presidente Napolitano, stabilito ben prima che si profilasse l’ipotesi dell’inaugurazione del ponte: una breve cerimonia celebrativa dei cinquant’anni dell’aeroporto Marco Polo all’arrivo a Tessera, e il convegno a Palazzo Ducale per i sessant’anni della Costituzione. Da questo appuntamento, il sindaco ha tratto lo spunto per indicare in ”Ponte della Costituzione” il possibile toponimo per il Quarto Ponte: la decisione definitiva spetta alla Giunta comunale, alla quale il sindaco intende riproporre anche il cambiamento del nome del Piazzale Roma, di imposizione fascista, con un toponimo – per esempio, Silvio Trentin – ”federalista, europeista, antifascista”, pur non nascondendosi le difficolta’ conseguenti al mutamento di un nome fortemente radicato e conosciuto.

Che Calatrava sia dispiaciutissimo per la mancata inaugurazione e non per l’adeguamento della sua opera per una completa fruibilità, beh, mi lascia interdetto.

Un appello al Sindaco: proporre come nome “Ponte della Costituzione” per un ponte che non rispetta la Costituzione secondo i principi di uguaglianza tra tutti i cittadini, sarebbe un ennesimo schiaffo per le persone con disabilità. Caro Sindaco, mantenga quantomeno il nome da lei proposto all’inizio: “Ponte della Zirada”, come segno di una svolta ed un impegno – già preso a suo tempo nel 2005 dall’assessore Rumiz: Mai più a Venezia opere pubbliche inaccessibili.

In conclusione, visto il “rimprovero” del Sindaco ai suoi cittadini (e non solo) che si sono adoperati per far capire gli sbagli (perchè di errori si parla, l’ha ammesso lo stesso Sindaco) dell’amministrazione comunale, voglio chiudere questo post con una nota tecnica. Ci sono alcune cose però che il Sindaco deve sapere (riporto una nota di Carlo Giacobini – responsabile del Centro per la Documentazione Legislativa UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e che non possono essere semplicemente ignorare con l’affermazione “si pensava bastasse un vaporetto”.

  1. Iter di approvazione: ogni progettista deve presentare – unitamente al progetto – una dichiarazione di conformità in cui autocertifica il rispetto alla normativa vigente in materia di progettazione accessibile (DM 236/89 per gli edifici privati e privati aperti al pubblico, DPR 503/96 per gli edifici, gli spazi e i percorsi pubblici). Dovrebbe dunque esistere la dichiarazione di conformità del progetto del ponte. Al Comune (peraltro anche committente) spetta infine di effettuare i controlli previsti.
  2. Percorsi o edifici: la normativa vigente non si riferisce solo ad edifici, ma anche a percorsi pedonali e quindi al superamento dei dislivelli. Tale indicazione è ancora più evidente in materia di percorsi pubblici.
  3. Servoscala: il DM 236/89 ammette l’impiego di servoscala solo in caso di edifici e realizzazioni antecedenti all’entrata in vigore della norma.
  4. Finanziabilità: secondo la Legge 41/86 (art. 32, comma 20), Stato ed Enti Pubblici non possono erogare contributi o agevolazioni per la realizzazione di progetti che non rispettino le disposizioni in materia di progettazione accessibile. Nel caso del progetto in questione, potrebbero esservi pertanto gli estremi di un ricorso presso la Corte dei Conti.

E l’ovovia? che succederà? Sul Gazzettino di Venezia di oggi, 27 agosto 2008, si legge di alcuni problemi di cambio fornitori “Sembra dunque chiaro che questa azienda non è più il fornitore del dispositivo traslante, come lo chiamano gli ingegneri, pur non sapendo – anche se pare improbabile – di essere stata sostituita”.

E la storia continua… e c’è anche chi, anzichè analizzare le responsabilità e vigilare sul rispetto delle normative, da la colpa dei ritardi addirittura al governo:

L’assessore ai lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, spiega: “Le modifiche che permettono l’uso del ponte ai disabili devono ancora essere approvate dal governo. Tuttavia è impensabile tenere il ponte chiuso fino ad allora, considerando che la parte pedonale è pronta”.