Biowashball: la pallina non affonda nemmeno in Svizzera

Finalmente è giunta l’ora del test svizzero per la BioWashBall.
Il 16 gennaio 2009 alle ore 21.00 è andata in onda la puntata della trasmissione “Patti Chiari” in cui si è discusso tra l’altro della BioWashBall. La trasmissione (il cui contenuto integrale è disponibile a partire dal quindicesimo minuto del video in formato Real Media) sinceramente mi ha un po’ deluso in quanto non è stata altro che una “clonazione” di quanto già visto a “Mi Manda Rai Tre”: presenza di un responsabile commerciale di lingua francese per l’azienda importatrice, presenza di una esperta in chimica delle ceramiche del CNR, la stessa esperta presente nella trasmissione italiana. Tra i vari test e le varie discussioni, alla fine si sono ottenute poche informazioni aggiuntive rispetto alla trasmissione italiana. In particolare l’esperta del CNR – rispetto alla sua comparsa nella televisione italiana – ha precisato alcune ulteriori caratteristiche della BioWashBall ma facendo altresì presente che i prodotti “attivi” presenti nella palla non erano in concentrazioni sufficienti per garantire l’effetto pulente.
La trasmissione inizia con dei filmati tra cui compaiono tra l’altro il responsabile di un centro benessere soddisfatto del risultato del lavaggio con la BioWashBall ed un informatico svizzero ripreso durante una trasmissione radio in cui si impegnava a testare la palla presso il suo domicilio. I risultati di questi test però non sono stati però forniti durante la trasmissione. Più volte i responsabili della trasmissione hanno citato contributi postati nel sito Web, scordandosi ahimè di sottoporre all’esperta del CNR la segnalazione dell’articolo presente in questo sito Web contenente degli esperimenti “casarecci” corredati da collegamenti a risorse che cercano di spiegare la tecnologia utilizzata dalla BioWashBall.
A proposito sempre della tecnologia, vi sono stati degli scambi di battute tra il commerciale della BioWashBall e la dottoressa del CNR in relazione alla tecnologia “EM” (citata di sfuggita). Secondo il commerciale, riportando la dichiarazione di un esperto di un’università Svizzera, in Europa non vi sono esperti con adeguate competenze per analizzare le funzionalità della BioWashBall e che pertanto bisognerebbe rivolgersi a esperti coreani o giapponesi che queste materie le studiano quotidianamente, tanto da premiare l’azienda produttrice della BioWashBall.
Ma veniamo ora ai test, basati soprattutto sulle prove sul campo con delle lavatrici industriali. Si sono pertanto inserite due BioWashBall in una lavatrice come da immagine con acqua a 40 gradi ed i risultati sono stati la rimozione degli odori e una pulizia leggermente differente dalla normale acqua. E qui incorriamo già in un errore. Nelle istruzioni della BioWashBall è indicato che per bucato superiore ai quattro chili è necessario inserire un’ulteriore palla. È chiaro quindi che per un bucato di 6 Kg (lavatrici casalinghe) sono necessarie due BioWashBall.
Lavatrice in azione durante la trasmissione
Ma la lavatrice utilizzata è una Kannegiesser della serie FAVORIT: il confronto visivo con l’immagine raccolta dal video di Patti Chiari è incontestabile.
Analizzando la scheda tecnica, queste lavatrici partono con un carico da 24 Kg fino a 277 kg: ipotizzando che la macchina utilizzata fosse la più piccola, bisognerebbe quantomeno usare sei palle (6*4=24 Kg), mentre ne sono state utilizzate solo due in quanto – vista la nota precisione Svizzera – due è scritto e due sia, anche in caso di carico da 277Kg…
Dai test casarecci che sono stati presentati nel precedente articolo, è chiaro che l’effetto della BioWashBall varia anche a seconda della quantità di acqua utilizzata e questo può spiegare i dubbi della dottoressa del CNR la quale ha più volte affermato che nella palla c’è “qualcosa” ma in quantità troppo basse per agire: forse troppo basse se usate con troppa acqua?
Il test inoltre è durato solamente un’ora, risciacquo compreso: è possibile pensare che i tempi di lavaggio di quella lavatrice siano troppo brevi (20-25 minuti) e non consentono l’attivazione delle caratteristiche della BioWashBall.
Che dire quindi? A mio avviso è ancora tutto in ballo.