Apprendo dalla stampa locale (Gazzettino di Venezia, 19 agosto 2008, pag. III):
VENEZIA – Il ponte di Calatrava è pronto e il 18 settembre dovrebbe essere inaugurato dal Capo dello Stato. Ci sono però due problemi: l’ovovia, che non sarà installata prima di qualche mese e quindi non ci sarà e il nome, che non è stato ancora deciso.
Non voglio scendere nei dettagli e/o polemiche relative ai ritardi e/o ai costi di realizzazione dell’opera per il posizionamento del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, ma voglio soffermarmi per l’ennesima volta sui problemi di accessibilità e sulla progettazione “senza l’accessibilità in mente”.
Alcuni si chiederanno qual’è il problema. Mi preme citare un estratto da un post nel sito Architettura e Design:
Criticato per la mancata attenzione progettuale verso l’utenza con difficoltà motorie, al progetto del ponte di cristallo è stato affiancato quello di una particolare “ascensore” per risolvere la grossa falla progettuale dell’architetto spagnolo: un’ovovia nascosta ai piedi del ponte all’interno di una botola che, aperta a richiesta, lascia salire la cabina che accoglie al suo interno la persona disabile.
La botola viene quindi sollevata da un braccio e agganciata ad un carrello scorrevole sistemato nella parte esterna del ponte. Concluso l’attraversamento, le operazioni si ripetono partendo dall’altra sponda per consentire il percorso al contrario.
Ma l’accessibilità era stata pensata? Mi rispondo da solo grazie alla rete internet:
Il botto vero scoppiò quando si scoprì che l’architetto, nel nome della purezza delle forme, non si era minimamente posto il problema dei disabili. I quali, giustamente, piantarono la grana: possibile che dopo 434 ponti costruiti a Venezia nei secoli in cui non c’era attenzione per l’handicap, anche il primo e unico dei ponti nuovi nascesse nell’indifferenza per chi è in carrozzina? Possibile che neppure Calatrava si fosse posto l’obiettivo di conciliare l’arte con il rispetto dei diversamente abili e le leggi vigenti? E come aveva potuto la Commissione di Salvaguardia approvare l’opera accettando, tra le motivazioni del «no» ai «servoscala», anche quella che senza quegli infissi metallici l’opera offriva «un impatto visivo certamente migliore»? Messo alle strette, il Comune sterzò. E chiese al progettista di trovare una soluzione. Calatrava disse sì, però, insomma… Un tira e molla. Finché, seccato per i problemi posti a lui e non ai grandi artisti del passato, inviò una lettera incredibile.
Dove si dichiarava a malincuore pronto ad adeguare il progetto ma insisteva nel suggerire ai disabili «l’attraversamento orizzontale mediante vaporetto». Cioè «il superamento del canale a livello dell’acqua coordinato con i servizi dell’Actv». «Risposta infelice», sbottò Paolo Costa. Che diffidò l’artista: decida in fretta e piantiamola qui.
Qual’è quindi il problema? Il problema è che probabilmente il 18 settembre 2008 il Capo dello Stato inaugurerà un’opera inaccessibile, ovvero darà il benestare all’apertura di un’opera che per diversi mesi non potrà essere accessibile alle persone con disabilità motorie.
Sorvolando eventuali problematiche legali relative alla progettazione non accessibile (qualcuno dovrà senz’altro prendersi la responsabilità di aver approvato e finanziato un progetto con barriere architettoniche, il cui adeguamento ricade sulla collettività), vorrei cogliere l’occasione per chiedere pubblicamente al Sindaco di Venezia Prof. Massimo Cacciari e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di rimandare l’inaugurazione dell’opera ad opera realmente compiuta ed accessibile a tutti. Un ponte è di fatto una struttura che consente il passaggio di persone da una sponda all’altra: come possiamo inaugurare un’opera che non consente a tutti la possibilità di utilizzarlo?
Ove non vi fosse tale sensibilità al problema, grazie alla rete auspico una giusta e sonora manifestazione di protesta da parte di chi sfortunatamente potrà solo ammirare il ponte senza attraversarlo: si sono attesi anni per avere il ponte… qualche mese in più non peserebbe a nessuno.
Sia ben chiaro: non chiedo di non aprire il ponte, ci mancherebbe! Ma quantomeno di inaugurarlo quando effettivamente l’opera sarà completa: senza l’ovovia al momento è un “ponte zoppo”.
Questo post è stato segnalato anche al Quirinale tramite l’apposito modulo di contatto presente nel sito del Presidente.
Aggiornamento del 20 agosto 2008. Avviata una petizione on-line.