Orgoglio civico: ora o mai più

Siamo un popolo che si lamenta sempre della gestione pubblica, in quanto giustamente pretendiamo qualità e professionalità e gestione da buon padre di famiglia della cosa pubblica. A seguito degli scandali degli anni passati, su abusi di risorse pubbliche (scoperti grazie ad inchieste giornalistiche), è stata emanata una norma di sfogo: il decreto legislativo n. 33/2013. In altri tempi lo sfogo per il popolo erano il circo e lo stadio, oggi invece è una norma che cambia radicalmente il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione:

  • la pubblica amministrazione deve pubblicare tutto ciò che riguarda la sua organizzazione e in generale qualsiasi dato utile a consentire un ampio controllo da parte del cittadino;
  • il cittadino deve vigilare sull’avvenuta pubblicazione, segnalando in caso di inadempienza l’omissione al responsabile alla trasparenza dell’amministrazione.

In questo breve articolo cercherò di riepilogare la situazione attuale, con obblighi di pubblicazione e monitoraggio, auspicando che i cittadini riprendano quell’orgoglio civico che manca e che si sentano partecipi nella vita della propria amministrazione.

Cos’è la trasparenza?

Leggendo l’art. 1 del decreto legislativo è lampante che il legislatore ha ritenuto doveroso coinvolgere il cittadino per il monitoraggio della P.A., riconoscendo l’impossibilità di poterlo fare direttamente e obbligando allo stesso tempo la P.A. a pubblicare tutte le informazioni utili per un monitoraggio diffuso, applicando lo stesso concetto di base presente nel mondo dell’open source (più persone guardano qualcosa, più facile è identificare errori e correggerli).

 la trasparenza  è  intesa  come  accessibilità  totale  delle informazioni  concernenti  l’organizzazione   e   l’attività   delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire  forme  diffuse  di controllo  sul   perseguimento   delle   funzioni   istituzionali   e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Questa definizione deve essere la chiave di lettura per comprendere come applicare ogni articolo del decreto, ovvero nell’ottica di un controllo difuso.

Cosa deve pubblicare la PA?

Innanzitutto nel sito Web di qualsiasi pubblica amministrazione e società partecipate / controllate deve essere presente un link in home page con la dicitura “Amministrazione trasparente”. All’interno di tale pagina è necessario trovare una struttura di pagine e sottopagine come quella rappresentata nel sito della Bussola della Trasparenza, lo strumento predisposto dal Dipartimento Funzione Pubblica per la verifica di conformità della struttura secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 33/2013.

Per verificare la corretta conformità della struttura, è quindi possibile utilizzare la funzione “verifica il sito“, indicando il tipo di amministrazione (comuni, province, ASL, IACP, ecc.) e il sito Web che si intende verificare. Dopo una breve attesa (che varia a seconda della velocità di accesso al sito Web da parte di Bussola), si potrà ottenere un risultato che evidenzierà (con delle faccine rosse) eventuali mancanze strutturali. Nel caso Bussola segnali problemi, siamo già potenzialmente in violazione del decreto 33/2013.

Questo è solo il primo passo: la conformità alla struttura non significa soddisfare il decreto 33, in quanto molte amministrazioni per conformare formalmente alla struttura creano delle pagine vuote e/o contenenti la dicitura “dati in via di pubblicazione”. Il decreto 33 all’art. 6 comma 2 è chiarissimo: non ci sono scusanti, i dati vanno pubblicati e la disorganizzazione e/o la mancanza di tali informazioni non è scusante per l’omessa o ritardata pubblicazione. Tali documenti vanno inoltre pubblicati in modo che siano riutilizzabili senza limitazioni, il che significa – ad esempio – che tutti i documenti (bandi, curriculum, ecc.) non devono essere pubblicati come scansioni di documenti cartacei.

Come si potrà notare navigando la struttura di pagine e sottopagine di esempio, i contenuti da pubblicare sono molti e rappresentano lo stato di salute organizzativa ed economica dell’amministrazione. L’assenza di informazioni specifiche, come le situazioni reddituali degli eletti (per le amministrazioni sopra i 15 mila abitanti) causano, a partire dal 17 ottobre 2013, sanzioni da 500 a 10 mila euro per chi non ha provveduto a comunicare i dati. Sanzione similare è a carico anche dei rappresentanti delle PA in società partecipate che non forniscano le informazioni richieste.

Tra i dati più assenti, ovvero quelli per cui il cittadino è invitato a verificare, vi sono quelli relativi agli immobili (art. 30), ovvero:

Le  pubbliche  amministrazioni pubblicano le informazioni identificative degli immobili  posseduti,  nonché i canoni di locazione o di affitto versati o percepiti.

Vi sono stati casi come nel comune in cui vivo in cui una cittadina ha dovuto attivare l’accesso civico (per ben due volte) per il rilascio dei dati in quanto c’è una sorta di resistenza a rendere pubbliche talune informazioni. Vi sono altri dati interessanti da rendere pubblici, a partire da tutte le consulenze e da tutti i sussidi erogati (indicando chiaramente i dati identificativi del beneficiario e le motivazioni che hanno portato a tale erogazione) sino ai dati relativi alle prestazioni sanitarie (elenco di tutte le prestazioni con i tempi medi previsti ed effettivi).

Anche in questi casi si può aiutare Bussola a migliorare i risultati: tramite la funzionalità “Esprimi la tua opinione” è possibile dare una valutazione sull’effettivo risultato di verifica. Nel caso degli immobili, ad esempio, se non sono presenti e/o è presente una dicitura non consona, basta autenticarsi con un social network ed è possibile dare una valutazione sulla presenza e sulla completezza delle singole informazioni.

Cosa può fare il cittadino?

Il cittadino deve vigilare: è un suo diritto ma soprattutto un dovere. A questo proposito risvegliamo un po’ di orgoglio civico. Ogni cittadino, anche in gruppo, può “adottare” una pubblica amministrazione e verificare se rispetta quanto previsto con la normativa vigente, utilizzando innanzitutto il sistema “bussola” per un controllo strutturale e successivamente visionando se vi è assenza di contenuti. In questo ultimo caso, è incentivato a segnalare all’amministrazione (via pec, protocollo, fax, ecc.) utilizzando questo fac-simile di modello di istanza di accesso civico. Grazie all’accesso civico, difatti, ogni cittadino (indipendentemente dalla città di residenza) può chiedere a qualsiasi pubblica amministrazione di pubblicare i dati mancanti. L’amministrazione deve provvedere alla pubblicazione del contenuto mancante ed alla segnalazione dell’avvenuta pubblicazione al soggetto che ne ha fatto segnalazione (pena sanzionabilità del dirigente) entro 30 giorni dalla richiesta. Passato tale termine, è possibile indirizzare nuovamente la richiesta al titolare del potere sostitutivo che deve provvedere entro ulteriori 30 giorni.

Quali sono i contenuti obbligatori da verificare? CIVIT fornisce un elenco (allegato 1 aggiornato a settembre 2013). Entro il 30 settembre 2013 ogni pubblica amministrazione doveva pubblicare all’interno della sezione “Amministrazione trasparente”, sotto-sezione di primo livello “Disposizioni generali”, sotto-sezione di secondo livello “Attestazioni OIV o di struttura analoga”, l’attestazione dell’organismo indipendente di valutazione su una serie di parametri minimi (allegato 1 delibera n. 71/2013). Anche in questo caso in assenza di tale dichiarazione, è possibile utilizzare il modello di istanza di accesso civico per far pubblicare l’omessa valutazione.

Il prossimo appuntamento sarà il 31 dicembre 2013, data entro la quale tutti i contenuti dell’allegato 1 della delibera n. 50/2013 di CIVIT dovrà essere soddisfatto. In attesa di tale appuntamento, cerchiamo di tenere mappatura delle istanze di accesso civico. Chiunque ha intenzione di farne uno, può comunicarlo al Web tramite l’hashtag #accessocivico in una forma similare alla seguente:

Effettuato #accessocivico verso amministrazione XYZ http://….

Un messaggio similare sempre con stesso hashtag può essere utilizzato per segnalare l’avvenuta pubblicazione

Effettuata pubblicazione a seguito #accessocivico verso amministrazione XYZ http://….

In questo modo sarà possibile mappare eventuali istanze dei cittadini a cui effettivamente interessa un miglioramento della trasparenza amministrativa. Per ulteriori informazioni sul tema, consiglio di seguire il gruppo facebook dedicato alla trasparenza amministrativa.

Come esportare gli indirizzi e-mail dei contatti di Facebook

Si parla spesso di gestione dati su facebook e sulla difficoltà di entrare in possesso dei dati dei propri contatti. In questi giorni c’è pure una polemica sul fatto che l’esportazione può avvenire solo con Yahoo e Microsoft, mentre google sembra essere “bannata”.

Innanzitutto è bene chiarire che Facebook  – correttamente – non cede alcun vostro dato a nessun altro utente previa vostra autorizzazione: è chiaro che se rendete pubblico il vostro profilo con le informazioni di contatto, non potete prendervela con Facebook.

Vi sono casi in cui, per particolari necessità (contatto diretto, ecc.), necessitiamo di poter profilare meglio i nostri contatti con desiderio di archiviarne le informazioni e qui cade un tabù: non è vero che Facebook non lo consente ma basta seguire le policy di gestione dati per comprendere come – con semplicità – sia possibile esportarli.

Nelle applicazioni di Facebook è sufficiente cercare “export contacts” per trovarsi davanti ad una serie di applicazioni che si occupano proprio di gestire queste operazioni. Tra queste c’è  “Export Friends” che consente di salvare i nomi dei vostri amici, città, compleanno e la loro attuale location.  Ci sono anche dei plug-in che sincronizzano, ad esempio, Outlook con Facebook.

Chiaramente – come si noterà – senza pre-autorizzazione non è possibile esportare le e-mail e contatti telefonici. Grazie all’amico Matt Cutts di Google scopro la possibilità di esportare i dati da Facebook verso Yahoo e Hotmail (Microsoft) per poi migrarli – grazie al formato CSV – verso altri applicativi tra cui Gmail.

Esportare gli indirizzi e-mail dei contatti di Facebook (Yahoo)

Abbiamo quindi appreso che le API di Facebook non rendono disponibili gli indirizzi e-mail degli utenti e pertanto nessuna applicazione attualmente può fornirvi tali informazioni. C’è comunque un metodo (perfettamente legale) che può aiutarvi a scaricare facilmente tutti gli indirizzi e-mail dei vostri amici da Facebook, utilizzando Yahoo.

In pratica è sufficiente collegarsi all’indirizzo http://address.yahoo.com/ (chiaramente bisogna essere in possesso di un account Yahoo) e selezionare l’icona Facebook. Uscirà quindi una finestra di dialogo con richiesta di autenticazione a Facebook e in pochi secondi la rubrica di indirizzi di Yahoo sarà riempita dei contatti provenienti da Facebook. Una volta importati, è sufficiente esportarli scaricandoli in formato CSV per poi reimportarli in altre applicazioni (Gmail, Linkedin, ecc.).

Esportare gli indirizzi e-mail dei contatti di Facebook (Hotmail e Gmail)

Esportare i dati verso Hotmail è altrettanto semplice. Innanzitutto è necessario collegarsi all’indirizzo http://home.live.com/ e autenticarsi con il proprio account. Accedendo alla posta in arrivo, in alto a destra troverete la voce “Opzioni”: aprendo la tendina, selezionate la sottovoce “Altre opzioni”.

Nella voce di menu “Personalizzazione contatti” troverete la voce “Importazione contatti”.

Anche in questo caso, comparirà una funzionalità per importare i dati da diversi servizi, tra cui Facebook.

A questo punto, al termine delle solite autenticazioni, sarà possibile ottenere tutti i dati che i nostri contatti in Facebook hanno deciso di condividere con noi. Da qui poi l’esportazione in CSV è un passo breve: basta tornare alle opzioni avanzate, selezionare “Esporta contatti” ed il gioco è fatto. Sarà quindi possibile, con il nostro CSV, importare i contatti in altre applicazioni tra cui Gmail.

E per le fan-page?

Quanto sopra detto vale chiaramente per i vostri account di Facebook, non per le fan-page: il semplice diventare fan di una vostra pagina non vi autorizza, come gestori della stessa, ad accedere ai dati degli utenti. Concordo tra l’altro con l’impostazione di facebook: una cosa è entrare in contatto con le persone che volontariamente ti lasciano i dati, altra cosa è pretendere che un social network ti fornisca dati di persone che ti “osservano” ma con cui non hai mai avuto rapporti diretti. Per assurdo, volendo fare un paragone, è come se io ora volessi automaticamente entrare in possesso dei dati di contatto di voi che state leggendo questo articolo, oppure i dati dei partecipanti ad una manifestazione pubblica.

Ci sono chiaramente modalità per invitare gli utenti “fan” a farsi riconoscere e profilare, tramite l’uso intelligente di applicazioni per Facebook.

Contenuti multilingua: google “riscopre” hreflang

Quando ne parlavamo per l’accessibilità ci davano per pazzi, che era una cosa inutile, che non serviva a nulla. Sta di fatto che oggi nel blog di google vengono fornite indicazioni su come ottimizzare la gestione di siti e contenuti multilingua utilizzando pagine alternative informando il programma utente (user agent) che il link contiene un contenuto in lingua differente.

<link rel=”alternate” hreflang="a-different-language" href="http://url-of-the-different-language-page" />

Ciò consente tra l’altro di informare lo spider di google che i contenuti presenti nel sito non sono duplicati ma sono in lingua differente, consentendone quindi una corretta indicizzazione. Ed ecco alcune piccole raccomandazioni:

  • Have one URL associated with one piece of content. We recommend against using the same URL for multiple languages, such as serving both French and English versions on example.com/page.html based on user information (IP address, Accept-Language HTTP header).
  • When multiple languages are at play, it’s best to include the language or country indication in the URL, e.g., example.com/en/welcome.html and example.com/fr/accueil.html (which specify “en” and “fr”) rather than example.com/welcome.html and example.com/accueil.html (which don’t contain an explicit country/language specification). More suggestions can be found in our blog posts about designing localized URLs and multilingual sites.

L’articolo poi continua con indicazioni specifiche per chi si occupa di ottimizzazione del posizionamento siti Web nel calderone di Google, ma il concetto espresso nelle prime righe riconferma ancora una volta che il tema della localizzazione linguistica dei contenuti è una tematica sia di interesse per l’accessibilità ma soprattutto per l’indicizzazione corretta dei contenuti mantenendo alto il principio per cui va servito all’utente il contenuto più adatto alle sue caratteristiche.

Comunicare la politica nell’era del Web 2.0

L’evoluzione della comunicazione entra con forza anche nella politica. Così, come ho potuto sperimentarla nell’ambito della comunicazione scolastica nei primi mesi del 2010 ho avuto l’occasione di sperimentarla anche nell’ambito della comunicazione politica.
In queste settimane ho avuto l’occasione di cimentarmi in una sfida non da poco: curare tecnicamente la comunicazione in rete della campagna del candidato a Sindaco di Venezia: Renato Brunetta.
Grazie all’entusiasmo e alla competenza di colleghi veneziani operanti non solo nel settore della rete, si è riusciti a creare una serie di iniziative volte all’uso intelligente delle risorse di Web collaborativo (Web 2.0), raggruppate nel progetto (ora realtà) definito col nome di “Brunetta 2.0”, presentato al parco tecnologico VEGA il 26 febbraio 2010.

Belorussian, provided by fatcow

Di che si tratta? In sintesi:

  • Comunicazione tramite blog/sito ufficiale, con versione ottimizzata anche per Iphone, contenente un modulo di contatto per la raccolta di contributi da parte del cittadino.
  • Utilizzo dei social media per la pubblicazione di contenuti multimediali (canali Youtube e Blip.tv).
  • Collegamento di risorse nei social network, ovvero pubblicazione di contenuti su Facebook e gestione della pagina fan.
  • Creazione di un social network in cui discutere il programma elettorale e predisporre proposte, creando di fatto un luogo di dibattito interattivo.
  • Creazione, fatta da una società specializzata, di un’applicazione iphone specifica per la campagna di comunicazione.

L’avventura è chiaramente appena iniziata, l’entusiasmo di Brunetta per la tematica è impressionante: che forse la tanto amata idea di Venezia città dell’innovazione possa avverarsi?
La comunicazione Web in questo settore, ho notato, è ancora poco compresa e diffusa: nuove possibilità di mercato, quindi, per i professionisti della rete.

Carousel ARIA Plugin per Yahoo User Interface (YUI)

Molti di voi conoscono sicuramente la libreria Yahoo User Interface (YUI), attualmente disponibile nella versione 2.6.0 – uscita ieri. Va detto che è disponibile anche una preview delle potenti funzionalità della versione 3.0, ma non andiamo troppo avanti per ora. Per chi non conosce YUI, ecco la descrizione ufficiale:

The Yahoo! User Interface (YUI) Library is a set of utilities and controls, written in JavaScript, for building richly interactive web applications using techniques such as DOM scripting, DHTML and AJAX. The YUI Library also includes several core CSS resources. All components in the YUI Library have been released as open source under a BSD license and are free for all uses.

Ultimamente Yahoo sta implementando soluzioni predisposte per WAI-ARIA in modo da consentire la gestione di ruoli (roles) e stati (states) per agevolare l’interazione dei nuovi controlli (widget) con le tecnologie assistive.
Uno dei nuovi controlli previsti nella YUI 2.6.0 è Carusel con il supporto di WAI-ARIA.
Il risultato visibile ai visitatori del sito Web è rappresentato in questa demo mentre in questo video è disponibile una dimostrazione di utilizzo di questo oggetto tramite Firefox 3 e con l’ausilio dello screen reader gratuito NVDA.
Lo sviluppatore dovrà essenzialmente definire solo una semplice istruzione per aggiungere ARIA alle funzionalità dell’oggetto Carousel.

var oTabView = new YAHOO.widget.Carousel({ usearia: true });